Alla Sala Zavattini dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico è in programma l’ultimo appuntamento della rassegna CINEAMOOD, che vede coinvolta la stessa Fondazione AAMOD nella produzione, co-produzione o collaborazione di significative opere audiovisive. Martedì 12 giugno alle ore 19, alla presenza del regista Marco Bertozzi, sarà infatti proiettato e dibattuto il film CINEMA GRATTACIELO, una riflessione autobiografica che si interroga sulle forme del documentario contemporaneo e che vede l’umanità e i paesaggi del Grattacielo di Rimini scrutati in prima persona da uno dei suoi abitanti, in dialogo aperto con il grattacielo stesso (cui dà voce lo scrittore Ermanno Cavazzoni) e i suoi immaginari. Un lavoro che ritrae gli interni pop, le derive psichiche, i miti della vacanza di massa proprio attraverso uno degli edifici simbolo della metropoli balneare romagnola: un grattacielo alto 100 metri, inaugurato nel 1959 quale icona di una fiduciosa modernità, custode di ricchezze ma anche problematiche, che oggi è considerato un quartierone verticale abitato da una ventina di nazionalità differenti.
Dai tempi dell’infanzia, immaginato come irraggiungibile albero della cuccagna all’interno di una città lunapark capitale europea della vacanza ad ecomostro, esempio di convivenza sociale, catalizzatore di paure e suggestioni catastrofiste o paradiso tecnologico, a seconda degli attuali punti di vista.
La proiezione, introdotta da Silvio Grasselli,  sarà preceduta dalla presentazione del volume Documentario come arte. Riuso, performance, autobiografia nell’esperienza del cinema contemporaneo di Marco Bertozzi (ed. Marsilio) di cui l’autore parlerà con Giacomo Ravesi. Presenterà la serata il presidente dell’AAMOD Vincenzo Vita.

Una produzione
Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Altreforme
Associazione Condominium
Con
Rai Cinema

Sala Zavattini FONDAZIONE AAMOD
Via Ostiense 106 – Roma (Centrale Montemartini)

la proiezione sarà preceduta dalla presentazione del volume Documentario come arte. Riuso, performance, autobiografia nell’esperienza del cinema contemporaneo di Marco Bertozzi (ed. Marsilio)

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

 
CINEMA GRATTACIELO
Scritto e diretto da Marco Bertozzi
Prodotto da Luca Ricciardi, Augusta Eniti, Marco Bertozzi
Montaggio Ilaria Fraioli
Musiche Giorgio Fabbri Casadei
Voce del grattacielo Ermanno Cavazzoni
Con la partecipazione di Gli abitanti del grattacielo
Animazioni Alessia Travaglini
Titoli Leonardo Sonnoli, Irene Bacchi
Immagini Marco Bertozzi
Montaggio del suono Clovis Gouaillier
Color Mauro Vicentini
Manifesto Stefano Tonti
Comunicazione Annamaria Gradara
Produttore esecutivo Luca Ricciardi
Produzione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Altreforme, Associazione Condominium
Con Rai Cinema
Collaborazione speciale alla post produzione Ecole des Médias della Università del Quebec a Montreal – UQAM
Realizzato con il sostegno di APT Servizi Regione Emilia Romagna, Fondo Regionale per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, Comune di Rimini, Provincia di Rimini
In collaborazione con
Regione Emilia Romagna – Assessorato alla Cultura
E con il contributo di
Banca Malatestiana – Rimini, Petroltecnica – Rimini, WIN Women in Insurance – Napoli, Associazione Notorius Cinema Tiberio – Rimini, Ristorante Marianna – Rimini, Assicurazioni Generali – Rimini

http://www.cinemagrattacielo.com/
Facebook: @cinemagrattacielo
Twitter: cinema_gratta

