Nell’anno europeo del Patrimonio culturale e nell’ambito del progetto FOCUS YOUNG MEDITERRANEAN AND MIDDLE EAST CHOREOGRAPHERS anche il Festival Danza Urbana guarda al Mediterraneo, lungo le cui sponde sono sorte numerose civiltà che ci hanno lasciato un’eredità straordinaria e costituiscono le fondamenta stesse su cui si sviluppa la nostra cultura. Prossima tappa del Focus saranno infatti a Bologna, il 5 settembre, i lavori DISPLACEMENT, nel quale il danzatore siriano Mithkail Algzhair costruirà una scrittura fisica derivata dalla propria condizione socio-spaziale di corpo lacerato in costante migrazione forzata dalla sua terra e PRELUDE TO PERSIAN MYSTERIES, dell’iraniano Sina Siberi che impronta la sua ricerca tra possibili percorsi di un passato invisibile e un presente frammentato, affidandosi al rituale della musica tradizionale persiana e alle nozioni spirituali del libro di Avesta. A seguire, il 6 settembre,  si proietterà il documentario LES AMOREUX DES BANC PUBLIC. LA RUE QUI RESISTE AVEC L’ART di Gaia Vianello e Juan Martin Baigorria e in prima visione il video SO-CITY OF SPECTACLE di Maryam Bagheri Nesami e Mitra Ziaee Kia e, a seguire, si svolgerà l’incontro-dibattito sul tema MEDITERRANEO, LA DANZA NEI LUOGHI PUBBLICI COME RESISTENZA POLITICA, a cura di Linda Chiaramonte e Catherine Cornet, che vedrà partecipare i coreografi Mithkal Alzghair, Seifeddine Manai, Radouan Mriziga e Sina Saberi. Infine, il 7 settembre, saranno in scena gli spettacoli 55 del marocchino Radouan Mriziga, giocato sulla prospettiva e le aspettative dello spettatore e, debutto in prima nazionale, Shine my blind way, della compagnia tunisina B.F.A.M.  nel quale Seifeddine Manai e Marion Castaillet Dhomps interpreteranno un lavoro improntato alla ricerca dell’equilibrio. Questa area del mondo è oggi attraversata da conflitti, movimenti sociali, politici e religiosi – afferma Massimo Carosi, direttore artistico del festival Danza Urbana – che da una riva all’altra sembrano mettere in crisi quell’attitudine all’incontro e allo scambio fra popoli, culture, conoscenze, propri di questo “mare tra le terre”, o meglio “mare che mette in contatto”, secondo la sua radice araba. La propensione all’incontro ci sembra quindi l’eredità più preziosa, che ha consentito il fiorire di tanta arte e cultura e che abbiamo la responsabilità di preservare. Il confronto tra le differenti scene del Mediterraneo della ventiduesima edizione del Festival esprime anche la forza che la danza urbana ha come atto politico. Da questo focus emerge, infatti, con prepotenza la dimensione politica che la danza d’autore assume negli spazi pubblici; particolarmente evidente là dove è un’arte proibita, o dove l’esposizione pubblica del corpo è soggetta a severe prescrizioni. Nel nostro contesto la danza nello spazio pubblico assolve una funzione politica meno esplicita, eppure importante. Riafferma la possibilità e il diritto di vivere liberamente la città, i suoi luoghi, di esserne partecipi e non solo fruitori, sottraendo i cittadini alle logiche e ai dispositivi di mero efficientismo e funzionalismo dell’apparato città rinegoziando i tempi e i modi di fruizione degli spazi pubblici. I prossimi appuntamenti del FOCUS YOUNG MEDITERRANEAN AND MIDDLE EAST  CHOREOGRAPHERS riguarderanno la Toscana (Anghiari Dance Hub), la Sicilia (Scenario pubblico), la Basilicata (Città 100 scale) e il Lazio (Teatri di Vetro), dove la manifestazione si concluderà il 27 settembre, dopo sei mesi di programmazioni in tutta Italia.

