Ultimi giorni a Capalbio, in provincia di Grosseto, per “Capalbio libri”, il festival sul piacere di leggere. Il compito di salutare il festival letterario, per l’ultima serata, quella di lunedì 6, spetta a Helena Janeczek, che presenta La ragazza con la Leica – Guanda, Premio Strega 2018. Stavolta però dal palco di Orbetello, in Piazza Giovanni Paolo II, ore 21:30.

Ultimi appuntamenti per Capalbio Libri, la rassegna letteraria dell’estate, che proseguirà sino al 6 agosto, a Capalbio (Gr) per un totale di dodici appuntamenti. Il festival letterario, giunto alla sua dodicesima edizione, si svolge come da tradizione in Piazza Magenta, nel cuore del centro storico del borgo maremmano. La manifestazione è ideata e diretta da Andrea Zagami, organizzata dall’agenzia di comunicazione Zigzag in collaborazione con il Comune di Capalbio. L’APPUNTAMENTO DI STASERA – Venerdì 3 agosto, alle ore 19:00, arriva sul palco di Piazza Magenta Claudio Cerasa, che presenta il suo libro Abbasso i tolleranti. Manuale di resistenza allo sfascismo – Rizzoli. Dopo il saluto iniziale di Marta Mondelli, a condurre l’incontro sarà l’inviato de Il Sole 24 Ore Gianni Dragoni. Letture di Giulia Nervi

L’APPUNTAMENTO DI DOMANI – Sabato 4 agosto, alle ore 19:00, il protagonista del palco di Piazza Magenta sarà Elena Improta, che presenta Ordinaria diversità. Diario di una figlia, moglie, madre – Ponte Sisto. Con la conduzione della giornalista de La Stampa Michela Tamburrino e con il conduttore tv RaiGiancarlo Magalli. Letture di Cristiana Buscarini.

L’APPUNTAMENTO DI DOMENICA – L’autore della serata di domenica 5 agosto, alle ore 19:00, è invece Mario Tozzi, che presenta il suo libro L’Italia intatta. Viaggio nei luoghi italiani non alterati dagli uomini e fermi nel tempo. Un mosaico di straordinaria bellezza – Mondadori. A condurre la serata sarà il direttore de La Nazione Francesco Carrassi, con la presenza del fondatore del WWF Italia Fulco Pratesi. Letture di Eliana Miglio.

L’APPUNTAMENTO DI LUNEDI’ – Il compito di salutare il festival letterario, per l’ultima serata, quella di lunedì 6, spetta a Helena Janeczek, che presenta La ragazza con la Leica – Guanda, Premio Strega 2018. Stavolta però dal palco di Orbetello, in Piazza Giovanni Paolo II, ore 21:30. A condurre la serata la giornalista de Il Fatto Quotidiano Silvia D’Onghia. Con loro, in questa serata speciale intitolata “Fenomenologia di una vittoria e di una sconfitta”, anche la scrittrice Teresa Ciabatti e Stefano Petrocchi, Direttore della Fondazione Bellonci e Segretario del comitato direttivo del Premio Strega. Letture di Irene Grazioli Fabiani.