Note di regia
Duecento case, una sopra l’altra, tutte così vicine. Una griglia segreta di aggregazioni, risistemazioni, accorpamenti che richiama l’antico desiderio dell’uomo di ricreare il suo spazio di vita. Una trama di stanze, un reticolo di lingue che ricorda l’esperienza di Babele, e ne segna di volta in volta un’idea di rifiuto o esaltazione, condanna o curiosità, vergogna o visionaria leggerezza… Il film non è solo la storia di un edificio, e della sua città, ma anche una riflessione sui nostri mutanti modi di vivere. E di vedere. Così Cinema grattacielo utilizza molteplici materiali d’archivio e la diversa pelle delle immagini costituisce una linea narrativa autonoma. Il film mostra la sua lenta modalità di produzione e i cambiamenti tecnologici che si sono susseguiti, utilizzando materiali storici (girati in pellicola, in vari formati), riprese con camere e cassettine MiniDV o DvCam, parti in Betacam, altre in HD, o girate con le GoPro. Una molteplicità di tessiture dell’immagine che cerca di esprimere una molteplicità di punti di vista, di dialoghi possibili fra l’autore, il grattacielo stesso e i suoi abitanti. I potenti immaginari (che possa involarsi, crollare, incendiarsi, sradicarsi per un terremoto o uno tsunami…), come le paure sociali e antropologiche (che ospiti delinquenti, che sia un covo di malaffare, tenebroso e insicuro…) necessitano di un cinema che rischi e provi a insinuarsi fra spazi ed esperienze non protette. La possibilità del documentario di valicare l’osservazione, per inventarsi la “realtà” e rivelarla nei suoi punti più contraddittori significa comporre un film in equilibrio fra esigenze contrapposte, fra testimonianza e superamento dei limiti. Un «cinema performance», in cui la capacità di giocare con la forma consente forse di osservare sensi laterali, alcune dimensioni invisibili del grattacielo, le sue tracce pulsionali. Una postura che provi a valicare l’evidenza di una mastodontica macchina dell’abitare, per osservarne i suoi aspetti piu’ sotterranei e desideranti…

Marco Bertozzi (1963) fa parte di quel gruppo di autori che ha contribuito alla rinascita del documentario italiano, con un forte impegno teorico e di promozione culturale. Combina  la pratica cinematografia – in film come “Appunti romani”, 2004, “Il senso degli altri”, 2007, “Predappio in luce”, 2008, “Profughi a Cinecittà”, 2012 – a una forte componente teorica. Ha insegnato Cinema documentario al Centro Sperimentale di Cinematografia e alla Scuola Gian Maria Volontè di Roma, al Conservatorio di Scienze Audiovisive di Lugano e, attualmente, all’Università IUAV di Venezia. Tra i suoi libri, La veduta Lumière.
L’immaginario urbano nel cinema delle origini (2001), L’idea documentaria (a cura di, 2003), Storia del documentario italiano (2008, Premio Domenico Meccoli e Premio Limina quale miglior libro di cinema dell’anno), Recycled Cinema (2012, prima riflessione italiana sul found footage film) hanno costituito importanti riflessioni storico-teoriche per un rinnovato approccio al cinema documentario e sono stati adottati in diverse scuole di cinema e corsi universitari. Film curator per rassegne sul documentario italiano (con Villa Medici a Roma, la Cinémathèque del Quebec a Montreal, il Festival del cinema di Amiens), ha recentemente condotto Corto Reale. Gli anni del documentario italiano, un programma in 27 puntate per RAI Storia, alla riscoperta della non-fiction italiana.

Filmografia recente
Rimini Lampedusa Italia, 2004, 77′, Torino Film Festival 2004 – DOC Italia, Premio Roberto Gavioli per film sul mondo del lavoro.
Appunti romani, 2004, 56‘. Locarno Film Festival 2004. Premiato al Festival del film d’Arte di Asolo, a Big Screen 2006 (Cina), al Medvideo Festival di Paestum, all’Ischia Film
Festival.
Il senso degli altri 2007, 58′, Torino Film Festival 2007. Vincitore del Sole e Luna Doc Festival di Palermo, 2008.
Predappio in luce 2008, 56′, Festa del cinema di Roma – sezione Extra, 2008, vincitore Asolo Art Film Festival – sezione Architettura e Design, 2009.
Profughi a Cinecittà, 2012. Bari International Film Festival. 2012. Presentato alla New York University (2012), al Museum of Photographic Art di San Diego (2012), al Logan Art Center di Chicago, alla Cinémathèque de Quebec di Montreal (2013). Nastro d’Argento speciale 2012, con altre opere a base d’archivio realizzate dall’Istituto Luce.