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Video
LES AMOREUX DES BANC PUBLIC. LA RUE QUI RESISTE AVEC L’ART
di Gaia Vianello e Juan Martin Baigorria

Dalle contestazioni del dicembre 2010 un genere estetico e politico, la street-art, si è impossessato delle strade e dello spazio pubblico tunisino, trasformandolo in un luogo in cui le creazioni artistiche e culturali prendono forma e veicolano un messaggio che arriva in maniera diretta ai cittadini. Collettivi di writer, compagnie di danza, di teatro e di cinema hanno trasformato le piazze, le Medine e i mercati di Tunisi e della Tunisia in un nuovo palcoscenico fruibile da tutti, per sensibilizzare la società civile all’arte, intesa come dovere cittadino. Seguendo il lavoro di gruppi come Zwewla, Ghar-Boys, la Fédération Tunisienne de Ciné-Club, Brotha from Another Motha Company, Danseurs-Citoyens, Art Solution e molti altri, il documentario indaga su una nuova modalità di cittadinanza attiva nella Tunisia post-rivoluzionaria e sull’impatto che questa può avere, nell’attuale contesto instabile, sulla società tunisina, ed in particolare sulle giovani generazioni, diffondendo una cultura alternativa alle istanze più radicali del paese.

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Video
SO-CITY OF SPECTACLE
di Maryam Bagheri Nesami e Mitra Ziaee Kia

L’opera prende ispirazione dalla teoria di Guy Debord, “La società dello spettacolo”, in cui ogni individuo si comporta in società come su un palcoscenico, dominato e agito da o in favore dei rapporti di potere. In So-city of Spectacle due corpi femminili si esibiscono nei luoghi pubblici di Teheran non in modo armonioso come ci si aspetterebbe, ma eccentricamente, distraendo lo sguardo maschile dei presenti. Una distrazione causata dalla collisione tra i movimenti eterogenei, isolati delle danzatrici e i costrutti maschili dominanti, uniformi e omologati; più il movimentato è rifiutato e anticonformista, più è visibile e spettacolare.

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Conferenza
MEDITERRANEO, LA DANZA NEI LUOGHI PUBBLICI COME RESISTENZA POLITICA
Coordinato da: Linda Chiaramonte e Catherine Cornet
Con: Mithkal Alzghair, Seifeddine Manai, Radouan Mriziga, Sina Saberi

Il Mediterraneo è un’area del mondo che in questi decenni è stata protagonista di importanti movimenti politici, religiosi, sociali, conflitti, migrazioni e crisi economiche. Fenomeni che, come onde, hanno attraversato il mare da una sponda all’altra, impattando in modo differente su ciascun paese. Come interviene la danza in questi contesti sociali e politici? Perché la danza, fra le arti, è tra quelle che più di tutte è diventata anche una forma di resistenza civile? Quale relazione esiste tra democrazia, corpo e spazio pubblico? Le giornaliste Linda Chiaramonte de “Il Manifesto” e Catherine Cornet di “Internazionale” dialogano su questi temi con gli artisti del Focus Young Mediterranean and Middle East Choreographers Mitkhal Alzghair, Seifeddine Manai, Radouan Mriziga, Sina Saberi, a partire dalle loro biografie e percorsi artistici.

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Sina Saberi
MaHa/ Sina Saberi, Prelude to Persian Mysteries

Ideazione artistica, coreografia e interpretazione : Sina Saberi
Musiche : Aliakbar Moradi, Keyhan Kalhor
Elaborazione del suono e mix: Farbod Maeen
Costumi: Reza Nadimi
Disegno luci:  Ali Kouzehgar
Produzione MaHa Collective, Iran

“Eco delle anime turbolente del mondo;
Umano, questo corpo celeste di verità.
I miei segreti, conferisco al tuo risveglio
E questo rituale di luce;
Di terra, vento, acqua e fuoco.”

