Ad un mese, circa, dal suo insediamento, il nuovo Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Venezia, l’Arch. Mauro Luongo, ha voluto incontrare la stampa in una delle 4 Sale Operative integrate della sede del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Venezia a Mestre.

Un’occasione per fare il punto della situazione e per conoscere l’uomo che è al comando dei Vigili del Fuoco della Provincia di Venezia.

La Sala Operativa è stato il primo punto all’ordine del giorno, il Comandante ci ha spiegato come la sede di Mestre sia un unicum nel suo genere in quanto permette, in caso di micro o macro crisi, di poter ospitare all’interno di un solo spazio condiviso, tutte le componenti istituzionale utili ed indispensabili, a vario titolo, come ad esempio il SUEM 118, la Protezione Civile, le Forze dell’Ordine, etc., per la risoluzione ottimale della stessa.

In occasione di crisi, o calamità in terra ferma, il Comandante ha spiegato come sia più “facile” intervenire chiedendo, eventualmente, rinforzi anche ad altre Province, Regioni o nei casi più complessi, anche da tutta Italia: cosa ben diversa se si pensa al centro storico di Venezia.

La sua unicità, fragilità e la delicatezza del suo patrimonio artistico ed architettonico, ne fa una realtà, in caso di evento avverso, che deve essere gestita in maniera assolutamente conservativa.

Il Comandante Luongo, ha spiegato come già da qualche tempo si stia sviluppando una App, in collaborazione con il Comune di Venezia, che consenta agli operatori di intervenire in maniera più rapida, efficiente ed efficace, in caso di incendi nel centro storico della città lagunare.

A questo proposito, il Comandante, ha ricordato come subito dopo il tragico incendio che ha distrutto il teatro La Fenice la notte del 29 Gennaio del 1996, si sia iniziato a costruire una capillare rete idrica antincendio che permetta di usare acqua dolce, al posto dell’acqua salmastra della laguna, per spegnere gli incendi: cosa non di poco conto per mitigare i danni se si pensa, oltre a quelli inevitabili dovuti dall’uso degli idranti, ai quelli derivanti dal sale contenuto nell’acqua della laguna.

Nella sala adiacente, un operatore ad una postazione del 115 ha visualizzato su uno schermo la mappa di Venezia con il dettaglio del reticolo di condotte che alimenta un insieme di idranti, distanti tra loro al massimo ottanta metri (cento metri in casi eccezionali) e dotati ciascuno di due prese per l’allacciamento delle manichette dei Vigili del Fuoco come indicato sul sito del Comune di Venezia .

Altro punto che ha voluto evidenziare, ed obiettivo del neo Comandante, è quello di migliorare l’efficienza degli interventi in situazioni particolarmente complesse. A questo proposito, ricordando come con il “Decreto Venezia”, approvato dal Consiglio dei Ministri, l’approdo delle grandi navi sia stato spostato a Marghera, il Comandante Luongo ha illustrato la sua intenzione di creare una task-force, sul “Modello Trieste“, per intervenire sugli incendi che potrebbero svilupparsi, non solo sulle grandi navi, ma su ogni tipo, e dimensione, di imbarcazione che insiste all’interno, ed all’esterno, della laguna di Venezia.

Non è stato tralasciato nemmeno il caso di un eventuale rischio incidente nell’area industriale di Marghera che, sebbene fortemente ridimensionata rispetto agli anni scorsi, è pur sempre possibile. Il Comandante ha ricordato, a questo proposito, come il Nucleo NBCR (Nucleare, Biologico, Chimico e Radiologico) del Comando di Mestre, sia un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale per l’efficienza e la professionalità dei suoi operatori componenti il Nucleo stesso.

Ha poi proseguito con una considerazione sul tratto dell’Autostrada A4 che da Venezia porta a Trieste, tristemente noto alle cronache per l’elevato numero di incidenti stradali, il più delle volte con gravi conseguenze, e non solo per la circolazione, il Comandante ha sottolineato come prima di tutto serva la “cultura dell’automobilista” oltre che il completamento della terza corsia.

Ha ricordato, inoltre, come in caso di incidente, ed incidente stradale, il lavoro dei soccorritori dei Vigili del Fuoco sia particolarmente oneroso, non tanto in termini fisici, ma psicologici se solo si pensa agli scenari, a volta anche raccapriccianti, nei quali debbono intervenire.

In conclusione, gli obiettivi dichiarati del Comandante Luongo sono affinare ulteriormente le capacità operative in caso di interventi e situazioni complesse, sviluppare, in generale, le abilità di tutto il personale migliorando costantemente la risposta in caso di eventi specifici avversi con continua formazione ed addestramento mirato ad incrementare le conoscenze specialistiche dei vari operatori.

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Michela Cossidente

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