All’ex Cartiera Latina di Roma, dal prossimo 9 ottobre, la collettiva di fiber art “Remanso”, a cura di Constanza Villarreal, in collaborazione con Vittorio Beltrami.

Dieci artisti nazionali ed internazionali in esposizione che raccontano ed interpretano le mille sfaccettature della manipolazione e sperimentazione della Fiber Art, spingendosi a superare i limiti materiali utilizzati, ognuno con il proprio stile personale ed unico.

In mostra le opere di: Carolyn Angus, Marina Buening, Pasquale  Nero Galante, Anita Guerra, Roberto Mannino, Emanuela Mastria, Claudio Orlandi, Sahoko Takahashi, Olga Teksheva e Constanza Villarreal.

Come dichiara Vittorio Beltrami:  “Grazie ad una felice intuizione della pittrice argentina Constanza Villarreal, prende forma la collettiva di arte contemporanea Remanso, ispirata a quel particolare momento di sospensione che le sue parole felicemente raccontano meglio di qualunque definizione.”

Constanza Villarreal, curatrice della mostra, afferma: “Questa mostra riunisce dieci artisti di Roma di diverse origini che lavorano con la fibra e portano con loro le diversità culturali e la loro visione unica, in un esercizio di trasformazione caratterizzato da collaborazione, comunità e convivialità.

La loro arte combinata costituisce un rifugio per la contemplazione, la riflessione e, in definitiva, la trasformazione personale.

La mia ispirazione per questa mostra è iniziata con una visione poetica di un paesaggio che chiamo “Remanso”.

Questa visione è rappresentata da un fiume che si è stancato di correre, a favore della lentezza. Remanso rappresenta un’oasi o un rifugio che invita a rallentare e a contemplare i propri viaggi; per immergersi nella profondità dell’acqua limpida o nelle stelle che splendono in alto.

L’ex Cartiera Latina che ospita questa mostra è lambita da un fiume che storicamente ha utilizzato per trasformare i materiali e questa antica vocazione fa eco ai lavori presentati.”

I dieci artisti coprono un’ampia gamma di stili, concetti e materiali.

L’artista giapponese Sahoko Takahashi, tesse nastri di carta, saturi delle sue immagini familiari, per rivelare il mistero e la natura circolare dietro la vita, la morte e la rinascita.

L’installazione di Olga Teksheva “Tesori nascosti” ci riporta alla sua infanzia, utilizzando fili sospesi e colorati come una capsula del tempo per oggetti ed esperienze di vita che ci invitano ad osservare la complessità che si cela sotto.

Marina Buening ci invita a concentrarci sulla fragilità attraverso i suoi ultimi lavori di porcellana dove incorpora la carta e altri materiali clay  “The World is Fragile and So am I” organismi fragili la cui materia e presenza servono a ricordare la bellezza e la fragilità del nostro ambiente.

La fragilità è anche in mostra nelle grandi fotografie di Claudio Orlandi: tessuti simili alla pelle che ricoprono ghiacciai monumentali per impedirne il loro scioglimento.

Anita Guerra, di origine cubana, usa il realismo e il ricamo per costruire un’installazione multistrato che intreccia la mitologia con il paesaggio del presente in un continuum dinamico dello spazio temporale.

I paesaggi sono anche un tema centrale in “Angelica” di Emanuela Mastria, la sua ultima installazione ispirata al personaggio femminile del poema cavalleresco “Orlando furioso”, dove crea un paesaggio amichevole e immaginario attraverso elementi di carta fatta a mano con dettagli botanici e passaggi letterari per fornire un luogo di riflessione e solitudine.

Roberto Mannino esplora i fenomeni sottili e naturali che si verificano durante la trasformazione della materia fisica, come la fibra di cellulosa, per ridefinire i confini e i comportamenti creativi della carta fatta a mano.

Questa attenzione alla manipolazione materica è presente anche nel dittico di Pasquale Nero Galante, l’opera dell’artista salentino, ci fa immergere in un moto che si ripete, si sovrappone e si stratifica, addensandosi sotto il peso di lunghi giorni di lavoro; è tessuto e vissuto, è superficie e fondale che si velano in una coltre di nebbia che sfasa e turba il sentire, come descritto da Vittorio Beltrami.

Altri artisti esplorano i processi organici, come i disegni a matita su carta modellata di Carolyn Angus, che dialogano con il paesaggio circostante dell’Appia Antica.