“Il punto di partenza era la necessità di muoversi. ‘Persian Mysteries’ è un progetto di ricerca che va alla ricerca di possibili percorsi tra un passato invisibile e un presente frammentato. Si basa sulla musica tradizionale persiana, sugli antichi rituali persiani dell’era zoroastriana e sulle nozioni spirituali del libro di Avesta. In termini di movimento, cerca di esplorare e scoprire come potrebbe essere oggi la danza persiana contemporanea a partire dal vuoto di 40 anni nell’esistenza di questa forma d’arte in Iran. Preludio a “Persian Mysteries” ha la forma di un rituale e costituisce la prima fase di un progetto in divenire. Questa creazione è stata presentata per la prima volta a Teheran nel marzo 2016 come una delle opere del primo festival iraniano “Body Movement”, avviato dal collettivo di artisti MaHa, e successivamente a Beirut all’interno di Moultaqa Leymoun/Arab dance platform 2016. A questo sono seguite numerose repliche in altri paesi.”

Sina Saberi
Proveniendo da una formazione in letteratura, inizia la carriera nel campo dell’istruzione e lavora come insegnante / traduttore tra il 2006 e il 2012. Nel 2012, entra nell’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite a Teheran dove rimane per un anno. Durante questo periodo, seguendo il suo interesse per le arti dello spettacolo, approfondisce lo studio del teatro e fa l’attore per circa un anno. Presto però sviluppa un interesse per il teatro fisico attraverso la formazione con Jacques Lecoq e Laleh Alavi e subito dopo, con il coreografo iraniano Atefeh Tehrani, con il quale si avvicina alla danza contemporanea. Il suo interesse per il corpo, il movimento e la danza cresce e inizia a cercare risorse che gli permettano di approfondire le conoscenze di questa disciplina che subito dopo la rivoluzione islamica del 1979 in Iran è stata relegata in una condizione difficile e molto poco chiara. Questo vuoto di almeno 40 anni è diventato l’argomento della sua pratica come artista di danza. Insieme a un gruppo di giovani artisti indipendenti inizia a studiare l’arte nel suo contesto più globale. Da questa esperienza è nato un piccolo collettivo di danza chiamato MaHa. Nel 2015, decide di condividere le scoperte con il pubblico attraverso una performance privata chiamata “No. 3, Teheran ‘. Successivamente inizia a contattare la comunità internazionale di danza per avere l’opportunità di presentarsi alla scena della danza iraniana contemporanea. Attraverso l’incontro con Omar Rajeh, direttore di Maqamat Dance Theatre e del Beirut International Festival of Dance/Bipod, avvia una collaborazione con Maqamat Dance Theatre, che lo porta alla prima collaborazione internazionale chiamata Zaafaran. Nel marzo 2016, riesce finalmente ad organizzare “Body Movement” il primo festival ufficiale di danza in Iran.

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Mithkal Alzghair
Displacement 
Progetto coreografico in due parti: Solo + trio

coreografia: Mithkal Alzghair
interpreti: Rami Farah, Shamil Taskin, Mithkal Alzghair
consulenza drammaturgica : Thibaut Kaiser
disegno luci : Séverine Rième
co-produzione: Godsbanen – Aarhus (Danemark)/Musée de la Danse-CCN de Rennes et de Bretagne / the foundation AFAC / Les Treize Arches-Scène conventionnée de Brive.
Con il supporto di: Centre National de la Danse – Pantin, France, Studio Le Regard du Cygne,
Théâtre Louis Aragon, scène conventionnée danse de Tremblay-en-France

