Proia cerca di dare un respiro internazionale al Centro Storico di Ostia, Settima Città d’Italia. E annuncia un presidio a breve per la Bolivia in Piazza Anco Marzio.

“Ho terminato da poco il mio secondo libro, ‘Italiani brava gente!’, sotto la supervisione di mio padre Saverio Proia, che tratta anche di alcuni personaggi che sono stati molto importanti per la Storia di Ostia Lido, come il Medico Vittorio Proia, mio nonno, che partecipò come ufficiale – curando i feriti, senza mai uccidere nessuno come ribadì spesso – a diverse guerre italiane e che rifiutò di fare da medico a Mussolini per prendere, dopo averli conosciuti, la via anti-nazista a seguito dell’8 settembre, per morire poi Socialista giovanissimo a causa delle ferite fisiche – enormi , perse anche un polmone – e psicologiche – ancora più grandi – riportate in ben 3 conflitti e 4-5 fronti di guerra. Ma anche come sua moglie, Anna Maria De Vito Scheible, donna d’origini in parte nobili, discendente da personaggi storici importanti quali l’ingegnere per il Regno delle Due Sicilie e poi per Napoleone Carlo Forti, suo figlio che servì gli ideali garibaldini pur essendo altolocato, Valerio Forti, ed anche il Maggiore degli Ascari di Adua, caduto in terra d’Africa, Lodovico De Vito (il cui fratello divenne Ministro per essere poi defenestrato con l’avvento del Fascismo), in parte di origini borboniche, misteriose, napoletane e in buona misura anche di famiglie importanti della Germania, una signora – parlo di mia nonna Anna Maria – che è vissuta sino al 2003 dando lustro alla città di Ostia con un Centro culturale in Piazza Anco Marzio nel quale si dava sostegno, anche con una rivista cartacea di caratura internazionale (‘Areopago’) che partiva dal centro della settima città d’Italia, a tutta una serie di poeti, pittori, scultori, attori, scrittori, e giornalisti. Di mio nonno Vittorio Proia e di mia nonna Anna Maria De Vito, autrice di migliaia e migliaia di articoli come giornalista, di quattro saggi, di svariate poesie per le quali fu premiata e di un’opera teatrale, cittadini storici del centro di Ostia, se ne parla nel libro, con contributi anche inediti scritti di loro pugno”. Così Lorenzo Proia, storico, giornalista e scrittore, esponente del Partito Democratico ed ideatore di Progetto Duranti e del Forum Antirazzista Permanente di Ostia Lido.

“Ma – prosegue Proia – il libro è soprattutto una disamina – scritta con la luce della licenza poetica, un testo artistico – della particolare condizione storica che stiamo vivendo, nel quale sembrano proprio riaffiorare le Rivoluzioni ‘sospese’ del 2011, quelle cilene e quelle della impropriamente detta ‘Primavera Araba’ in particolare. Allora fu un assalto a un certo modo di intendere gli Stati Uniti, mentalità imperiale che ne ha storpiato il sano spirito della Rivoluzione americana, che finì represso, e ciò si badi bene anche nel nostro Paese dove praticamente dal 2011, in un sistema sostanzialmente ingessato e particolare, che solo ora si sta cominciando a sciogliere, pare, da quando molti italiani si ribellarono alla classe politica scendendo in strada dando ascolto alle parole del regista Mario Monicelli, che morirà suicida pochissimo dopo le sue parole, di ‘fare la rivoluzione che non c’è mai stata’ per la prima volta in Italia. Oggi quel vento è tornato ed è giusto parlarne anche in Italia, anche perché del resto solo ‘fare i conti con il 2011’ può funzionare contro l’antisemitismo, il razzismo, il fascismo ed il nazismo dilaganti, per far breccia in cuori e menti dei cittadini incerti. Riportare quelle parole d’ordine di legalità, giustizia, verità ed orgoglio nazionale di fronte alla corruzione, alla violenza, alle menzogne della politica succube dell’economia e all’esautorazione della nostra dignità come italiani, sempre più involgariti”.

