Nuovo rapporto UNICEF, lanciato in occasione del Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari 

 

  • Solo la metà dei bambini tra i 6 e i 23 mesi riceve il numero minimo raccomandato di pasti al giorno, mentre solo un terzo consuma il numero minimo di gruppi alimentari di cui ha bisogno per crescere.  
  • Nel 2020 la percentuale di bambini che riceveva il numero minimo di gruppi alimentari raccomandati era due volte più alta nelle aree urbane (39%) rispetto alle aree rurali (23%). 
  • In Africa Orientale e Meridionale (24%), in Africa Occidentale e Centrale (21%) e in Asia del Sud (19%), meno di 1 bambino su 4 segue una dieta minimamente diversificata. 

 

Secondo un nuovo rapporto lanciato oggi dall’UNICEF, a livello globale, oltre la metà dei bambini sotto i 5 anni con malnutrizione acuta – circa 23 milioni – ha meno di 2 anni, mentre la percentuale di bambini con malnutrizione cronica aumenta rapidamente tra i 6 mesi e i 2 anni poiché le diete non riescono a tenere il passo con le crescenti esigenze nutrizionali dei bambini.

Il rapporto mostra, in un’analisi condotta su 91 paesi, che solo la metà dei bambini tra i 6 e i 23 mesi riceve il numero minimo raccomandato di pasti al giorno, mentre solo un terzo consuma il numero minimo di gruppi alimentari di cui ha bisogno per crescere. Ulteriori analisi su 50 paesi con dati disponibili rivela che questi modelli di alimentazione inadeguata si sono protratti durante l’ultimo decennio.

Secondo il rapporto Fed to Fail? The crisis of children’s diets in early life (Nutriti per fallire? La crisi delle diete dei bambini nei primi anni di vita) – lanciato in occasione del Vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari (UN Food Systems Summit) questa settimana –, i bambini tra i 6 e i 23 mesi che vivono in aree rurali o delle famiglie più povere hanno molte più probabilità di seguire diete poco nutrienti rispetto a bambini della stessa fascia di età in aree urbane o più ricchi. Nel 2020, per esempio, la percentuale di bambini che riceveva il numero minimo di gruppi alimentari raccomandati era due volte più alta nelle aree urbane (39%) rispetto alle aree rurali (23%).

I bambini sotto i 2 anni di età, secondo il rapporto, non stanno ricevendo il cibo o le sostanze nutritive di cui hanno bisogno per prosperare e crescere bene, che porta a danni irreversibili allo sviluppo. L’UNICEF ricorda che crescenti povertà, diseguaglianze, conflitti, disastri legati al clima ed emergenze sanitarie come la pandemia da COVID-19, stanno contribuendo all’attuale crisi nutrizionale tra i più piccoli al mondo, che negli ultimi dieci anni, ha mostrato scarsi segnali di miglioramento.

I risultati del rapporto sono chiari: nei momenti in cui la posta in gioco si fa più alta, milioni di bambini vengono nutriti in modo inadeguato”, ha dichiarato Henrietta Fore, Direttore generale dell’UNICEF.Una scarsa assunzione di nutrienti nei primi due anni di vita può danneggiare irreversibilmente i corpi e i cervelli in rapida crescita dei bambini, incidendo sulla loro formazione scolastica, sulle prospettive di lavoro e sul loro futuro. Questo lo sappiamo da anni, ma i progressi nel fornire il giusto tipo di alimenti nutrienti e sicuri per i giovani sono stati pochi. Le problematiche attuali causate dal COVID-19 potrebbero peggiorare molto la situazione.

Mentre il COVID-19 continua a interrompere i servizi essenziali e spingere ancora più famiglie verso la povertà, il rapporto rileva che la pandemia sta colpendo le modalità in cui le famiglie alimentano i propri figli. Per esempio, secondo un’indagine condotta tra famiglie urbane a Giacarta, metà delle famiglie è stata costretta a ridurre l’acquisto di alimenti nutrienti. Di conseguenza, la percentuale di bambini che consumavano il numero minimo raccomandato di gruppi alimentari è diminuito di un terzo nel 2020, rispetto al 2018. Secondo una ricerca condotta dall’ufficio regionale dell’UNICEF per l’Africa orientale e meridionale tra giugno e agosto 2021, un bambino su cinque in Lesotho (20%) e almeno un bambino su tre in Kenya (43%) e Malawi (33%) ha ricevuto meno pasti a causa della pandemia.  

I bambini portano a vita le cicatrici di diete e pratiche alimentari inadeguate. Un apporto insufficiente di nutrienti che si trovano nelle verdure, nella frutta, nelle uova, nel pesce e nella carne, necessari per sostenere la crescita in tenera età, espone i bambini a rischio di scarso sviluppo cerebrale e apprendimento, basse capacità immunitarie, aumento dei contagi e, potenzialmente, morte.

I bambini sotto i due anni sono i più vulnerabili a tutte le forme di malnutrizione – ritardi nello sviluppo, malnutrizione acuta, carenza di micronutrienti, sovrappeso e obesità – come conseguenza di diete scarse e per il loro maggiore bisogno di nutrienti essenziali per chilogrammo di peso corporeo, rispetto a qualsiasi altro momento della vita.

Per garantire diete nutrienti, sicure e accessibili a ogni bambino, il rapporto chiede a governi, donatori, organizzazioni della società civile e attori per lo sviluppo di lavorare in insieme per trasformare i sistemi alimentari, sanitari e di protezione sociale attraverso delle azioni chiave, che comprendono:

  • Aumentare la disponibilità e l’accesso a cibi nutrienti – che comprendono frutta, verdure, uova, pesce, carne e alimenti arricchiti – incentivandone la produzione, la distribuzione e la vendita al dettaglio.
  • Implementare gli standard e le leggi nazionali per proteggere i bambini da alimenti e bevande trasformati e ultra-trasformati non sani e porre fine a pratiche di marketing dannose che hanno come target bambini e famiglie.
  • Aumentare la propensione verso cibi nutrienti e sicuri attraverso diversi canali di comunicazione, compresi i digital media per raggiungere genitori e bambini con informazioni semplici da comprendere e coerenti.

Il rapporto rileva che i progressi sono possibili con gli investimenti. In America Latina e nei Caraibi, per esempio, circa due terzi (62%) dei bambini tra i 6 e i 23 mesi sono alimentati con una dieta minimamente diversificata, mentre in Africa Orientale e Meridionale (24%), in Africa Occidentale e Centrale (21%) e in Asia del Sud (19%), meno di 1 bambino su 4 segue una dieta minimamente diversificata. In tutte le regioni, sono necessari investimenti per assicurare che ogni bambino benefici di diete diversificate, di cui ha bisogno per prevenire tutte le forme di malnutrizione, e crescere, svilupparsi e apprendere per raggiungere il proprio pieno potenziale.

I bambini non possono sopravvivere o prosperare solo di calorie“, ha proseguito Fore. “Solo unendo le forze con i governi, il settore privato, la società civile, i partner umanitari e di sviluppo e le famiglie possiamo trasformare i sistemi alimentari e sbloccare diete nutrienti, sicure e accessibili per ogni bambino. L’imminente vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari è un’importante opportunità per porre le basi per sistemi alimentari globali che soddisfino i bisogni di tutti i bambini“.

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