Displacement /Trio
In questa creazione la mia ricerca è incentrata sul patrimonio delle tradizioni della cultura siriana. Cerco di capire le fonti da cui vengono le danze tradizionali, il processo di imprinting ma anche di diffusione che ne sono alla base. Parto dalla realtà sociale e politica che ha contribuito alla creazione di questo patrimonio: il patrimonio militare, il patrimonio dittatoriale, l’eredità dei regimi autoritari, la rivoluzione, la guerra e infine lo “spostamento”.
La necessità di questa creazione è legata a ciò che oggi riguarda lo “spostamento” e più in generale la migrazione, le violenze, gli omicidi, i massacri, i conflitti e le rivoluzioni che imperversano in Medio Oriente.
Il mio obiettivo è identificare “l’identità” del corpo siriano a partire dal suo patrimonio culturale riconosciuto, vissuto e costruito per capire come sono iniziati questi eventi che scuotono quelle aree geografiche.
Sono interessato all’eredità culturale di questo corpo “Siriano”. La formazione del mio corpo è avvenuta sotto il dominio dell’autorità religiosa, politica e militare. Anche la danza popolare, che pure mi ha fortemente influenzato, è stato un modo per rafforzare le radici, che sono la mia eredità culturale. Questa contraddizione tra le radici e lo spostamento è un problema che riflette la realtà di tutti i rifugiati siriani. Riassume la situazione degli sfollati, per i quali l’eredità diventa un fardello pesante da portare in questo nuovo contesto in cui vivono: il neoliberismo della società occidentale.
Parlo di me stesso e di persone che sono direttamente colpite dalla guerra.
Qual è l’identità di una società che si è formata sotto il dominio e la dittatura coloniale? E’ diversa da quella di chi ha vissuto la guerra e la migrazione? Dov’è lo spazio di libertà per questi corpi? Quali sono i vincoli e le ideologie che sono oramai parte di noi e come possiamo affrontarli?

Displacement/Solo
Ho testato fisicamente su di me l’urgenza dello “spostamento”  forzato, la fuga, lo stare in attesa prima della partenza, l’esilio…. Lasciare un territorio costruito da un’intera comunità, incluso me stesso, lasciando anche abitudini, relazioni e impegni. Il cambiamento ha prodotto effetti (incidenti,  disastri …) che mi hanno costretto a spostarmi. È proprio questa l’idea di spostamento che io sperimento su me stesso attraverso questa creazione. Quale può essere il movimento quando non è volontario? Che cosa è quel corpo che è costretto a muoversi, o a volte a rimanere immobile? Come si muove l’individuo dopo essersi trasferito in un nuovo contesto che gli impone di rimodellare il suo territorio, per tentare di ricostruirlo, e quindi ricreare una nuova identità, che forse dovrà però lasciare di nuovo? Questo è un processo permanente di costruzione e decostruzione.

Questo assolo affronta temi quali lo “spostamento”, forzato o volontario che sia, l’urgenza o la costrizione a muoversi, il bisogno di partire e l’ansia di non poter fare ritorno.
Ciò che mi interessa è la relazione tra i due luoghi, quello originale e quello che abbiamo dovuto scegliere, che produce un corpo lacerato. Non siamo più nel primo luogo, e nello stesso tempo è impossibile costruirne uno nuovo. Sentire che siamo in un peregrinare senza fine, che essere in transito diventa il nostro stato quotidiano. Siamo bloccati tra il punto di partenza e di arrivo, proprio lì in mezzo.

Mithkal Alzghair
Nato in Siria nel 1981, è danzatore e coreografo. Vive e lavora in Francia (Parigi), paese che gli ha riconosciuto lo status di “rifugiato”.
Si è formato tra l’oriente (Higher Institute of Dramatic Art a Damaso/Siria) e l’occidente (master di studi coreografici “ex.e.r.ce” presso il Centro Nazionale Coreografico di Montpellier/Francia). Dopo questa esperienza all’estero non ha potuto fare ritorno in patria perché devastata dalla guerra.
Danza per molti coreografi, tra gli altri, recentemente, grazie al progetto Europeo CRASK, ha collaborato con la compagnia italiana  In-Occula. Nel marzo 2016 crea Displacement, composto da un solo e un trio, con il quale vince il premio  “Danse élargie”, organizzato dal Théâtre de la Ville di Paris e dal Museum of Dance / CCN Rennes et de Bretagne.