SCHEDA DEL LIBRO DI VENERDI’ 3 AGOSTO

SINOSSI – La tolleranza è uno dei pilastri della vita civile ed è condizione necessaria della libertà, ma proprio per questo deve avere un limite: non è giusto, ed è molto pericoloso, essere tolleranti con coloro che vogliono privarci delle nostre libertà. Il rispetto delle credenze altrui non deve spingerci a rinnegare le nostre convinzioni. La consapevolezza dei problemi che l’Italia e il mondo devono affrontare non può indurci a essere catastrofisti, ma deve costringerci a combattere ogni giorno contro i professionisti della lagna. In questo pamphlet dissacrante e ottimista, Claudio Cerasa ci fornisce una carrellata di utili argomenti di discussione tratti dalla cronaca e dal dibattito politico-culturale, e prende di mira i pessimisti a oltranza, i protezionisti corporativi, i duri e puri per i quali tutto è bianco o nero (e non tengono conto della frase di Norman Mailer: “I fatti, signore, non sono niente senza le loro sfumature”), i rancorosi, i nostalgici del buon tempo andato che negano l’evidenza (oggi si vive meglio che in qualunque epoca passata), gli incompetenti orgogliosi di esserlo, i teorici della cospirazione, i nemici della scienza, la classe dirigente che si trasforma in classe digerente, gli ingenui (o i troppo furbi) per i quali ciò che è virale conta più di ciò che è reale e un algoritmo conta più della democrazia. Per resistere alla dittatura del politicamente corretto e alla democrazia dei creduloni, Cerasa scrive un libro innovativo che celebra azioni impopolari e ormai provocatorie: la rivoluzione del buonsenso e la necessaria ribellione contro i professionisti dello sfascio.

L’AUTORE – Claudio Cerasa (1982), direttore del “Foglio”, ha una rubrica fissa all’interno del programma radiofonico Decanter in onda tutte le sere su Rai Radio 2. Ha scritto Ho visto l’Uomo Nero (Castelvecchi 2007), La presa di Roma (Rizzoli 2009) e Le catene della sinistra (Rizzoli 2014). Ha curato il libro di Piero Tony Io non posso tacere. Confessioni di un giudice di sinistra (Einaudi 2015). Su Twitter è @claudiocerasa.

SCHEDA DEL LIBRO DI SABATO 4 AGOSTO

SINOSSI – Figlia dello “sbirro” e madre di Mario: è Elena Improta. Poesie, testimonianze, lettere, pensieri: quelli di questo libro sono tutti di “ordinaria diversità” e diventano ricordo, testimonianza e conoscenza di momenti ed eventi significativi della vita dell’autrice. Si va dall’arrivo a Roma all’adolescenza con la figura ingombrante del padre Umberto, uomo dello Stato, fino al racconto della vita politica e all’impegno nel sociale. Il passato e il presente,nelle pagine, si intrecciano come si intreccia nella vita della donna l’essere figlia, moglie, madre. Elena Improta fa così di questo diario la narrazione di un’esistenza alla ricerca di sé stessa, tra gli anni del Terrorismo, i Nar che la osservano, l’amore per Paolo, gli occhi lontani dalla scorta che l’accompagna a scuola fino alla nascita di Mario, l’abbandono del marito e la lenta ripresa. Con questo libro si apre agli altri, perché le quattro mura di casa non riescono più a contenere il desiderio di far sapere cosa ha vissuto, pensato, sperato accanto a un bimbo, ora di 28 anni, che ha compiuto passi da gigante nonostante i gravi problemi di disabilità. Una storia d’amore e di riflessione con il desiderio di far capire a tante famiglie che tornare a sorridere è ancora possibile. “Un libro sincero, con un misto di buio, luce, come la vita”, dalla prefazione di Walter Veltroni.

L’AUTRICE – Elena Improta nasce a Napoli il 17 maggio 1963 e vive a Roma. Presidente dell’Associazione Oltre lo Sguardo Onlus – percorsi protetti per persone con gravi disabilità. Impegnata sui temi del sociale, della sanità, politiche giovanili e sicurezza. Ha ricoperto incarichi politici ed elettivi nel PD dal 2006 al 2016. Ha collaborato in modo attivo con l’ANPI Nazionale. Ambasciatrice dell’Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa, oggi Elena mantiene vivo unicamente il suo impegno sociale a favore delle persone con disabilità e dei diritti civili.

