L’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) aderisce e ringrazia tutte le organizzazioni firmatari per il loro impegno costante a favore dell’integrazione ,la legalità e il diritto alla salute, auspicando che il governo italiano , i ministri e i presidenti di commissioni competenti diano risposte concrete e veloci visto la criticità e l’emergenza  sanitaria in Italia e nel mondo per colpa della pandemia. Non si può rimandare e ritardare quando siamo chiamati tutti a rispettare la prevenzione e le norme anti-Covid per combattere la diffusione del coronavirus e raggiungere l’immunità di gregge che sono due fattori fondamentali per sconfiggere la pandemia e ritornare a vivere tutti in serenità e tranquillità . Cosi dichiara il Presidente Amsi ,prof.Foad Aodi, nonché membro del “Registro esperti” e della Commissione “Salute Globale” della Fnomceo

 

Stallo delle domande di regolarizzazione: terzo settore, sindacati e associazioni di categoria scrivono a governo e parlamento affinché si intervenga subito sui ritardi e vengano superate le sanatorie e riformato l’intero sistema

La regolarizzazione straordinaria del 2020 è in una situazione di stallo, con pesanti conseguenze in termini di sicurezza sociale e sanitaria e di legalità per il nostro Paese”. Così si legge nella lettera aperta – in allegato – inviata ieri 20 aprile da decine di organizzazioni ai ministri dell’interno, della salute, del lavoro e delle politiche agricole, al presidente della Camera e al presidente della Commissione affari costituzionali della stessa Camera, per chiedere: al governo di intervenire e portare a termine quanto prima l’iter delle oltre 200.000 domande presentate; al parlamento, di riprendere l’esame della proposta di legge popolare di riforma della normativa sull’immigrazione, fermo da più di un anno.

La lettera, promossa dalla campagna Ero straniero1, è stata sottoscritta dalle principali realtà impegnate sui temi dell’asilo e dell’immigrazione (Tavolo salute e immigrazione, Tavolo asilo nazionale, Forum per cambiare l’ordine delle cose, Io accolgo, Amsi-medici di origine straniera in Italia), da sindacati nazionali (Cgil, Uil, Usb), dal mondo cooperativo (Alleanza delle cooperative italiane-agroalimentare, e cioè Confcooperative Fedagripesca, Legacoop Agroalimentare, Agci Agrital, insieme a Legacoopsociali) e da alcune associazioni di categoria e realtà (Assindatcolf- Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, Professione in famiglia, Osservatorio Placido Rizzotto-Flai CGIL, ASeS-Agricoltori Solidarietà e Sviluppo della CIA-Agricoltori italiani), operanti nei settori interessati dal provvedimento straordinario di emersione approvato quasi un anno fa (lavoro domestico e di cura, agricoltura).

Il ritardo enorme con cui sta procedendo l’esame delle domande di emersione, documentato dal lavoro di monitoraggio della campagna Ero straniero, con poche migliaia di permessi di soggiorno rilasciati rispetto alle oltre 200.000 domande presentate, si sta traducendo nell’impossibilità, di fatto, per decine di migliaia di persone di accedere pienamente ai servizi, alle prestazioni sociali, alle tutele e ai diritti previsti per chi lavora nel nostro Paese.

Un esempio tra tutti: nonostante la normativa preveda l’accesso al sistema sanitario nazionale anche per i cittadini stranieri in attesa di essere regolarizzati, nella realtà, in molti territori, tale possibilità viene negata. Accade infatti che senza il permesso di soggiorno non venga rilasciata la tessera sanitaria, ma senza quest’ultima è estremamente difficile rientrare nella campagna vaccinale anti-COVID in corso. “Tale situazione di stallo ha, dunque, inevitabilmente un impatto anche a livello di salute pubblica nel contesto di emergenza sanitaria che stiamo vivendo”, si sottolinea nella lettera. Senza permesso di soggiorno, inoltre, diventa complicato anche aprire un conto corrente, necessario per l’accredito dello stipendio di chi sta già lavorando, o avere l’Isee, con cui usufruire delle agevolazioni economiche per le mense scolastiche per chi ha un reddito basso.

C’è poi un altro aspetto da prendere in considerazione: un anno fa, con lo scoppio in Italia della pandemia, si è rischiato uno stop al comparto agroalimentare, vista la mancanza di lavoratori stranieri stagionali impossibilitati a entrare nel nostro Paese. Da qui il provvedimento straordinario di emersione inserito nel cd. decreto “rilancio”. “A un anno di distanza, all’avvio di una nuova stagione di raccolta, sarebbe paradossale non portare a conclusione rapidamente le decine di migliaia di pratiche in istruttoria, consentendo alle persone che hanno inoltrato domanda di lavorare in sicurezza e andando incontro alla richiesta di manodopera dei datori di lavoro”, si legge nella lettera.

