In occasione del settimo centenario della morte del Sommo Poeta, il M° Ambrogio Sparagna ha voluto omaggiare, a far suo, il padre della lingua italiana.

Il suo progetto originale, “Il Dante cantato”, realizzato in collaborazione con il Miur, ha avuto la sua genesi nel coinvolgimento degli studenti di istituti scolastici disseminati su tutto lo “stivale” riuscendo a coinvolgerli e facendoli riscoprire l’antica usanza della poesia cantata alla maniera dei pastori dell’area appenninica.

Questo progetto si è poi evoluto in un concerto, portato, di piazza in piazza, in giro per l’Italia riscuotendo un successo, ed il gradimento, dei numerosissimi spettatori.

Ambrogio ci ha abituato, da sempre, a scoprire sonorità popolari ma, popolari, nell’accezione più ampia possibile del termine; nello specifico, il suo Dante Cantato ci offre una visione di come gli endecasillabi del Poeta, che per molti potrebbero sembrare materia da letterati, fossero, in realtà, cantati anche dai pastori che li avevano imparati ad orecchio.

Letta così potrebbe sembrare una contraddizione in termini, al contrario, è l’intrinseca forza della poesia e, quella di Dante, è una poesia universale e popolare dove, per popolare, si intende che non è rivolta solo ai dotti, ma a tutti e, quei tutti, erano proprio quelle persone che nei loro convivi cantavano i versi del poema dantesco.

Sparagna ha riscoperto questa antica usanza e ci ha riproposto quei versi che ancora “puzzano di pecora”, facendoci assaporare e, in un certo senso, riscoprire Dante come mai, forse, avremmo immaginato di “leggerlo”.

Ecco che, allora, le terzine dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso prendono corpo, disegnano diafane immagini nelle nostre menti instillate dalle sonorità emanate dall’organetto, dalle ciaramelle, dalle zampogne che accompagnano quei versi scritti più di sette secoli fa.

A Ferrara, sul palco della piazza interna del medioevale Castello Estense, Sparagna, ed i solisti dell’Orchestra Popolare Italiana (OPI), ha offerto il suo Dante Cantato ad un pubblico entusiasta che, ancorché distanziato per le vigenti norme anti Covid, si è fatto coinvolgere dalla ritmica, e dalla metrica, delle sonorità, con le quali, Ambrogio ha saputo sapientemente coniugare i versi che abbiamo studiato sui banchi di scuola con la tradizione della musica popolare dell’Italia Centrale.

In questo caleidoscopio multi sfaccettato, oltre all’immancabile Organetto di Ambrogio, si sono inseriti gli strumenti musicali tradizionali: la Zampogna e le Ciaramelle di Marco Iamele, i Flauti e la voce inconfondibile di Raffaello Simeoni con cui ha donato una profondità inaspettata ai versi danteschi, il Violino a tromba e la Ghironda di Erasmo Treglia che hanno aggiunto un’ atmosfera rinascimentale nonché l’inconfondibile timbro vocale di Anna Rita Colaianni che ha saputo commuovere il pubblico con la sua trasposizione orale dei Canti della Commedia Divina.

In tutto questo, forse anche per dimostrare come sia ancora prepotentemente attuale la Poesia di Dante, Davide Rondoni, ideatore e curatore del Fe.Fant, il Festival della Fantasia di Ferrara nel quale è stato inserito il Concerto di Ambrogio Sparagna, ha commentato, proponendone una lettura contestualizzata ai giorni nostri, alcune delle terzine cantate.

Si ha avuto così l’impressione di aver sempre avuto sotto gli occhi qualcosa di assolutamente prezioso ma di non averlo mai notato davvero, forse, fino ad oggi.

Con questo concerto il M° Sparagna “esce a riveder le stelle”, nel senso che, se pur nel rispetto delle normative anti Covid in essere, si re-inizia a stare insieme, se pur distanziati, ma pur sempre in compagnia, in un “convivio” musicale di cui, francamente, ne sentivamo la mancanza da fin troppo tempo.

Convivio, Dante e i cantori popolari” è anche un Libro con CD accluso, prodotto da Finisterre per la nuova collana Nubes, che raccoglie i 12 brani cantati ed una guida di una ottantina di pagine che, oltre a riportare i testi cantati, offre una lettura che favorisce un ascolto critico e cosciente dei versi cantati.

Un progetto, quest’ultimo del M° Sparagna, di così ampio respiro da offrire molteplici spunti di riflessione; un ristoro sia per la mente e per l’anima.

Un Concerto ed un disco assolutamente da non perdere, da ascoltare e gustare, per riscoprire Dante in una chiave difforme da quanto forzatamente, ed a volte a malavoglia, studiato a scuola, scorgendone, chiaramente, il suo lato così profondamente umano che lo ha reso il Poeta più “popolare” per antonomasia.

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Michela Cossidente

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