Nella sua doppia veste di curatrice ed artista, Constanza Villarreal ci presenta il suo ultimo lavoro presentato “Acqua Dolce” realizzato su tessuti di recupero, partendo dal paesaggio circostante per ritrarre il flusso dinamico della vita, consentendo al senso di decadimento dei materiali di recupero di intrecciarsi nella composizione visiva. Stratificato nella narrativa visiva, c’è un invito continuo ad abbracciare la trasformazione e vedere la bellezza in tutte le fasi che ne derivano.

Vernissage Domenica 9 ottobre dalle ore 17.30 alle 20.30, ad ingresso libero. Sarà presente l’azienda  Casale del Giglio per una degustazione dei loro prodotti.

La mostra sarà visitabile dal 10 al 22 ottobre dalle 9.30 alle 16.30.

Remanso 9-22 ottobre 2022

Ex Cartiera Latina

Parco Regionale dell’Appia Antica

Via Appia Antica 42 Roma

Per info: +39 3421691753 marinabuening@gmail.com


REMANSO: BIO artisti in mostra

Carolyn Angus

Carolyn Angus ha studiato scultura alla Glasgow School of Art e ha completato il Masters of Fine Art alla Tyler School of Art di Philadelphia, USA. E’ stata docente di arte applicata alla Glasgow School of Art e alla Sheffield Hallam University e attualmente all’AUR (American University Rome).

Dal 2003 l’artista lavora nel suo studio a Rome e tra le sue ultime mostre ricordiamo: ‘Discovery Art Fair’ Francoforte,Germania, ‘Approaches’, Il Laboratorio, Trastevere, Roma, ‘Kultur på Ladugårdvinden’, Pargasgård, Finland,, ‘MACRO ATELIER’ MACRO ASILO, Museo Arte Contemporanea, Roma, (febbraio 2019), ‘Temporal Bandwith’ Studio YES’, Trastevere, Rome, ‘The Tiny Biennale’, Temple Gallery Roma (2015), ‘Resonance & Timbres’, Galleria Monty&Company, Roma, ‘Casa con Vista’ a Casa Gregoretti, ‘The Experiment’ al FLUDDE Festival Faversham, Kent (2011) ‘E le Stelle Guardano’ nella Galleria 3B, Roma

Artista in residenza  nel 2017 Arteles Creative Centre Hämeenkyrö, Finlandia.

Carolyn Angus vive e lavora a Roma e in Finlandia.

Marina Buening

Nata nel nord della Germania, ha iniziato relativamente tardi con l’arte, in particolare con la scultura perché ha studiato prima economia e ha lavorato anche in questo campo.

Vive e lavora dal 1989 nella Sabina (vicino a Roma). Ha partecipato a diverse mostre in Italia, Germania e anche USA, collettive e anche personali. Lavora con materiale molto diversi ma ultimamente sempre ispirata alla natura, utilizzando materiali naturale. Da oltre un decennio lavora con l’incisione e con altre tecniche di stampa, portandoci un una terza dimensione.

Tra le mostre collettive si ricorda “Kunstverein Buxtehude”; Germania; Centro di G. Sarro, Roma; “KIC, Nordart”;, Kiel, Germania, “Porta blu Gallery”; Roma, Galleria Studio TiEpolo38, Roma; Blagnac, Francia; Museo del via Ostiense, Roma; Premio della città di Sulmona, diverse installazioni all’aperto: Calcata, Italia; Latina, Italia. È stata selezionata per la mostra “oltre I libri” nella biblioteca Angelica di Roma nel 2016, Sala Uno 2018.

Tra le mostre personali si ricorda: Kath. Akademie a Freiburg, in Germania; Galleria Porta Blu, Roma; Ferro di cavallo, Roma; Gallerie Studio Tiepolo38; Kunstverein Buxtehude, centro culturale di St Stephen’s School, Temple University.

Pasquale Nero Galante

Nasce a Carovigno in Terra d’Otranto, sull’ultima collina delle Murge negli anni ’60 del secolo scorso.
Dopo aver vagato tra il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Bari e Lecce,la sua inquietudine lo porta ad esiliarsi nel ventre di Roma.

Pittore da sempre, cerca continuamente di escogitare modi per farla franca con la vita, non riuscendoci quasi mai.
La sua pittura è stata mostrata più volte in Italia e all’estero.

Le sue opere approdano su pareti domestiche con molta parsimonia in quanto poco inclini al fare arredo.
Ama l’autunno rifuggendo (da sempre) l’estate.