Alla luce di tali considerazioni, le organizzazioni firmatarie chiedono quindi:

– al Governo, e in particolare ai ministeri dell’interno e della salute, di intervenire immediatamente per velocizzare l’iter delle domande, in modo che le 200.000 persone sospese, in attesa di risposta, possano al più presto essere assunte; e di chiarire ai propri uffici che i cittadini stranieri in attesa del permesso di soggiorno godono, sino alla conclusione della procedura, di tutti i diritti connessi allo status di lavoratore regolare.

– al Parlamento, di riprendere quanto prima l’esame della proposta di legge di iniziativa popolare della campagna Ero straniero in Commissione affari costituzionali della Camera, riformando la normativa in vigore, ormai superata. “Non sarà sufficiente quest’ultimo provvedimento straordinario a contrastare la creazione di nuova irregolarità, come dimostra quanto accaduto negli ultimi vent’anni”, concludono le organizzazioni. “Serve un intervento che permetta di ampliare le maglie della regolarizzazione e favorire legalità e integrazione, a partire da uno strumento di emersione su base individuale – sempre accessibile, senza bisogno di sanatorie – che dia la possibilità a chi rimane senza documenti di mettersi in regola a fronte della disponibilità di un contratto di lavoro o di un effettivo radicamento nel territorio. E più a monte, servono nuovi meccanismi legali di ingresso per lavoro o ricerca lavoro. Soluzioni, queste, previste nella proposta di legge popolare all’esame della Camera, la cui approvazione non può più aspettare”.

1 Ero straniero è promossa da: Radicali Italiani, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto, Oxfam Italia, ActionAid Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche in Italia, CILD, ACLI, Legambiente Onlus, Terra!, ASCS – Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, AOI, con il sostegno di numerosi sindaci e decine di organizzazioni.


Al prefetto Luciana LAMORGESE Ministro dell’interno

All’on. Roberto SPERANZA Ministro della salute

All’on. Andrea ORLANDO Ministro del lavoro e delle politiche sociali

All’on. Stefano PATUANELLI Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali

All’on. Roberto FICO Presidente della Camera dei deputati

All’on. Giuseppe BRESCIA Presidente Commissione affari costituzionali Camera dei deputati

Oggetto: interventi urgenti per portare a termine la regolarizzazione straordinaria del 2020 e contrastare la creazione di nuova irregolarità

La regolarizzazione straordinaria del 2020 rischia di fallire e trasformarsi in un’occasione persa in termini di sicurezza sociale e sanitaria e di legalità per il nostro Paese. Questo ciò che emerge dal lavoro di monitoraggio svolto dalla campagna Ero straniero rispetto allo stato di avanzamento delle domande di regolarizzazione, presentate da giugno ad agosto scorsi in seguito all’intervento del governo col decreto “rilancio”.

Dai dati raccolti da ministero dell’interno, prefetture e questure e dalle numerose segnalazioni di criticità da parte di associazioni, patronati e operatori legali in tutto il Paese, è emerso un quadro preoccupante, con ritardi gravissimi e stime dei tempi di finalizzazione delle domande lunghissimi, di anni. Al 16 febbraio 2021, infatti, a sei mesi dalla chiusura della finestra per l’emersione, solo il 5% delle 207.000 domande è giunto nella fase finale della procedura. In circa 40 prefetture non risultano nemmeno avviate le convocazioni di datore di lavoro e lavoratore per la firma del contratto e le pratiche sono ancora nella fase iniziale di istruttoria. Dati questi che trasportati nella realtà vogliono dire che 200.000 persone sono sospese in un limbo di precarietà, ancora in attesa di sapere se la propria domanda andrà a buon fine e di fatto impossibilitate ad accedere pienamente ai servizi, alle prestazioni sociali, alle tutele e ai diritti previsti per chi lavora nel nostro Paese.

Tale situazione di stallo, inoltre, ha inevitabilmente un impatto anche a livello di salute pubblica nel contesto di emergenza sanitaria che stiamo vivendo: nonostante la normativa preveda l’accesso al sistema sanitario nazionale anche per i cittadini stranieri in attesa di essere regolarizzati – come ribadito anche da una circolare del ministero della salute -, nella pratica, in molti territori, tale possibilità viene negata a chi non può ancora presentare il permesso di soggiorno, ma solo la ricevuta della domanda di emersione. Ma senza il rilascio della tessera sanitaria sarà estremamente difficile per queste persone rientrare nella campagna vaccinale anti-COVID in corso. Tra l’altro, la maggior parte delle domande riguarda il lavoro domestico, di assistenza e di cura, soprattutto delle persone anziane e fragili: si tratta settori nei quali essere vaccinati è indispensabile. Finalizzare le domande in tempi brevi garantirebbe a decine di migliaia di persone un effettivo accesso alle cure e consentirebbe una più efficace programmazione vaccinale e una più ampia copertura della popolazione, ferma restando la necessità di garantire la vaccinazione anche alle persone invisibili, senza fissa dimora e socialmente fragili presenti in Italia.

