La Siria e i (nuovi) Disastri della guerra, l’identità di genere, la cultura e la conoscenza come strumenti di civiltà in grado di creare ponti fra le Nazioni, già secoli prima della nascita dell’Europa unita: riflette sul passato, ma citando il presente e affrontando temi di grande attualità, la mostra di Gonzalo Orquin, commissionata all’artista spagnolo (Siviglia, 1982) dall’Instituto Cervates di Roma. “Próximo destino: Roma” è il titolo scelto per la rassegna, ospitata negli spazi dell’Instituto Cervantes di Piazza Navona, che presenta circa venti opere pittoriche inedite che evocano, in chiave contemporanea, la presenza di alcuni artisti spagnoli in Italia, a Roma in particolare, attraverso i secoli. La mostra, realizzata con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia, resterà aperta al pubblico fino al 14 luglio 2018. In un gioco concettuale tra il rebus e l’enigma, e grazie alla potenza di una pittura classica, atemporale, figurativa, Gonzalo Orquín ha dato vita a un insieme di opere nelle quali uno o più elementi rimandano al loro “autore- fonte”, ma senza emulazione di stile, né diretta mimesi. Dai maestri più noti – Velázquez, Ribera, Goya, Picasso – fino a nomi oggi forse meno noti ma che in passato ebbero una certa importanza – quali Eduardo Rosales o Mariano Salvador Maella – l’artista realizza dei personalissimi omaggi in un suo percorso di ricerca fatto più di allusioni che di citazioni dirette. Tra gli artisti scelti e rappresentati in questa antologia di presenze spagnole su suolo italico, anche una singolare “coppia” di pensionados, compagni di strada nella Roma della fine degli anni Venti del Novecento, in pieno fascismo, presso la Real Academia de España. Si tratta di Gregorio Prieto (1897-1992), pittore e fotografo, omosessuale, nome associato alla Generazione del 27; e di Maria de Pablos Cerezo (1904-1990), prima donna in assoluto a ottenere, nel 1927, una borsa di studi con relativo soggiorno presso l’Accademia del Gianicolo. Non un’artista plastica, unica eccezione in questa mostra, bensì una musicista, pianista, compositrice e pioniera come direttrice d’orchestra donna, morta in un sanatorio psichiatrico. In occasione della mostra è stato realizzato un catalogo con testi di Gianni Papi e Cesare Biasini Selvaggi e con un’introduzione di Jesús Manuel Gracia Aldaz, Ambasciatore di Spagna inItalia.

INFORMAZIONI

Orari: dal mercoledì al sabato dalle ore 16.00 alle 20.00 Info: www.roma.cervantes.es
www.gonzaloorquin.com

Ingresso libero

BIOGRAFIA
Gonzalo Orquín è nato a Siviglia nel 1982. Tra le principali mostre personali recenti: “Librografie”, Ambasciata italiana presso gli Stati Uniti d’America, Washington D.C., ottobre 2017; Casa delle Letterature, Roma Capitale, ottobre-dicembre 2015. “Sí, quiero”, presso The Leslie-Lohman Museum a New York, maggio 2014. Tra le molte collettive cui ha preso parte: “Artsiders”, Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia, 2014. “El día y la noche”, Real Academia de España, Roma, 2014; “Imperfectu, International film and gender Festival”, Tijuana, Mexico, 2014; “Trialogo”, Galleria L’Opera, Roma, 2013. Ha vinto il concorso promosso dal Ministero dei Beni e le attività culturali alla Biblioteca Angelica nella categoria di grafica, 2016. Ha realizzato “La Cappella Porcina”, opera monumentale di street art (30×4 metri) presso il M.A.A.M. di Roma.Del suo lavoro hanno scritto, tra gli altri, “The Art Newspaper”, “La Repubblica”, “Il Corriere della Sera”, “The Huffington Post” (U.S., France, U.K., Spagna), “Le Figaro”, “Le Monde”, “New York Daily News”, “Internazionale”, “La Stampa”, “Il Giornale dell’arte”, “Artribune”, “Exibart”, “Inside Art”.