Per l’XIII edizione del concerto “La ChiaraStella, così in Cieco come in strada” del M° Ambrogio Sparagna, in collaborazione con la Caritas Diocesana di Roma, la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma si è riempita sino alla capienza massima di posti in ogni ordine e grado.

Il merito di tanto successo va certamente ricercato nella perseveranza con cui Ambrogio continua a lavorare, e fare ricerca, per diffondere quelle sonorità tipiche della musica popolare e delle tradizioni orali dell’Italia rurale e contadina. Siccome con ogni anno Sparagna inserisce una sorta di nuovo mattone nell’edificio che ospita la musica popolare, una novità, anche per quest’anno la tradizione è stata rispettata: oltre alla presenza di due pilastri fondamentali nel panorama musicale popolare, interpreti dalla voce davvero notevole, Theodoro Melissinopoulos e Fausta Vetere, voce solista della NCCP (Nuova Compagnia di Canto Popolare), per la prima volta, dopo circa 350 anni di silenzio assoluto, nella Sala Sinopoli sono risuonate le note della Sordellina, la tipica zampogna “cortese” del Seicento napoletano.

Uno strumento antico di cui si erano perse le tracce e che è anche davvero difficile da suonare. La perseveranza nella ricerca iconografica, unica fonte, per altro davvero risicata, documentale sopravvissuta ed arrivata sino ai giorni nostri, nonché l’impegno di Marco Tomassi, raffinato liutaio di Cassino, ha consentito di far risorgere, a mo’ di mitologica Araba Fenice, dall’oblio la sua “voce” suadente e carica di pathos.

Una sorta di incrocio fra una zampogna ed un organo dal quale germogliano sonorità che assomigliano alla “voce degli angeli”, incantano per la loro bellezza e delicatezza, la loro cromia pervade l’anima quando, accompagnando la voce di Fausta Vetere, ma non solo la sua, e riecheggiando nella sala riescono a dipingere un affresco musicale che lascia letteralmente senza parole.

A fare da contraltare, ed a inoltrarsi ancor più profondamente nel solco della tradizione, i suoni di una lingua antica fiorita sull’altra sponda del Adriatico, in Grecia. Le melodie ipnotiche del canto Bizantino proposte da Theodoro Melissinopoulos ed accompagnate dall’Orchestra Popolare Italiana (OPI) si sono fuse con le sonorità più autoctone a dimostrazione, qualora ce ne fosse stato bisogno, che quel teorema che lega le genti che hanno fede non conosce né barriere geografiche né culturale, anzi, ben lontano dall’essere divisivo, richiama alla comunanza fra i popoli.

In quest’ottica deve essere letto il significato intrinseco al lavoro di Sparagna: la musica come messaggio di fratellanza, di socializzazione; la musica come unico mezzo, non violento, e strumento di comunicazione pressoché universale.

Il punto di forza della musica popolare è il suo essere diretta, schietta, va diritta al punto con una “semplicità” disarmante; riesce a comunicare, efficacemente, il suo potente messaggio antropologico che Ambrogio Sparagna ha fatto suo per continuare a diffonderlo con rinnovato vigore.

Con il Concerto della “Chiarastella” di quest’anno Sparagna ha voluto sottolineare quanto artificiose, ed artificiali, siano le barriere che ci dividono; Lui, l’Orchestra Popolare da Lui stesso diretta, il Coro Popolare, diretto magistralmente, come sempre, dall’impeccabile Anna Rita Colaianni, hanno dato prova corale di profonda espressività riuscendo a coniugare, in una sorta di “matrice spazio-temporale”, lingue, dialetti, tradizioni, culture, sonorità e sensibilità anche se, all’apparenza, profondamente diverse, evidenziando così il radicato legame che unisce coloro i quali, rispettando profondamente la nostra Madre Terra, non hanno alcuna remora nell’ammettere che i loro vestiti siano stati intrisi dall’odore di pecora trasmesso dai loro strumenti.

Il M° Ambrogio Sparagna riesce sempre e comunque, con indomabile perseveranza, a diffondere quel senso di comunità, e comunione, di cui la musica popolare ne è il frantoio per antonomasia. Quello che altro non sarebbe se non un frutto aspro ed acerbo se consumato appena strappato dal ramo, riducendolo, e frangendolo produce invece un “nettare” prezioso, ricco e saporito con il quale condire la vita di tutti i giorni in tutti i luoghi.

Il prossimo appuntamento con il M° Sparagna è il 23 Febbraio alle ore 18:00, sempre all’Auditorium Parco della Musica di Roma, per la IV Edizione de “La Tarantella del Carnevale – Maschere, danze, canti, musiche e strumenti della tradizione del Carnevale”.

Michela Cossidente

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