C o m u n i c a t o

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato oggi al Quirinale alcune scuole secondarie di secondo grado che gli hanno rivolto diverse domande.

Alla domanda: «In qualità di garante della Costituzione, quanto ritiene sia difficile il suo lavoro?» il Presidente ha così risposto:

«Ogni Presidente della Repubblica che si succede in questo ruolo incontra problemi e difficoltà, incontra condizioni diverse. Io penso sempre a quelle maggiori che vi sono state in periodi precedenti. Quando penso alle difficoltà che vi sono in questo periodo, penso gli anni ’70. Voi non eravate nati, ragazzi, ma io ero già tra i trenta e i quaranta anni. Era il decennio del terrorismo, degli attentati, delle bombe; venivano assassinate moltissime persone, spesso tra le migliori della Repubblica.

Quelle erano condizioni tragiche, di difficoltà. Bisogna sempre avere la conoscenza e il ricordo della storia per valutare le condizioni in cui si opera.

E questa è una cosa che si riallaccia in fondo alla forza della nostra Costituzione: essere garante della Costituzione, o perlomeno essere Presidente della Repubblica garante che rappresenta l’unità nazionale, che non è soltanto quella del territorio ma anche quella della società, quella delle istituzioni, quella della vita in comune.

La nostra Costituzione, per fortuna, è riuscita a superare momenti difficili, riesce sempre a superare momenti difficili, anche perché ha anche alcuni elementi che la difendono. E’ una Costituzione, come si dice, “rigida” nel senso che non può essere cambiata da una legge normale, occorre una procedura particolarmente impegnativa per cambiarla. Questo le garantisce stabilità e autorevolezza.

E’ una Costituzione che i nostri Costituenti scrissero con molta capacità dotando le norme che vi sono scritte di una elasticità che riesce a disciplinare situazioni nuove, non prevedibili nel 1948.

Il mondo cambia, cambia la vita sociale, cambia la vita economica, cambia costantemente il mondo. Quelle norme furono scritte in maniera tale da avere la capacità di abbracciare e regolare anche condizioni allora non prevedibili.

E’ una Costituzione che ha creato una condizione di equilibri.

La nostra Costituzione consente di superare difficoltà e di garantire l’unità della società anche perché ha creato un sistema in cui nessuno, da solo, può avere troppo potere. C’è un sistema che si articola nella divisione dei poteri, nella previsione di autorità indipendenti, autorità che non sono dipendenti dagli organi politici ma che, dovendo governare aspetti tecnici, li governano prescindendo dalle scelte politiche, a garanzia di tutti.

C’è un sistema complesso di pesi e contrappesi, come insegna la nostra Costituzione. Perché? Perché – vedete – la storia insegna che l’esercizio del potere può provocare il rischio di fare inebriare, di perderne il senso del servizio e di fare invece acquisire il senso del dominio nell’esercizio del potere.

Ci sono, rispetto a questo pericolo, due antidoti. Il primo è personale: una capacità di autodisciplina, di senso del limite, del proprio limite come persona e come ruolo che si esercita, un senso di autocontrollo – e, ragazzi, anche, perché no – di autoironia che è sempre molto utile a tutti. C’è poi un altro antidoto che è quello di meccanismi di equilibri che distribuiscono le funzioni e i compiti del potere tra più soggetti, in maniera che nessuno, da solo, ne abbia troppo.

La nostra Costituzione conta molto sul primo aspetto, quello dell’autodisciplina e dell’autocontrollo, ma ha messo in campo una serie di meccanismi di articolazione del potere che garantiscono quell’obiettivo.

Questo consente anche al Capo dello Stato, al Presidente della Repubblica, di svolgere la funzione di garante del buon funzionamento del sistema in maniera adeguata, ma il merito è della Costituzione».

Hanno partecipato all’incontro: ITIS Galileo Galilei (Arezzo); Istituto Tecnico “Antonio Bernocchi” (Legnano – MI); Liceo Classico Galileo Galilei (Firenze); ITIS “Biagio Pascal” (Roma); Istituto di istruzione secondaria “Giuseppe Ferro” (Alcamo – TP); Liceo Statale “Enrico Fermi” (Canosa di Puglia – BT); Istituto Secondario Superiore “Filippo Re Capriata” (Licata – AG).

Era presente il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti.

Roma, 11/10/2018