Jerevan – Sintesi della Visita di Stato del Presidente Sergio Mattarella nella Repubblica d’Armenia

 

Dichiarazioni alla stampa del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine del colloquio con il Presidente della Repubblica d’Armenia, Armen Sarkissian.

 

Jerevan, 30/07/2018

“Desidero ringraziare molto il Presidente Sarkissian al quale ho rinnovato le mie congratulazioni più vive per l’alto incarico che ha assunto nei mesi scorsi e vorrei esprimere la mia riconoscenza nei suoi confronti, nei confronti delle istituzioni e del popolo armeno per l’accoglienza così calorosa riservata a me e alla delegazione che mi accompagna.

Sono davvero molto lieto di compiere la prima visita di un Presidente italiano in questo Paese, in circostanze così significative come la celebrazione del centenario della prima Repubblica di Armenia e il duemilaottocentesimo anniversario della fondazione di Jerevan.

Desideravo molto compiere questa visita e sono lietissimo di effettuarla in virtù dei legami antichissimi che vi sono tra i nostri popoli e in virtù del rapporto di fiducia e di amicizia che ci unisce. Sono certo che questa occasione ci consentirà di consolidare ulteriormente la nostra eccellente collaborazione e la nostra profonda amicizia.

Questo legame, testimoniato da incontri molto frequenti, da scambi e da collaborazioni in tanti settori, è simboleggiato al meglio dal comune impegno dei nostri militari per la pace e la stabilità in Libano, in un Paese amico per entrambi i nostri Paesi, sempre a difesa della pace, così come avviene anche altrove, come in Afganistan.

Con il Presidente Sarkissian abbiamo passato in rassegna le relazioni eccellenti di carattere bilaterale e siamo soddisfatti della crescente intensità e qualità di questi rapporti.

Le nostre relazioni bilaterali trovano nella cultura un’espressione particolarmente avanzata della nostra amicizia.

Siamo molto contenti del livello di cooperazione raggiunto, favorito dal rapporto millenario che ci lega e dal contributo della diaspora armena in Italia che ha avuto in ogni epoca, e ha ancora oggi, numerosi rappresentanti particolarmente qualificati.

La vitalità dei nostri rapporti, in particolare in ambito culturale, archeologico e scientifico, è attestata anche da alcune iniziative significative che sono giunte a maturazione in preparazione di questa visita: il Centro regionale per la salvaguardia del patrimonio culturale, che domani avrò l’onore di inaugurare presso la Galleria Nazionale insieme al Presidente Sarkissian. Siamo molto lieti di poter condividere, attraverso questa iniziativa, l’esperienza che ha l’Italia in materia e speriamo che il Centro possa essere un riferimento per valorizzare il patrimonio culturale armeno e quello dell’intera Regione.

Si aggiunge l’apertura di una sezione bilingue – armena e italiana – presso la scuola numero 24 di Jerevan e, a tal proposito, ho confermato al Presidente Sarkissian l’invio di un docente dal nostro Paese già a partire dal prossimo anno scolastico.

Vi è inoltre l’avvio dell’attività del Comitato di Jerevan della Società ‘Dante Alighieri’; vi si aggiunge la firma del Protocollo d’intesa sulla cooperazione scientifico-tecnologica tra il Comitato della scienza del Ministero dell’educazione e della scienza armeno e del CNR italiano.

Con il Presidente Sarkissian abbiamo sottolineato l’importanza della cooperazione scientifica. Mi auguro che si sviluppi ulteriormente, particolarmente nell’ambito del network internazionale dei centri di astrofisica e dei progetti di mobilità dei ricercatori tra le Università dei nostri due Paesi.

Ci siamo soffermati anche sugli aspetti di complementarietà insiti nel rapporto economico-commerciale che presenta, nella nostra collaborazione, grandi margini di sviluppo. Alcune aziende italiane sono già presenti in Armenia; altre si stanno avvicinando; l’interesse che sentono le nostre aziende è molto alto, sia sul piano bilaterale che con riferimento al ruolo che l’Armenia può avere per un’area più vasta.

Ho trasmesso al Presidente Sarkissian – lo farò anche domani con il Primo Ministro – la piena disponibilità delle aziende italiane a offrire il meglio del loro know how, della loro esperienza e della loro capacità di integrazione con il tessuto economico del territorio in cui operano.