“A cosa può essere utile, a noi di Ostia, un libro di un respiro così internazionale? – si chiede Lorenzo Proia -, innanzitutto, il libro è prodotto dal processo in corso che ha costituito il Forum Antirazzista Permanente di Ostia Lido, e mette bene in luce le differenze tra l’italiano fedele al Risorgimento, assolutamente anti-razzista, e la forma statuale ‘italica’ come viene definita che si è instaurata e che ha prodotto i massacri razzisti da quelli sui meridionali a quelli nel Terzo Mondo, sino a tempi recenti, ma sempre per ordini superiori e mai per volontà dei soldati provenienti dal Popolo, e degli ufficiali fedeli a sani Principi, che sono numerosi – in particolare le disamine di mio nonno, l’ostiense Vittorio Proia, su russi, ebrei, greci incontrati nei suoi viaggi possono illuminare sull’apertura mentale del buon italiano, e sono presenti nel libro, insieme a delle sue critiche fortissime al Regime Fascista a livello filosofico e strutturale, sotto forma di stralci di romanzi inediti giunti sino a noi scritti a mano (mio nonno morì nel 1962, quando mio padre aveva soli 12 anni, e i testimoni sono rimasti in pochi). Ciò detto, credo che rivalutare le figure della coppia intellettuale e in qual misura anche ‘sognatrice’, come si evince dal testo, della nobildonna intellettuale Anna Maria De Vito Scheible e dell’ufficiale medico dal volto umano Vittorio Proia, che scelsero, malgrado fossero di famiglie molto importanti e benestanti, di vivere nella loro casa al mare di Ostia, umilmente tra l’altro, in una realtà proletaria e a contatto con le borgate, potrebbe essere importante. Mettiamo in evidenza anche quanto c’è di prezioso a livello storico, nel nostro patrimonio, in arte, storia e natura, come insisto sempre a dire. Il Centro Storico di Ostia Lido, ad esempio: è lasciato nel degrado più totale, mentre dovrebbe splendere come quello di San Felice Circeo, fungendo da ponte commerciale e turistico tra gli Scavi di Ostia Antica, tra i più preziosi del mondo, quelli dell’Oasi di Porto, incommensurabili. È il Centro del Mare di Roma, che esiste come realtà nel complesso da 2600 anni a questa parte, ha un valore unico con una fauna ed una flora marina – ora abbiamo anche i delfini – di una rarità eccezionale, e l’entroterra della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano che trova, a pochi passi dal Mare e a pochi chilometri dal Colosseo, una ricchezza faunistica eccezionale, trovando da poco persino il Lupo Appenninico a Fiumicino, a Castel di Guido, e il Cervo e il Daino nella Riserva del Presidente di Castel Porziano e poi ai resti di Lavinio e le località dove sbarcò Enea da Pomezia sino ancora più a Sud. In questo contesto, il Centro Storico di Ostia dovrebbe essere un punto nevralgico nel quale chiedere informazioni turistiche, per chi viene da fuori, su tutte queste località così importanti, compreso il vicino Idroscalo con la Torre di Michelangelo e il Parco Pasolini, o almeno dovrebbe esserlo, in grado di offrire servizi e cultura, dalla gastronomia, all’intrattenimento, alla vita giovanile, alle mostre d’arte, alle librerie e biblioteche. Così dovrebbe essere e così si prova a fare, ma da parte di chi? Solo dei cittadini e mai della classe politica”.

“Infatti – prosegue Proia – il Centro Storico di Ostia, dove io vivo, viene lasciato nel più completo degrado dalle istituzioni ed i Commercianti (con i quali mi rapporto quotidianamente da 33 anni con amicizie e legami importantissimi con tutte le generazioni) mandano avanti il decoro da soli, per conto loro, senza assistenza. I residenti – quasi sempre anche i commercianti lo sono – insieme ai commercianti fanno quello che possono, ma le lamentele, come tutti ben sanno, sono continue. Naturalmente ci si rende conto di essere in una località rionale privilegiata rispetto all’Idroscalo o a Capelvenere, ma credo che da parte di tutto il Municipio si dovrebbe godere e avere l’orgoglio di tenere al meglio il proprio centro storico, dove ci sono anche edifici della fine dell’Ottocento come una ex cascina tra Via Aldobrandini e Via Granito di Belmonte, praticamente dove vivo. Ma questo non lo si fa: l’Europa non aiuta l’Italia, la sua ‘culla storica’ come aiuta poco la Grecia, la Spagna, Parigi, i luoghi più ricchi di Arte e Cultura. L’Italia non sostiene Roma, la sua Capitale, la Città Eterna, lo sappiamo bene. Roma non sostiene il suo Mare e il Municipio non si dà da fare per il proprio Centro storico. In questo senso riscoprire le radici nazionali, è fondamentale. Manca un senso di Patria e questo dalla Rivoluzione Americana e poi da quella Parigina ad oggi si realizza solo con Rivoluzioni fondative, nello spirito dei Valori. Questo permette di riscoprire i propri Simboli. E il Centro Storico di Ostia lo è. Questo il senso del mio libro”.

“Appunto – conclude l’esponente del Partito Democratico Lorenzo Proia – anche le rivolte in atto in Ecuador e Cile da una parte dell’Atlantico, in Libano ed in Iraq nel cosiddetto Medio Oriente, ed i Catalogna nel centro tra questi due poli, l’Europa, rispondono ad una logica progressista, nel solco di ciò che fecero gli americani, poi i francesi, poi i russi e via discorrendo sino agli egiziani nel 2011. Questo sistema trova però l’opposizione di Donald Trump che crea violenze e disordini come in Kurdistan od in Bolivia, alimentando la guerra spietata e con spirito anche un po’ cieco. Non so dove tutto questo ‘caos’ potrà condurci se non forse addirittura, chi può dirlo, in un altro spartiacque come nel 1989 dai contorni del tutto indefiniti: non passa giorno che un Paese non si aggiunta al caos, tra rivoluzioni e controrivoluzioni siamo a decine. Per quel che riguarda la Bolivia, proprio ora, leggiamo e vediamo qui da Ostia che stanno compiendo violenze e soprusi contro gli indios, gli amerindi – il Presidente destituito da una fazione di militari Evo Morales è il primo presidente indigeno della Storia -, credo che come Forum Antirazzista sia giusto indire subito un presidio in Piazza Anco Marzio come quello a cui abbiamo partecipato per il Kurdistan nella medesima area centrale. Questa violenza cieca e barbara contro gli indios è Razzismo puro e semplice, dato che assistiamo ad immagini in cui i soldati si strappano di dosso la bandiera ‘indiana’, la vera cifra ideologica del nostro tempo, il vero spartiacque, risiede nella lotta ad ogni forma di discriminazione. Curdi od indios non importa: ogni etnia ed ogni popolo hanno diritto all’autodeterminazione”.