Il ritardo nell’esame delle domande genera poi una serie di ostacoli che rallentano il percorso lavorativo e incidono pesantemente a livello di sicurezza sociale, tra cui, in particolare: il venir meno, nelle more della finalizzazione della domanda, della disponibilità del datore di lavoro all’assunzione e la conseguente impossibilità di subentro di un nuovo datore di lavoro; o le difficoltà di aprire un conto corrente dove farsi accreditare lo stipendio, se si ha la sola ricevuta di presentazione della domanda o la dichiarazione di assunzione e non un permesso di soggiorno vero e proprio.

C’è poi un altro aspetto da prendere in considerazione: un anno fa, con lo scoppio in Italia della pandemia, si è rischiato uno stop al comparto agroalimentare vista la mancanza di lavoratori stranieri stagionali impossibilitati a entrare nel nostro Paese. Da qui la richiesta al governo da parte del mondo produttivo, delle associazioni, dei sindacati e della società civile di un provvedimento straordinario di emersione che a fine maggio si è concretizzato. A un anno di distanza, con una nuova stagione di raccolta alle porte, sarebbe paradossale non portare a conclusione rapidamente le decine di migliaia di pratiche in istruttoria, andando così incontro alla richiesta di manodopera dei datori di lavoro.

Alla luce di tali considerazioni, non è pensabile proseguire l’istruttoria delle domande di emersione con le attuali modalità e non basterà l’assunzione – avvenuta con estremo ritardo – di ulteriore personale dedicato presso questure e prefetture. Le misure di prevenzione anti-COVID continueranno a rallentare anche in futuro il ritmo delle convocazioni in presenza nei locali delle prefetture, le quali non potranno ricevere che poche persone al giorno.

Le organizzazioni firmatarie di questa lettera chiedono quindi:

– al Governo, e in particolare ai ministeri dell’interno e della salute, di intervenire immediatamente per superare gli ostacoli burocratici e velocizzare l’iter delle domande, consentendo innanzitutto di completare la procedura per via telematica, in modo che le 200.000 persone in attesa di risposta possano al più presto essere assunte; e di chiarire, attraverso circolari o decreti, che i cittadini stranieri regolarizzandi godono, sino alla conclusione della procedura, di tutti i diritti connessi allo status di lavoratore regolare.

– al Parlamento, di riprendere quanto prima l’esame della proposta di legge di iniziativa popolare della campagna Ero straniero, ferma in Commissione affari costituzionali della Camera, riformando la normativa in vigore per impedire la creazione costante di nuova irregolarità: è evidente che non sarà sufficiente quest’ultimo provvedimento straordinario a contrastarla, come dimostra quanto accaduto con le sanatorie negli ultimi vent’anni, anche perché una gran parte di persone senza documenti ne è stata esclusa, vista la limitazione a pochi settori lavorativi della misura. Serve un intervento a lungo termine che permetta di ampliare le maglie della regolarizzazione e favorire legalità e integrazione, a partire da uno strumento di emersione su base individuale – sempre accessibile senza bisogno di sanatorie – che dia la possibilità a chi rimane senza documenti di mettersi in regola a fronte della disponibilità di un contratto di lavoro o di un effettivo radicamento nel territorio. E più a monte, servono nuovi meccanismi di ingresso per lavoro o ricerca lavoro. Soluzioni, queste, previste nella pdl popolare all’esame della Camera, la cui approvazione non può più aspettare.

Le organizzazioni promotrici della campagna Ero straniero. L’umanità che fa bene:

Con l’adesione di:

TIS – Tavolo immigrazione e salute

Tavolo asilo nazionale

Forum per cambiare l’ordine delle cose

Campagna Io Accolgo CGIL
UIL
USB

Assindatcolf (Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico)
Professione in famiglia

Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia)
Osservatorio Placido Rizzotto-Flai-CGIL ASeS – Agricoltori Solidarietà e Sviluppo- CIA-Agricoltori italiani

Alleanza delle cooperative italiane-agroalimentare (Confcooperative

Fedagripesca, Legacoop Agroalimentare, Agci Agrital)
Legacoopsociali