Sul tema del Nagorno Karabakh, ho manifestato al Presidente Sarkissian la grande rilevanza che l’Italia attribuisce – anche nella qualità di presidenza di turno dell’OSCE che viene esercitata dal Ministro degli esteri qui presente – alla ricerca di una soluzione stabile e duratura.

L’Italia, in questa presidenza di turno dell’OSCE, intende promuovere e contribuire al rilancio di nuovi cammini negoziali per tutte le situazioni a rischio di conflitti, a beneficio della sicurezza e stabilità nell’area OSCE.

Dalla Conferenza di Helsinki e dei suoi principi, nel 1975, l’Europa ha iniziato un percorso difficile e spesso contraddetto per assicurare pacifica convivenza, stabilità e collaborazione: questi sono gli obiettivi dell’azione dell’OSCE.

Sul Nagorno Karabakh abbiamo verificato come contatti diretti sono stati sovente utili per allentare tensioni e far procedere la possibilità di un negoziato.

Auspichiamo pertanto che vi sia, da parte di tutti, una rinnovata volontà politica per porre termine al conflitto e trovare una soluzione politica – e non militare – duratura, sostenibile e soddisfacente.

Abbiamo sostenuto – e continuiamo a farlo – la mediazione dei co-presidenti del gruppo di Minsk per una soluzione pacifica del conflitto basata sui principi fondamentali, universalmente riconosciuti, e auspichiamo un esito positivo del negoziato.

L’Italia ha salutato con grande favore la conclusione dell’accordo di partenariato globale rafforzato tra l’Armenia e l’Unione europea. Consideriamo questa intesa come una piattaforma di grande utilità per approfondire relazioni proficue e armoniose tra l’Armenia e l’Unione europea che conducano alla prosperità e allo sviluppo dei nostri popoli, nel rispetto delle priorità e delle esigenze di entrambe le parti.

Ho assicurato al Presidente Sarkissian – e gli assicuro adesso – la massima attenzione delle nostre istituzioni nei confronti del processo di ratifica dell’intesa.

L’amicizia tra Armenia e Italia è antica e profonda e, come si può constatare dalle tante direttrici di collaborazione, è proiettata verso un futuro di rafforzamento ulteriore.

L’Armenia potrà sempre contare sul sostegno e la sincera amicizia dell’Italia per sviluppare sempre più i nostri rapporti già così proficui.

Grazie, Presidente Sarkissian, per questa accoglienza e per il nostro colloquio.”

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Brindisi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del pranzo di Stato offerto dal Presidente della Repubblica d’Armenia Armen Sarkissian

Jerevan, 30/07/2018

“Signor Presidente,

Signora Sarkissian,

Autorità,

Signore e Signori,

ho accolto con vivo piacere l’invito a compiere questa Visita di Stato nella Repubblica di Armenia, la prima di un Capo di Stato italiano nel Suo Paese. La calorosa ospitalità riservata a me, a mia figlia e alla delegazione che mi accompagna testimonia dei profondi vincoli di amicizia che uniscono i nostri popoli e della particolare considerazione che Lei personalmente – Signor Presidente – nutre per l’Italia.

Nell’invito che mi ha rivolto all’indomani della Sua elezione a Presidente della Repubblica, ho altresì colto l’accento di un rinnovato slancio di collaborazione verso il nostro Paese. Le relazioni tra gli Stati vivono anche del calore di rapporti amichevoli, di stima e fiducia reciproche, e questo è precisamente il caso delle relazioni tra Armenia e Italia, che hanno radici profonde basate sul lascito di civiltà antiche.

Questa visita intende sottolineare le tracce indelebili di un cammino che ci unisce sin dal nostro passato remoto, la cui narrazione prende avvio con la colonna di Marco Aurelio, nel cuore della Roma antica.