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Radouan Mriziga
55

Ideazione e interpretazione: Radouan Mriziga
assistente: Alina Bilokon
Suono: Radouan Mriziga
Collaborazione: Moussem team, Alina Bilokon, Youness Khoukhou, Bart Meuleman, Steven De Belder
Produzione: Moussem Nomadic Arts Centre
Co-produzione: C-mine cc Genk / WP Zimmer (Antwerpen)
In collaborazione con: Cc Berchem / Kunstenwerkplaats Pianofabriek (Brussels)/ O Espaço do Tempo (Montemor-o-Novo)/ STUK Leuven and Kunstenfestivaldesarts (Brussels)

Quali informazioni desidera condividere l’artista con lo spettatore? Fornisce molte o poche informazioni? E cosa sta cercando di ottenere con questo: vuole trasmettere il significato del lavoro o in effetti preferisce tenerlo vago? Nel suo assolo, il coreografo e ballerino Radouan Mriziga gioca costantemente con la prospettiva e le aspettative dello spettatore. Si pone alcuni compiti di base. Portandoli fuori, crea “forme”, ma si pone anche in una situazione sempre più complessa.

Radouan Mriziga
Il coreografo e ballerino Radouan Mriziga (Marocco, 1985) Ha studiato danza in Marocco, Tunisia e Francia, in seguito si è spostato in Belgio, presso P.A.R.T.S. a Bruxelles, dove ha proseguito gli studi. Vive e lavora a Bruxelles ma mantiene un forte legame artistico con la Tunisia e il Marocco. Dal 2014 è sostenuto dal Moussem Nomadic Arts Centre di Bruxelles per il quale è artista in residenza. Il Moussem si concentra su artisti che sono direttamente collegati al mondo arabo, o dimostrano un’apertura verso di esso e indirizza le sue attività, ad un pubblico urbano eterogeneo, integrandole nelle strutture artistiche più tradizionali nelle Fiandre, a Bruxelles e in Europa.
Mriziga nel 2014 ha creato l’assolo 55 e  nel 2016 la coreografia di gruppo 3600 – due spettacoli in cui esamina il rapporto tra danza e architettura e interpreta l’uomo come un atto di equilibrio tra mente, corpo e spirito. Nel maggio 2017, ha concluso la trilogia presentando al Kunstenfestivaldesarts lo spettacolo 7. La trilogia prodotta dal  Moussem Nomadic Arts Centre è impegnata in un tour internazionale per la stagione 2018/19.
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B.F.A.M./Seifeddine Manai
Shine my blind way

Coreografia e drammaturgia : Seifeddine Manai
Scenografia : Marc Perez
Direzione tecnica e luci : Marc Perez
Musiche : Morgan di Benedetto
Interpreti : Marion Castaillet Dhomps , Seifeddine Manai
Nel 2017 lo spettacolo è stato presentato, in forma di studio, al Festival Les Francophonies en Limousin – Limoges/Francia (http://www.lesfrancophonies.fr/M-A-K-T-O-U-B-Shine-My-Blind-Way). La creazione ha il sostegno della regione di Tolosa

La nebbia schiaccia la mente e rende ciechi i cuori.
“L’uomo è cieco, sordo, fragile, come un muro che abita e rode un insetto”
Baudelaire.
Per spremere la felicità, devi accettare il pericolo. Questo gusto per il rischio a volte nasce da due strade che si scontrano nel buio. È difficile definire se sia razionale o no; e non è questo il punto. Che siano violenti, potenti, timidi o quasi invisibili, ci spingono ad agire, a cogliere il nostro rischio. Inizia così una battaglia nel cuore del caos, una mischia tra “io” e l’altro, tra la forza e la debolezza, l’onestà e le illusioni, la gloria e la semplicità …
Una vera ricerca di equilibrio che viene costantemente sfidata per toccare la verità. Dobbiamo accettare la fragilità della non-perfezione, soffrire, respingere, superare, rifiutare e staccare dall’ipocrisia; da questo caos arriverà la serenità.