Anita Guerra

Anita Guerra é nata all’Avana, Cuba e ha iniziato i suoi studi a La Academia de Bellas Artes de Sta. Isabel de Hungría, a Siviglia, Spagna e poi alla Tyler School of Art, Temple University nei campus di Philadelphia e di Roma. É a Roma che risiede dal 1977.

Dal 2015, grazie a una borsa di ricerca, ha fatto vari viaggi a Cuba per dipingere e scrivere un libro di memorie illustrato. Insegna pittura, disegno e scultura presso vari istituti della capitale.

Tra le sue mostre personali:  Tres Patrias, Temple Gallery, Temple University Rome, Rome, Italy (2020) Mi Cuba, La Mia Italia , Casa de la Obra Pía L’Avana, Cuba, (2016), e in Italia: Volver a Cuba (2016) y Ascent (2015), entrambi alla St. Stephen’s Cultural Center Association, Roma; Anita Guerra, Zen Sushi, a Roma (2006), Natura e Geometria, Castello Piccolomini a Celano, Aquila(2000).

Tra le sue mostre collettive in Italia Remanso, Ex-Cartiera Latina, Roma (2022); ControVento.Artisti per Pasolini, Villa Guglielmi, Fiumicino (2022), ArtePorto Fuori Confine;PortoImperialidiClaudioeTraiano(2021),IoeMe:AutoritrattiduranteilLockdo wnSala1,Roma(2021); 50+PontidiConoscenza https://50piupontidiconoscenze.word press.com (2021);FiumicinoLooking at the Trees, Gazing at the Sky, St. Stephen’s Cultural Center Association, Roma (2019), RAW Faculty Exhibit, Rome Art Week, Temple Gallery, Roma(2019); Under the Same Roof, Sala 1, Roma, Italia (2018); Oltre I libri: l’arte del presente incontra I libri del passato alla Biblioteca Angelica, Roma, (2015); Mimosa alla Sala 1, Roma, Italia (2004).

Alcune sue mostre collettive negli USA: Cross-Connect: One-to-One interviews with Creatives Around the Globe:Anita Guerra meets Gail Shaw-Clemons, Virtual encounter. IA&A at Hillyer, Washington DC, USA (2020);Under Another Roof, IA&A at Hillyer, Washington, D.C. (2018); Un Cortadito a Calle 8 alla Galleria Cremata, Miami,FL(2012), Anita Guerra,The Gallery, Basel Art Miami Miami, FL. (2004) Inoltre, ha fatto molte mostre con il gruppo CAFÉ, (Cuban American Foremost Exhibitions): Merida, Messico (2016), Sangre de Cristo Art Center, Pueblo, Colorado, USA (2011), al Errol Barrow Center for Creative Imagination, Cave Hill, Barbados (2010), Temple University, Roma, Italia (2008), Arizona State University, Phoenix, AZ, USA, (2004). Conferenze e Interviste Radio Selezionate“Autoritratto-Anita Guerra” MACRO ASILO, Museo di Arte Contemporaneo, Roma, Italia, (2019); “Vitrales” Programma culturale di Katia Cárdenas, Radio Emisora Cuba(Intervista dal vivo): Anita Guerra, “Mi Cuba, La Mia Italia” mostra per la XIX Settimana di Cultura Italiana, L’Avana, Cuba(2016); “I Giochi dell’Armonia” Programma culturale di Alessandra Petitta, Radio Vaticana: Anita Guerra , “Volver a Cuba,” Roma,Italia (2016).

Roberto Mannino

Roberto Mannino vive e lavora a Roma. Si diploma in scultura presso la RISD di Providence, RI USA nel 1980, e presso l’Accademia di Roma nel 1990. Dopo esperienze in scultura e calcografia, dal 1994 si dedica esclusivamente alla lavorazione della carta a mano, medium utilizzato per installazioni, sculture, rilievi, incisioni e filigrane utilizzando le tecniche e i processi formativi del paper-making.

Insegna Scultura, Disegno e Papermaking presso colleges americani a Roma (Cornell, Temple, Loyola) dal 1994.

Da sempre attratto dai processi e dalle contaminazioni dei vari mezzi espressivi, coniuga e traduce in carta a mano la sua ricerca, nella quale acqua e aria diventano strumenti espressivi nella definizione dell’opera.

Ha esposto in numerose mostre in Italia e all’estero, tra cui:

1990 – Palazzo Esposizioni, Roma- Giovani Artisti Under 35;

1996 – XII Quadriennale di Roma;

1998 – MACRO Roma, Lavori In Corso 5;

2000 – BNL: Nuove Acquisizioni – Chiostro del Bramante, Roma;

2004 – Holland Paper Biennale – Rijswijk Museum, Le Hague, Olanda.

