Non è la mia guerra. Non è la vostra guerra. Non è la guerra degli

Italiani, la guerra degli Austriaci, degli Ungheresi o dei Tedeschi.

La guerra non è di qualcuno. La guerra non appartiene a noi uomini.

La guerra ha una sola appartenenza. La guerra è della morte.

 

E’ uscito in tutte le librerie “La guerra è della morte” (Navarra Editore) di Nuccio Pepe. Un’opera che racconta la Prima Guerra Mondiale nell’anno del centenario della sua fine. Quella guerra che tra il 1915 e il 1918 vide un esercito di contadini, pastori, operai, male armato e, peggio, male comandato, andare al massacro. Lo scrittore la racconta attraverso lo sguardo di un gruppo di soldati siciliani che, guidati dal tenente Domenico Di Martino di Casteldaccia, condividono quell’esperienza che li vedrà insieme fino alla disfatta di Caporetto nell’Ottobre 1917. Un libro di orrore e di speranza al tempo stesso: puntellato da testimonianze di sopravvissuti e arricchito da brani di lettere autentiche. “La Guerra è della Morte” non risparmia al lettore le atrocità dei campi di battaglia, ma al tempo stesso scava nell’intimità dolente dei protagonisti, esaltando il valore dell’amicizia, dell’amore e della solidarietà. Nella prefazione a cura di Pasquale Hamel, il saggista aggiunge: “Pepe ancora ci racconta il non raccontato, «degli schizzi di sangue che coprono la faccia, delle urla terribili dei feriti, di soldati senza braccia e senza gambe, improvvisamente ciechi o semplicemente impazziti per la paura» ma anche delle tante esecuzioni di soldati che per sfuggire alla morte disertavano. Ci riporta, quindi, alla disumanità della vita di trincea dove gli uomini si agitano nel fango come topi nelle fogne, dove il coraggio, l’incoscienza, l’angoscia e la paura scandiscono le lunghe giornate di orrore quotidiano. Ma ci racconta anche della umanità e della solidarietà che nascono dalla condivisione di uno stesso destino e che cancellano non solo le distanze ma anche la rigida logica, imposta dal conflitto, del rapporto amici/nemici”.  Un romanzo crudo e romantico allo stesso tempo che racconta la Grande Guerra con gli occhi e gli stati d’animo di chi quelle atrocità le ha vissute sulla propria pelle. Quella guerra che sarebbe dovuta essere breve e vittoriosa, diventa un massacro umano, una guerra dove gli schizzi di sangue coprono la faccia e si odono le urla dei feriti, dove i soldati sono senza braccia e senza gambe, dove si respira il puzzo della trincea e i pantaloni dei soldati sono bagnati di urina. Perché la prima guerra mondiale, come del resto tutte le guerre del mondo, “non è la mia guerra. Non è la vostra guerra. Non è la guerra degli italiani, la guerra degli austriaci, degli ungheresi e dei tedeschi. La guerra non è di qualcuno. La guerra non appartiene a noi uomini. La guerra ha una sola appartenenza. La guerra è della morte”. Questa sua nuova pubblicazione assume quindi un significato di particolare rilevanza, non soltanto alla luce dell’anniversario, ma anche in considerazione di un momento storico e politico in cui nuove trincee si innalzano.

Chi è Nuccio Pepe?

Damiano Pepe, per tutti Nuccio, nasce il 12 Aprile del 1957 a Bompietro (PA). Medico Chirurgo, lavora da sempre nel pubblico e dopo una lunga esperienza in Chirurgia d’Urgenza da 10 anni si è dedicato alle Cure Palliative. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni ed una monografia edite a stampa su riviste scientifiche di rilievo internazionale grazie alle quali ha vinto il Premio “L. Carmona” nel corso del XXI Congresso della Società Siciliana di Chirurgia. Tra le sue passioni i viaggi, le auto storiche, il cinema e la scrittura. Come scrittore di narrativa ha pubblicato anche “Il Dubbio” (Torri del Vento Edizioni, Palermo, 2010), vincitore di numerosi premi letterari tra cui il prestigioso Premio Pannunzio 2011 per la Narrativa Edita e tradotto in tedesco come “Der Zweifel“ da Metroverlag, Vienna. In questo romanzo Pepe ripercorre la vergognosa pagina scritta dal genocidio degli ebrei, partendo dalla vicenda intima e personale del protagonista – sopravvissuto ai sopravvissuti, come lo definisce l’autore, che cerca se stesso e le ragioni storiche della sua sopravvivenza. Nel 2015 pubblica “Storie, Racconti per attraversare il tempo” (Mohicani Edizioni).