B.F.A.M.
La compagnia Brotha From Another Motha viene fondata in Tunisia nel marzo 2011. La curiosità artistica e gli eventi politici spingono Seifeddine Manaï a lavorare in Tunisia dove vuole formare giovani tunisini che sono pienamente coinvolti in questo movimento della società: la primavera araba. La compagnia si costruisce e cresce durante viaggi e spettacoli all’estero, specialmente in Francia, Svezia, Italia, Corea del Sud o New York.
Tra il 2011 e il 2017 sono nate nuove collaborazioni con artisti e strutture sempre in Francia ma anche in Inghilterra e Svizzera .
Attualmente B.F.A.M. è una compagnia formata da artisti di varie nazionalità (Francia, Tunisia, Corea del Sud e Spagna). Questa identità conferisce un aspetto universale, caro al coreografo, che si avvicina alla danza e alla creazione come mezzo di libertà ed espressione che va oltre le frontiere nazionali.
B.F.A.M. è anche caratterizzata dalla volontà di reinventarsi costantemente andando oltre i classici canali di circolazione. Lavora sul palcoscenico ma anche nei musei, negli spazi urbani, nelle zone rurali, nelle gallerie d’arte, nei negozi e nelle sale da concerto.
Spazi diversi portano ad immaginare nuove configurazioni sceniche, sperimentare nuovi rapporti per il pubblico. Questo aspetto si lega anche al desiderio di uscire e incontrare il pubblico al di fuori delle sedi culturali ufficiali nello spirito di reciproca ispirazione artistica.
La relazione con se stessi, con gli altri e con lo spazio sono al centro delle creazioni di questa singolare compagnia. I temi affrontati nelle creazioni sono sempre sostenuti da una riflessione sullo stato dell’artista, sul lavoro svolto su di sé e sul suo rapporto con le aspettative degli altri e della società riguardo al gesto artistico.

Seifeddine Manai
Allo stesso tempo coreografo e interprete, di origine tunisina, scopre molto presto il mondo della danza. La sua vita di artista del Maghreb è iniziata con il giovane National Ballet of Tunisia, poi ha affinato la sua pratica con il Sybel Ballet Theatre Co., diretto da Syhem Belkhodja. Nel 2003, partecipa al festival di danza Bates negli Stati Uniti. Nel 2005, ha ricevuto una borsa di studio dello Stato francese per partecipare al programma di formazione degli artisti coreografici presso la National School of Contemporary Dance di Angers, dove ha studiato e incontrato coreografi come Trisha Brown, Ko Murobushi e David Zambrano. Loic Touzé, Vera Montero e altri che hanno arricchito il suo background artistico, i suoi strumenti, il suo universo di artisti. Allo stesso tempo, è uno dei fondatori del Collettivo Upper Underground Crew di Tunisi, che è stato invitato a partecipare ai progetti di creazione “Vivant” e “ROJLA” con la Dance Theatre Company diretta da Imed Jemaa. L’Upper Underground Crew lavora principalmente nella cultura urbana undergound a Tunisi e nel Maghreb. Una cultura di “Street B-boying” che porta la danza contemporanea ad altre pratiche del corpo e una nuova fisicità …  Lavora con Osmosis Cie nel 2009 per TRANSIT e successivamente per la creazione di “(Of) stelle del mondo” e collabora al progetto “Hotel Dance Room International” in Germania. Dopo la rivoluzione tunisina, torna in Tunisia per riunire i ballerini attorno alla sua compagnia Brotha From Another Motha con la quale presenta il suo primo lavoro (& Alors and So!) su commissione della Ferme du Buisson di Parigi. Nel 2015, ha collaborato con Marcel Leemann al teatro di Berna per lo spettacolo Nullwert. Nel 2016, su richiesta della Biennale de la danse de Lyon, ha creato un’opera per la città di Villeurbanne. Con il sostegno dall’Istituto francese di Parigi, ha in programma un tour in dieci paesi del continente africano.