2007 – Primarly Paper – Pyramid Atlantic, Silver Spring, MA USA.

2013 – Installazione permanente Streams – Istituto Nazionale per la Grafica, Palazzo Poli,

Sala Dante, Roma.

2015 – Off Loom II – Installazione Graphite Suite – Museo Arti e Tradizioni Popolari, Roma.

2016 – Robert C. Williams Museo della Carta – Handpapermaking Portfolio – Atlanta USA.

2017 – Premio Filigrana – Museo della Carta, Cortile minore – Waterworks – Installazione;

Fabriano, Italia.

Emanuela Mastria

Emanuela Mastria vive e lavora a Roma. Tra il 2012 e il 2015 ha frequentato il Corso di Ceramica con la docente Romana Vanacore presso la Scuola d’Arte e dei Mestieri Zabaglia di Roma.

Nel 2013 ha conseguito la Laurea in Lettere e Filosofia presso l’Università degli studi ROMA TRE. Tra le principali esposizioni: 2021: Il fazzoletto di Desdemona, Biblioteca Vallicelliana, Via della Chiesa Nuova 18, Roma, a cura di Michela Becchis nell’ambito della rassegna Opera 00|20 a cura di Paola Paesano. 2020: PEZZI UNICI 4, Galleria Gallerati, Via Apuania 55, Roma, a cura di Noemi Pittaluga; The Pottery Show, a cura di Karin Lindström Le Gall e Lethicia Meeuwes. 2019: Ceramics and more, Museo delle Civiltà, Roma; Il Viaggio, Galleria Il Laboratorio, Roma, a cura di Michela Becchis. 2018: La Ceramica in Circolo, Argillà Italia 2018, Palazzo delle Esposizioni, Faenza (RA), a cura di Evandro Gabrieli e Gabriella Sacchi; TERRE#2, VETRINA, Calvi dell’Umbria (TR), a cura di Giovanna de Sanctis e Franco Profili; MORE CLAY LESS PLASTIC, Keramos Associazione Culturale, Roma, a cura di Lauren Moreira e Gaia Pagani; Il Sapere delle mani, Museo del Fiume, Nazzano (RM); Ridefinire il gioiello, Museo del Bijou, Casalmaggiore (CR), a cura di Sonia Patrizia Catena; 2015: Portafortuna, Spazio Varco, L’Aquila, a cura di Paola Marulli e Andrea Panarelli; EGOSUPEREGOALTEREGO. Volto e Corpo Contemporaneo dell’Arte, MACRO, Roma, a cura di Claudio Crescentini, Roma; Il cielo in una stanza, MICRO, Roma, a cura di Paola Valori; 2013: Forme e colori della terra di Tuscia, Museo della Ceramica della Tuscia, Palazzo Brugiotti, Viterbo. 2001: Mostra collettiva, Ex Mattatoio, Roma; Immaginativa 10x10x10, Santa Maria della Scala, Siena. 2000 Primo Premio nazionale d’Arte 10x10x10, Galleria DIDEE, Via del Poggio 2, Siena. Le sue opere sono in diversi luoghi della cultura italiani quali Museo del Bijou Casalmaggiore, Cittadellarte Fondazione Pistoletto Biella, MAAM – Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz città meticcia Roma. Tra i principali premi: 2018 Primo Classificato, Il Sapere delle mani, Museo del Fiume, Nazzano (RM), con l’opera Ginkgo; 2013 Primo Classificato sezione Scuola, Forme e colori della terra di Tuscia, Museo della Ceramica della Tuscia, Viterbo, con l’opera Driope; 2013 Primo Classificato, 3° Concorso Raffa&Là Disegna il tuo gioiello, Raffa&Là, Roma, con l’opera Yakamoz. (www.emanuelamastria.com)

Claudio Orlandi

Nel mio lavoro mi allontano da una visione oggettiva della realtà, tendo alla trascendenza, scompare il normale senso della percezione, secondo una visione Kafkiana x cui “la giusta comprensione di una cosa e il suo fraintendimento non si escludono del tutto a vicenda”, citazione da “Il  Processo”  appunto di Franz Kafka, in cui si può trovare la chiave della mia visione.

