Il Corpo dei Bersaglieri nasce in forza di un Regio Viglietto, il 18 giugno 1836 dopo la costituzione, nella Caserma “Ceppi” di Torino, della 1^ Compagnia, ad opera dell’allora capitano del Reggimento Guardie (oggi Granatieri) Alessandro Ferrero de La Marmora(Torino,27 marzo 1799 – Crimea,7 giugno 1855). La Marmora voleva formare reparti celeri di carabine che dovevano avere una notevole possibilità di rapidi spostamenti caratterizzati da un fuoco preciso ed utile alle piccole distanze; in poche parole, l’intento era quello di avere a disposizione reparti di fanteria celere. I bersaglieri dovevano avere grande resistenza alle fatiche, per effettuare tanti e rapidi spostamenti, ottima mira con la carabina e intelligenza per trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto. Girando per l’Europa a proprie spese, La Marmora si accorse, infatti, che si stavano formando corpi di fanterie leggere per scontri sciolti in terreno vario (come quello piemontese montuoso e ricco di corsi d’acqua). Le denominazioni erano Alpen/ Kaiser/ Feld/ Land – jaeger (cacciatori), Schuetzen, Riflemans tutti da impiegare fuori dal tradizionale quadrato di fanteria. Dopo la soppressione dei cacciatori della guardia, anche da noi era apprezzabile tale nuova formazione. Il nuovo corpo doveva esprimere la spigliatezza e l’impeto latino e accoppiare alla abilità del tiro la massima mobilità. La bellezza di chi corre senza tregua e senza stanchezza verso una meta raggiante, di vittoria e di sacrificio, che vive dell’orgoglio d’arrivar sempre primo; e vi arriva cantando allegramente, come un soffio di primavera, mentre le trombe squillano e i ritornelli segnano il ritmo. Nasceva così la proposizione. Sul cadere del 1835, il maggiore dei Granatieri Guardie Alessandro La Marmora, presentò il programma e il suo furiere Vayra nella nuova divisa con un insolito cappello piumato, dove troneggiano le penne del gallo cedrone, che caratterizza tutt’oggi questi soldati. Dalla nascita del Corpo dei Bersaglieri all’inizio della guerra del 1848 contro l’Austriale compagnie diventarono sei, più una di studenti volontari. Furono suddivise in due battaglioni, il primo formato da quattro compagnie, compresa quella degli studenti, e il secondo formato da tre compagnie. Il loro battesimo sul campo avviene nella battaglia di Ponte Goito l’8 aprile del 1848, nel corso della Prima Guerra di Indipendenza dove lo stesso La Marmora rimane gravemente ferito. Nel 1855 il generale assume il comando della seconda divisione del corpo di Crimea per quella che sarebbe stata la sua ultima fatale spedizione. Dopo l’unità d’Italia, i bersaglieri vengono inviati nel Meridione per sconfiggere il brigantaggio. Questa è solo una parte della lunga storia del Corpo dei Bersaglieri che è ben condensata e documentata nel Museo Storico dei Bersaglieri di Roma a Porta Pia. L’ideatore del Museo fu l’Ispettore dei Bersaglieri Edoardo Testafochi. Il Museo Storico dei Bersaglieri venne inaugurato dal re Vittorio Emanuele III il 18 giugno 1904, presso la Caserma “La Marmora” in Trastevere. Il Museo, assurto nel frattempo al rango di Ente morale con il Regio Decreto del 27 dicembre 1921, venne trasferito – per una intuizione del Commissario Straordinario, generale Martinengo di Villagana – nei locali di Porta Pia. Il Comune di Roma mise a disposizione i locali nel 1931 e il 18 settembre 1932 avvenne l’inaugurazione, in concomitanza con quella del monumento al Bersagliere nella piazza antistante. Passando sotto il grande arco della michelangiolesca Porta Pia si notano immediatamente ai due lati del Museo i busti in bronzo dei più illustri rappresentanti del Corpo, unitamente al monumento ad Enrico Toti. Il Museo, oggi diretto dal Col. Nunzio Paolucci, è su due piani e consta di cinque sale. Al momento, per ristrutturazione, sono visitabili solo le due ampie sale al pian terreno. L’ala nord è dedicata ai cimeli ed i ricordi relativi alla istituzione e all’evoluzione del Corpo, seguendo il filo logico delle vicende alle quali parteciparono reparti di bersaglieri: la saletta La Marmora, il Salone d’Onore ed il Sacrario. Nella saletta La Marmora, sono esposti il busto del Fondatore, il Decalogo del Bersagliere e due carabine, da lui ideate prima del 1836. Nel Salone d’Onore tra i diversi prezioni cimeli c’è la Proposizione originale, uno scritto di pugno da La Marmora per ottenere dal re Carlo Alberto la Costituzione del Corpo; l’uniforme del Colonnello Vayra, primo Bersagliere dal quale prese il nome del cappello piumato; i labari storici dei primi Reggimenti ed al centro due teche con cimeli riguardanti le tre guerre d’Indipendenza. L’ala si conclude con il Sacrario dedicato agli oltre centomila Caduti per la Patria; la sala, al cui centro è esposta la sciabola che La Marmora impugnò l’8 aprile 1848 a Goito.

 

Michela Cossidente

© 2014 HTO.tv — Riproduzione Vietata