Marion Castaillet Dhomps
Marion ha seguito una formazione multidisciplinare prima di unirsi alla compagnia Sara Ducat. Conduce vari progetti educativi, in particolare nelle scuole con i dispositivi “Dance at School”. Tra il 2013 e il 2018 collabora e si esibisce con il coreografo Pierre-Michaël Faure. In seguito ha collaborato con Sylvie Balestra, Raphaël Olive e Guillaume Suarez. Nel 2015 ha incontrato Marcel Leeman e, insieme al danzatore/coreografo Seifeddine Manaï, ha danzato nello spettacolo “Nullwert”. Nel 2016, ha assistito Seifeddine Manaï (direttore di B.F.A.M.) in vari progetti, in particolare per la Biennale de la danse de Lyon. Ispirata e nutrita dal “teatro di danza fisica” di B.F.A.M, sviluppa una sua danza fisica ed energica e tiene seminari in Francia e all’estero. Nel 2017 ha coreografato il suo primo lavoro per  B.F.A.M. Crea anche per la prima volta un assolo “Happiness does not wait” che interpreta.

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ASSOCIAZIONE CULTURALE DANZA URBANA / DANZA URBANA – FESTIVAL INTERNAZIONALE DI DANZA NEI PAESAGGI URBANI
BOLOGNA

L’Associazione Culturale Danza Urbana opera da più di un decennio nell’organizzazione di eventi culturali internazionali nell’ambito della danza contemporanea e di ricerca, della performing art e del teatro-danza, realizzati nei luoghi pubblici delle città. Dal 1997 l’Associazione organizza a Bologna”Danza Urbana – Festival Internazionale di danza nei paesaggi urbani”. Si tratta di una delle iniziative di danza più seguite dal pubblico in Emilia Romagna e ancora una delle poche dedicate alla danza contemporanea nel territorio bolognese. Per prima in Italia ha proposto una programmazione di eventi di danza in contesti esclusivamente non teatrali con l’intento di innovare i linguaggi coreografici e le modalità spettacolari. In particolare propone spettacoli in spazi non convenzionali, pubblici e privati, della città per avvicinare un nuovo pubblico ai linguaggi contemporanei della danza, per promuovere un diverso modo di fruire gli spazi quotidiani, per promuovere l’innovazione coreografica con la sperimentazione di formati e codici. Il Festival ospita e promuove gli artisti del territorio, così come gli artisti più interessanti della scena nazionale ed internazionale, attraverso un intensa attività di networking con differenti reti territoriali e transnazionali.Nel 2005 fonda con altri operatori del territorio Anticorpi – rete di festival, rassegne e residenze creative per la danza indipendente; dal 2008 coordina l’azione Fondo Fare Anticorpi, per il sostegno alla creazione, alla produzione e alla mobilità degli artisti di danza dell’E.R. Dal 2015 coordina l’azione Danza Urbana XL, all’interno della rete Anticorpi XL, azione rivolta a creare opportunità di condivisione delle proposte spettacolari di danza urbana, ideate da giovani autori italiani e stranieri.

