Credito e liquidità per famiglie e imprese: ancora attive moratorie su prestiti del valore di 71 miliardi, oltre 191 miliardi il valore delle richieste al Fondo di Garanzia PMI; raggiungono i 28 miliardi di euro i volumi complessivi dei prestiti garantiti da SACE

Ancora attive moratorie (ex lege e volontarie) per un valore complessivo di circa 71 miliardi, a fronte di circa 630 mila sospensioni accordate. Superano quota 191 miliardi le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le PMI. Attraverso ‘Garanzia Italia’ di SACE i volumi dei prestiti garantiti raggiungono i 28 miliardi di euro, su 3.009 richieste ricevute.

Sono questi i principali risultati della rilevazione effettuata dalla task force costituita per promuovere l’attuazione delle misure a sostegno della liquidità adottate dal Governo per far fronte all’emergenza Covid-19, di cui fanno parte Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dello Sviluppo Economico, Banca d’Italia, Associazione Bancaria Italiana, Mediocredito Centrale e Sace[1].

La Banca d’Italia continua a rilevare presso le banche, con cadenza settimanale, dati riguardanti l’attuazione delle misure governative relative ai decreti legge ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’, le iniziative di categoria e quelle offerte bilateralmente dalle singole banche alla propria clientela. Sulla base di dati preliminari, riferiti al 27 agosto, sono ancora attive moratorie su prestiti del valore complessivo di circa 71 miliardi, pari a circa il 25% di tutte le moratorie accordate da marzo 2020 (circa 280 miliardi)[2]. Si stima che tale importo faccia capo a circa 630 mila richiedenti, tra famiglie e imprese. L’importo delle moratorie in essere differisce da quello delle moratorie concesse per vari motivi, tra cui il venire a scadenza di una parte di esse.

Le moratorie attive a favore di società non finanziarie riguardano prestiti per circa 55 miliardi. Per quanto riguarda le PMI, sono ancora attive sospensioni ai sensi dell’art. 56 del DL ‘Cura Italia’ per poco meno di 52 miliardi[3]. La progressiva riduzione è in parte ancora riconducibile alla mancata richiesta di proroga da parte dei debitori (il DL “Sostegni bis” ha previsto la possibilità per il debitore di richiedere la proroga della moratoria, limitatamente alla quota capitale, fino alla fine del 2021). La moratoria promossa dall’ABI riguarda al momento oltre 2 miliardi di finanziamenti alle imprese.

Sono attive moratorie a favore delle famiglie[4] a fronte di prestiti per 12 miliardi di euro, di cui 4 per la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa (accesso al cd. Fondo Gasparrini). Le moratorie dell’ABI e dell’Assofin rivolte alle famiglie riguardano prestiti per circa 1 miliardo.

Sulla base della rilevazione settimanale della Banca d’Italia, si stima che le richieste di finanziamento pervenute agli intermediari ai sensi dell’art. 13 del DL Liquidità (Fondo di Garanzia per le PMI) fino al 27 agosto siano pari a 1,81 milioni, per un importo di finanziamenti di circa 160 miliardi. Sono stati erogati prestiti a fronte di circa il 94% delle domande.

Il Ministero dello Sviluppo Economico e Mediocredito Centrale (MCC) segnalano che sono 2.326.013 le richieste di garanzie pervenute al Fondo di Garanzia nel periodo dal 17 marzo 2020 al 7 settembre 2021 per richiedere le garanzie ai finanziamenti in favore di imprese, artigiani, autonomi e professionisti, per un importo complessivo di oltre 191,1 miliardi di euro. In particolare, le domande arrivate e relative alle misure introdotte con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ sono 2.312.869 pari ad un importo di circa 189,9 miliardi di euro. Di queste, 1.167.705 sono riferite a finanziamenti fino a 30.000 euro per un importo finanziato di circa 22,7 miliardi di euro che, secondo quanto previsto dalla norma, possono essere erogati senza attendere l’esito definitivo dell’istruttoria da parte del Gestore e 569.132 garanzie per moratorie di cui all’art. 56 del DL Cura Italia per un importo finanziato di circa 15,7 miliardi. All’8 settembre 2021, sono state accolte 2.300.546 operazioni, di cui 2.287.647 ai sensi dei Dl ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’.

Salgono a circa 28 miliardi di euro, per un totale di 3.009 operazioni, i volumi complessivi dei prestiti garantiti nell’ambito di “Garanzia Italia”, lo strumento di SACE per sostenere le imprese italiane colpite dall’emergenza Covid-19. Di questi, circa 9,4 miliardi di euro riguardano le prime undici operazioni garantite attraverso la procedura ordinaria prevista dal Decreto Liquidità, relativa ai finanziamenti in favore di imprese di grandi dimensioni, con oltre 5000 dipendenti in Italia o con un valore del fatturato superiore agli 1,5 miliardi di euro. Crescono inoltre a 18,6 miliardi di euro i volumi complessivi dei prestiti garantiti in procedura semplificata, a fronte di 2.998 richieste di Garanzia gestite ed emesse tutte entro 48 ore dalla ricezione attraverso la piattaforma digitale dedicata a cui sono accreditate oltre 250 banche, istituti finanziari e società di factoring e leasing.


[1] Le informazioni riportate sono raccolte nel contesto dei lavori della Task Force per le misure a sostegno della liquidità. La task force opera per mettere i potenziali beneficiari e le banche a conoscenza delle nuove procedure di sostegno alla liquidità e agevolarne l’utilizzo; favorisce il coordinamento e lo scambio di informazioni tra le parti; individua e divulga le soluzioni più appropriate a eventuali problemi applicativi e coordina la raccolta e la diffusione dei dati sugli strumenti previsti dalla normativa.
[2] Gli importi relativi alle moratorie sono stime che possono differire rispetto alle settimane precedenti a causa della scadenza di alcuni prestiti precedentemente assoggettati a moratoria, oppure a causa di revisione di dati precedentemente comunicati dalle banche. Gli importi riportati delle moratorie concesse sono pari a quelli delle richieste ricevute dalle banche, al netto di quelle rigettate o in corso di esame.
[3] Tra le PMI rientrano anche imprese diverse dalle società non finanziarie.
[4] La categoria “famiglie” qui utilizzata include anche alcune imprese diverse dalle società non finanziarie, come ad esempio le imprese artigiane.

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