Figure illuminate della cultura armena hanno lasciato una impronta indelebile nelle città della penisola, da Venezia a Bari, da Genova a Palermo. Il segno di esarchi illuminati nella Ravenna bizantina, come Narsete e Isacco, o il Governatore Mussele nella mia regione, la Sicilia, è parte del nostro patrimonio comune. Figli di queste terre, da San Gregorio l’Illuminatore a padre Mechitar, toccarono altissime vette nella spiritualità e negli studi teologici. Padova e Bologna ricordano lo straordinario contributo del chimico Giacomo Luigi Ciamician, senatore del Regno d’Italia, mentre a Milano è vivido il ricordo del genio operistico di Tigran Tchoukhajian.

La mia presenza, Signor Presidente, vuole rendere omaggio a questo straordinario e fecondo intreccio tra i nostri Paesi, e vuole altresì rendere omaggio alla nobile città che ci ospita e che celebra, quest’anno, i 2.800 anni dalla sua fondazione.

Armenia e Italia sono accomunate da una storia segnata da un lungo percorso di costruzione nazionale, di ricerca della libertà e della democrazia attraverso vicende di considerevole spessore storico e umano; da episodi di eroismo individuale e collettivo, da pagine di sofferenza che, nel caso del popolo armeno, hanno raggiunto apici di immane dolore e di sterminio.

È in questo spirito di sentita partecipazione a una storia nazionale alla quale guardiamo con profondo rispetto e amichevole vicinanza che l’Italia intende onorare il ricordo del centenario della Prima Repubblica armena. E intende farlo, soprattutto, nella prospettiva del fattivo contributo che i nostri Paesi, oggi – sia singolarmente sia attraverso le Organizzazioni Internazionali – intendono apportare alla stabilità e al dialogo nel contesto delle relazioni internazionali.

Il comune impegno sotto la bandiera delle Nazioni Unite, in favore della pace e della sicurezza del Libano, costituisce una testimonianza eloquente di questo contributo e della nostra amicizia.

 

Signor Presidente,

viviamo un’epoca caratterizzata da un’interdipendenza mai sperimentata in questa misura. Più che mai i destini dell’umanità appaiono indivisibili. I problemi che affrontiamo sono intrinsecamente globali e la loro soluzione non può prescindere dal perseguimento di risposte unitarie e coordinate. Questa nuova e crescente condizione spinge, con sempre maggior forza, al rispetto del diritto internazionale, al dialogo e al negoziato come strumento di risoluzione delle controversie e delle crisi, alla convinzione del comune interesse alla collaborazione, piuttosto che alla contrapposizione. Confidare esclusivamente in se stessi appare illusorio, un espediente destinato a rivelare ben presto tutta la sua inadeguatezza.

Armenia e Italia sono chiamate a svolgere un ruolo attivo sulla scena internazionale – con impegno, visione, responsabilità e condivisione – per promuovere una collaborazione a tutti i livelli, saldamente fondata sui valori e principi sanciti nelle nostre rispettive Costituzioni e sul rispetto dei diritti della persona umana.

Una collaborazione che possa contribuire alla stabilità dell’area caucasica e di quella mediterranea e che possa alimentare prospettive di pace, apertura e prosperità per tutti i popoli della regione e, soprattutto, per le giovani generazioni.

Signor Presidente,

gli eventi previsti nel programma di questa mia visita rispecchiano lo spessore della nostra collaborazione, caratterizzata da crescente successo e dalle prospettive di sempre nuovi traguardi. Con i nostri odierni colloqui, ai quali faranno seguito gli incontri con il Presidente dell’Assemblea Nazionale e il Primo Ministro, intendiamo imprimere un rinnovato impulso al dialogo politico bilaterale. Abbiamo già ricordato come molte e promettenti siano ancora le potenzialità da cogliere, in molteplici settori: dalla cultura alla ricerca, dagli scambi giovanili all’economia.

Sono certo che in tale contesto l’Accordo di “partenariato approfondito” tra l’Armenia e l’Unione Europea, recentemente entrato in vigore, consentirà ai rapporti tra Jerevan e l’Europa di compiere un deciso “salto di qualità”, contribuendo altresì ad un avvicinamento tra le regioni mediterranea e caucasica e valorizzando ogni ulteriore occasione di dialogo e di collaborazione tra queste aree.

Con questi sentimenti, Signor Presidente, levo il calice al Suo benessere personale, a quello della Signora Sarkissian e di tutti i presenti, alla prosperità del popolo armeno e all’amicizia tra i nostri Paesi.”

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