SCHEDA DEL LIBRO DI DOMENICA 5 AGOSTO

SINOSSI – Spesso ci viene raccontata un’Italia bellissima, l’Italia dei grandi siti archeologici, delle innumerevoli città d’arte e delle terme monumentali. Un paese meraviglioso che, nei secoli passati, i figli dell’aristocrazia europea eleggevano a meta del loro Grand Tour, finendo invariabilmente per innamorarsene. Altre volte, invece, l’immagine più diffusa è quella di un’Italia sfigurata, che nel continente vanta il triste primato del più alto consumo di suolo, e dove l’inestimabile patrimonio naturale e culturale viene sfregiato, distrutto o svenduto. Qual è, dunque, il vero volto del nostro paese? Probabilmente né l’uno né l’altro, perché l’Italia è un incredibile mosaico, ricomposto così tante volte da renderne irriconoscibile il disegno originario, ma nel quale affiorano, in mezzo a centinaia di orrori, tessere di vivida bellezza, qualcuna ancora magicamente intatta. È alla scoperta di questi luoghi, ultime testimonianze di una natura incontaminata ormai in via di estinzione, che Mario Tozzi conduce il lettore, in un emozionante viaggio verso mete che, per la loro inaccessibilità alle auto, sono finora miracolosamente scampate all’assalto del turismo di massa. Ma intatti, per l’autore, sono anche quei luoghi in cui le opere dei suoi antichi abitanti hanno mantenuto l’originario splendore, resistendo al tempo e all’invadenza di una dissennata urbanizzazione. Un’Italia «intatta», quindi, per il momento esiste ancora: imparare a conoscerla è l’unico modo non solo per riappropriarsene ma per sentire la responsabilità e il dovere di conservarla, in quanto traccia delle profonde radici di un’identità culturale e di una storia che sono il vero bene da lasciare in eredità alle generazioni future.

L’AUTORE – Mario Tozzi è Primo ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche. È presidente del Parco regionale dell’Appia Antica ed è membro del Consiglio scientifico del WWF. Tra i programmi televisivi che ha condotto ricordiamo su Rai Tre «Terzo Pianeta» e «Gaia»; su La7 «Atlantide», «Allarme Italia» e «La Gaia Scienza». Su Rai Uno ha condotto «Fuori Luogo» e collabora a «Kilimangiaro». Per la radio ha condotto «Tellus» (RadioDueRai). Scrive su «La Stampa». Ha collaborato con «National Geographic», «Vanity Fair» e «Oasis». Tra i suoi libri ricordiamo Italia segreta (2008), Pianeta Terra ultimo atto (2012), Tecnobarocco (2015) e Paure fuori luogo (2017).

SCHEDA DEL LIBRO DI LUNEDI’ 6 AGOSTO

SINOSSI – Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa morta su un campo di battaglia che proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto. È stato lui a insegnarle l’uso della Leica e poi sono partiti assieme per la Guerra di Spagna. Nella folla seguono altri che sono legati a Gerda da molto prima che diventasse la ragazza di Capa. Per tutti Gerda Taro rimarrà una presenza più forte e viva dell’eroina antifascista celebrata dai discorsi funebri. Gerda li ha spesso delusi e feriti, ma la sua gioia di vivere, la sua sete di libertà, erano scintille capaci di riaccendersi a distanza di decenni. Basta che i vecchi amici Willy Chardack e Georg Kuritzkes si risentano per tutt’altro motivo. La telefonata intercontinentale avvia un romanzo caleidoscopico, incardinato sulle fonti originali, di cui Gerda Taro è il cuore attivo. È il suo battito a tenere assieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, facendo rivivere le istantanee di questi ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l’ascesa del nazismo, l’ostilità verso i rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro. Ma per gli uomini che l’hanno amata, quella giovinezza resta il tempo in cui, finché c’era Gerda, tutto sembrava ancora possibile.

L’AUTRICE – Helena Janeczek, nata a Monaco di Baviera in una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da oltre trent’anni. È autrice dei romanzi Cibo (Mondadori, 2002), Le rondini di Montecassino (Guanda, 2010), finalista al Premio Comisso e vincitore del Premio Napoli, del Premio Sandro Onofri e del Premio Pisa, e Lezioni di tenebra (Guanda, 2011). Il suo sito internet è: www.helenajaneczek.com/la-ragazza-conla-leica.html