Completamente autodidatta, inizio a collaborare nei primi anni 2000 con la NeoArtGallery di Roma, attualmente segue il mio lavoro la Galleria Gallerati, sempre di Roma, e la galleria “Gli eroici Furori” di Milano.  Espongo in Italia ed Europa da molti anni, tra personali, collettive e fiere, la mia ultima personale è stata nel 2021 alla Casa della Memoria di Milano, e nel 2022 nello stand della Galleria Gallerati nella fiera RomaArteinNuvola

Sahoko Takahashi

Artista visivo, nata a Kamakura (Giappone). Frequenta l’atelier Hasegawa Design School. Si diploma presso l’Istituto Superiore “SHOUNANGAKUEN” di Fujisawa, Dipartimento di Arte.Si laurea in arte presso la Facoltà di Arte dell’Università degli studi “JOSHIBIJUTSUDAIGAKU” di Tokyo, Dipartimento di Pittura. Dal 1996 risiede e lavora in Italia, dove realizza mostre personali e collettive. Vive nella campagna a nord di Roma, coltiva la terra e cura i suoi animali domestici e da cortile, attività da cui trae spunti e succo vitale per “correggere” il suo modus operandi.

Esposizioni recenti

2010 Mostra Personale – Associazione Culturale Artipelago, Castelnuovo di Porto (RM)

2012 Mostra Collettiva di beneficenza per i bambini giapponesi vittime dello Tsunami del 2011, Roma

2012 Mostra Collettiva “Detenzioni” – Rocca Colonna, Castelnuovo di Porto (RM), Palazzo Barolo, Torino

2013 Mostra Personale – Studio Odontoiatrico Persichetti, Roma

 

Olga Teksheva

Dopo essersi laureata in Storia dell’Arte presso l’Universita’ Statale di Mosca, Olga Teksheva (classe 1973) inizia a collaborare come giornalista della moda per “L’Officiel” e “Collezioni” e insegna presso Istituto Nazionale del Design (Mosca). Dal 2000 al 2006 frequenta il corso di disegno e pittura presso Studio Ludmila Ermolaeva. Nel 2008 Olga si trasferisce a Roma a studiare presso Accademia di costume e di moda, sfilando la collezione finale all’Alta Roma nel 2011. Dopo alcune collaborazioni fashion in qualità di artista tessile Teksheva si dedica all’arte contemporanea (2015), arrivando alla prima personale nel 2017 (Villa Pamphili, Roma). She debutes at the Rome Art Week in 2018, with a large-scale fiber installation “Where the Mermaids Hide Their Tails /Tales?”

Nel 2019 Olga viene selezionata in categoria “Special Mention” per la fiera dell’arte contemporanea Art Rooms Rome, col progetto speciale per Ford Italia. La sua installazione di fibre “Comparendo / Scomparendo” si trova in collezione del museo MAAM a Roma. Le sue opere sono presenti in collezioni private negli Stati Uniti, in Russia, Italia e Svizzera. La seconda personale dell’artista, “In Volo”, si svolge nel 2020 presso galleria Pavart Roma di Velia Littera.

Nel 2021 due opere dell’artista vengono esposte al SyArt Festival dell’arte contemporanea presso Fondazione Sorrento. La scultura “Dreamcatcher: Wabi V” è selezionata per la Triennale “Textile Art of Today” (Slovacchia, Cechia, Ungheria, Polonia). Olga vince il Primo Premio del concorso internazionale “Trame a Corte” (Parma, Italia).

In occasione della RAW 2021 Teksheva presenta il suo primo progetto in qualità di curatore, per l’Associazione Artistica Internazionale “The Society for Embroidered Work”. Lo show di 69 artisti internazionali che si occupano di ricamo sperimentale contemporaneo si intitola “Surface and Depth” (“Superficie e profondità”) e si svolge presso Palazzo Velli Expo (colleghe curatori sono Catherine Frampton e Felicity Griffin Clark).

Maria Constanza Villarreal

Maria Constanza Villarreal è nata a Santa Fe, in Argentina, dove ha studiato Architettura, fino al 2009 quando si è trasferita in Italia per imparare il disegno classico, la pittura, nel Sistema Atelier a Firenze e a Roma.

​Questa formazione classica, insieme a un carattere sperimentale, le ha permesso di sviluppare una poetica profondamente radicata nella comprensione dei materiali, nelle sue potenzialità espressive e nella capacità di veicolare messaggi forti.

