L’installazione temporanea dell’artista giapponese Uemon Ikeda e la performance della danzatrice americana Janet Park in Il sogno della farfalla nella ragnatela sono intimamente legate dal concetto di libertà. Dedicato al connubio tra arte e danza, l’intervento si svolgerà presso l’apposito palco allestito nel MACRO ASILO di Roma il prossimo 16 novembre, dalle ore 16.00 alle 18.00. Il fil rouge di lana e seta dell’installazione di Uemon Ikeda nasce da ricordi della sua infanzia e parte da un’idea sviluppata negli anni Ottanta. Durante il lavoro di annodamento dell’artista, Janet Park prenderà la forma di una farfalla, contrapponendo questa immagine di libertà alla ragnatela intessuta da un ragno, in una danza antica, memoria di un sogno ricorrente. Durante la performance il pubblico potrà interagire con l’installazione. “Zhuāngzǐ, tradotto in lingua giapponese è Sōshi; nacque nel 369 a.C. e morì nel 286 a.C. circa, in Cina. È stato un filosofo ed esistenzialista mistico di allora, sapeva raccontare aneddoti simili a storielle: una specie di cantastorie della filosofia cinese. Una di queste storielle èla nota “The Butterfly Dream”, “Il sogno della farfalla”. Il filosofo sognò di essere una farfalla che volava liberamente senza pensieri quotidiani. Appena sveglio pensòche il sogno che aveva fatto lo angosciava e non avrebbe voluto destarsi ed essere di nuovo Zhuāngzǐ. Gli venne il dubbio che la farfalla che aveva sognato, adesso sognasse di essere lui. E lui voleva svegliarsi ed essere la farfalla.

BIO

Uemon Ikedaè nato a Kobe, in Giappone, il 5 Aprile del 1952. Il suo percorso artistico ha inizio presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma – dove si diploma nel 1977 – sua città di adozione, in cui vive e lavora. Ha esposto prevalentemente in gallerie di Roma e di Tokyo: dal 1987 ad oggi è stato presente in significative rassegne internazionali di arte contemporanea. Nel suo lavoro la forma espressiva viene declinata, a seconda della tematica trattata, in codici linguistici che oscillano dalla pittura all’architettura, dal disegno all’istallazione fino a giungere alla scrittura. Tra le mostre più recenti:  Il ragazzo che voleva vivere nel rettangolo, a cura di Simonetta Lux presso il Museo Laboratorio di Art Contemporanea dell’Università La Sapienza, Roma (2005); L’artista come Rishi, a cura di Mary Angela Schroth a Lori Adragna, Museo di Arte Orientale, Roma (2011); Ritratto di una città #2: Arte a Roma 1960-2001, Macro, Roma; Golden Fleece – Jason the Beautiful Medea, Toki Art Space, Tokyo (2015). Danzatrice, coreografa, regista e produttrice, Janet Parkha studiato danza a Seoul, in Corea del Sud e ha proseguito la sua formazione negli Stati Uniti, negli anni Ottanta, frequentando il Fontbonne College, l’UCLA e la Washington University, maturando un interesse per l’architettura e la sua relazione con la letteratura, il movimento e l’ambiente. Tra i suoi ultimi lavori come danzatrice indipendente, ha prodotto una contact-improvisation interagendo con la scultura Silver Cloudsdi Andy Warhol e diretto una trilogia di teatro danza ispirata all’opera di Sandra Gulland Josephine Bonaparte: Martinique to Malmaison; ha realizzato performance site specific negli spazi dell’Unité d’Habitation di Le Corbusier a Marsiglia e presso la Pulitzer Foundation progettata da Tadao Ando a St. Louis in Missouri.

Progetto in collaborazione con: MACRO ASILO 

Con il patrocinio della Fondazione Italia Giappone e dell’Istituto Giapponese di Cultura