Massimo Carosi è fondatore e direttore artistico di Danza Urbana – Festival Internazionale di Danza nei paesaggi urbani, la prima manifestazione in Italia specificamente dedicata alla danza in spazi non-teatrali. Ha curato il libro Movimenti Urbani – La danza nei luoghi del quotidiano in Italia, Editoria&Spettacolo, dicembre 2011. Per il Network Anticorpi XL coordina dal 2015 l’azione di circuitazione Danza Urbana XL. Ha curato diverse manifestazioni e progetti di danza in Italia e all’estero, fra questi: Festival Città delle 100 Scale (Potenza e Matera); On the Road – Short Formats Festival (Milano); Corpi Altri (Tokyo – JP); Katachi Wo Koete (Bologna, Treviso, Ravenna, Pesaro, Cagliari, Iglesias).Ha partecipato alla creazione di reti, in particolare: CQD– Ciudades Que Danzan; Anticorpi – Rete di Festival, Rassegne e Residenze Creative dell’Emilia Romagna; H(abita)T – Rete di spazi per la danza. E’ coordinatore in Emilia-Romagna di GD’A, progetto della rete Anticorpi a sostegno della giovane danza d’autore, e Innesti, percorsi di formazione in compagnia. Dal 2013 co-dirige TIR Danza, organismo di produzione impegnato nel sostegno e nella promozione di autori emergenti della scena italiana.

www.danzaurbana.eu

Mercoledì 5 settembre

Ore 19.00
Piazza Scaravilli

Mithkal Alzghair
DISPLACEMENT / SOLO

Ore 19.30
Pinacoteca, Sala Incamminati

Sina Saberi / MAHA
PRELUDE TO PERSIAN MYSTERIES

Giovedì 6 settembre

Ore 15.00
MAMbo, Sala conferenze

Proiezione
Les amoreux des banc public. La rue qui résiste avec l’art
di Gaia Vianello e Juan Martin Baigorria 
(repliche il 7, 8, 9 settembre dalle 16:30 alle 18:30)

a seguire
Proiezione
SO-CITY OF SPECTACLE
di Maryam Bagheri Nesami e Mitra Ziaee Kia
(repliche il 7, 8, 9 settembre dalle 16:30 alle 18:30)

Ore 16.30
MAMbo, Sala Conferenze

Conferenza
MEDITERRANEO, LA DANZA NEI LUOGHI PUBBLICI COME RESISTENZA POLITICA
Coordinata da: Linda Chiaramonte e Catherine Cornet
Con: Mithkal Alzghair, Seifeddine Manai, Radouan Mriziga, Sina Saberi

Venerdì 7 settembre

Ore 18.00
Cappella Farnese di Palazzo D’Accursio

Radouan Mriziga
55

Ore 19.00
Piazza San Francesco

Seifeddine Manai / B.F.A.M.
SHINE MY BLIND WAY

FOCUS YOUNG MEDITERRANEAN AND MIDDLE EAST  CHOREOGRAPHERS
è un’iniziativa concepita ed in collaborazione tra:

ACS – Abruzzo Circuito Spettacolo (Festival Corpografie) – Pescara
Associazione Armunia (Festival Inequilibrio) – Castiglioncello (LI)
Associazione Culturale Basilicata 1799 (Città delle 100 scale Festival) – Potenza e Matera
Associazione Culturale Danza Urbana (Danza Urbana Festival) – Bologna
Associazione Culturale Mosaico Danza (Festival Interplay) – Torino
Associazione Triangolo Scaleno (Festival Teatri di Vetro) – Roma
C.L.A.P.Spettacolodalvivo (La Strada Festival) – Brescia
Anghiari Dance Hub – Anghiari (AR)
Cross Festival – Verbania (VCO)
Fondazione Fabbrica Europa per le Arti Contemporanee (Festival Fabbrica Europa) – Firenze
La MaMa Umbria International (in collaborazione con Festival dei 2Mondi) – Spoleto (PG)
Marche Teatro (Inteatro Festival – rassegna Marche Teatro Danza) – Polverigi (AN)
Scenario Pubblico / Compagnia Zappalà Danza – Catania
Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza (Festival Danza in Rete) – Vicenza

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