​Il suo lavoro è stato in mostra in Europa e in Argentina. A Palazzo Velli a Roma, alla Galleria Curva Pura durante la Rome Art Week, alla Galleria Esthia e al quartiere d’arte Portuense a Roma. A Bologna, alla Galeria Mirabilia. In Germania, Presso la casa dell’Architettura a Essen. A Barcellona, ​​al Circolo dell’Arte di Barcellona. A Madrid al Centro Cultural La Vaguada durante Arco. A Buenos Aires, alla galleria de arte Holz, alla sala Fortbath e a la galleria AG.

Alcuni dei suoi lavori si trovano al Museo de Arte Orlando Ruffinengo, a Galvez, in Argentina. Al chiostro di San Crisogono a Roma Italia, e le sue installazioni e progetti comunitari a Firenze, alla Biblioteca Mario Luzi e Biblioteca Buonarotti.


VITTORIO BELTRAMI

Alma Mater

 

Non è la prima volta che mi imbatto nello studio delle carte idrogeologiche di Roma, sono come cartoline che dopo qualche tempo ritornano in mano, chiedendomi di spolverarle un po’ prima di leggerle.

Capitava quando andavo ancora a scuola, seguendo da monte il percorso dei fiumi che segnano la Capitale oppure l’origine dei laghi che la circondano, punteggiando di azzurro la provincia; accadeva poi in Università, quando approfondivamo gli studi di un’urbanistica complessa ed articolata come poche al mondo.

Accadde di nuovo, nell’estate del 2017, con Piotr Hanzelewicz e la sua personale Per Aquam ad Astra, curata da Michela Becchis a Curva Pura, quando ci trovammo di fronte ad un labirintico intreccio di vie superficiali e sotterranee, talvolta affioranti senza preavviso, talaltra perdute in misteriose cavità nel profondo.

Chi conosce bene Roma ed in particolare la sua realtà stratigrafica, non si stupisce più allorquando viene scoperto un nuovo bacino sotterraneo, magari in pieno centro, oppure un cunicolo scavato nei secoli da rivoli d’acqua silenziosi e certosini.

Eppure, pochi sanno che dalle pendici del Monte Cavo, laddove un tempo emerse il Vulcano Albano, sgorgano le acque di un fiume caro agli antichi, tanto da portare, nel suo stesso nome, lo stigma di una divinità preromana venerata come dea della natura, della fauna e dei luoghi selvatici; divinità ambivalente, che simboleggiava la forza creatrice e distruttrice della Natura.

Era Cibele, Alma Mater, dalla quale discende ancora il suo figlio minore, l’Almone.

Un tempo il corso del rio, che ancora bagna il parco della Caffarella, si immergeva nel Tevere, guarda il caso, proprio dove oggi sorgono i Gazometri, di lato alla Galleria Curva Pura…ed oggi l’Almone lambisce questa mostra, riflettendo, sulla sua sponda sinistra, proprio le mura della ex-Cartiera Latina.

È qui, che grazie ad una felice intuizione della pittrice argentina Constanza Villarreal, prende forma la collettiva di arte contemporanea Remanso, ispirata a quel particolare momento di sospensione che le sue parole felicemente raccontano meglio di qualunque definizione.

C’è una parola espagnola che mi frulla in testa: Remanso, vuol dire la parte di un fiume che scorre più lentamente senza fermarse completamente. È un altro modo di dire oasis o rifugio. Remanso-remansum- rimanere. È anche una opportunità di contemplazione in cammino. Di incontro, di reflessione. Mi piace la idea perché si relaziona al cammino (vita), alla natura, uno specchio calmo dove i riflessi sono più chiari o nitidi. O si intravede il fondo o le stelle. Dove gli animali arrivano a bere e le persone a fare un bagno in acqua sicura. Si possono incontrare. A me sta molto bene. È pieno di poesia, si relaziona al camino della vita, alla via Appia e al fiume che scorre sotto la cartiera. Alla natura e al paesaggio. Penso che tutti possano relazionarsi a questa sensazione. 

Spetterà ad ogni artista l’interpretazione di questo tema, nel concepire i propri lavori site specific o nel donare alla mostra la presenza di un’opera che possa dialogare in questo tempo sospeso.

L’Alma Mater continua ad ispirare i luoghi in mostra, imperturbabile nel farsi e disfarsi delle cose, nell’andare e venire, come nello scorrere mesto del suo corso.

Un sentito grazie ad Anita Guerra, Carolyn Angus, Constanza Villarreal, Emanuela Mastria, Marina Buening, Olga Teksheva, Sahoko Takahashi, Claudio Orlandi, Pasquale Nero Galante, Roberto Mannino.

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