Per l’XI Edizione dell’Ottobrata Romana, dal titolo quanto mai evocativo “La beddapoesia” e con sottotitolo “Storie e canti della Sicilia Popolare, i nuovi e vecchi Maestri della tradizione”, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, il M° Ambrogio Sparagna ha voluto con sé sul palco 2 degli interpreti più rappresentativi della canzone popolare: Giorgio Onorato e Mario Incudine. Una sorta di staffetta, un passaggio di testimone ideale fra un consolidato maestro, quale è Onorato, ed una “nuova” leva qual è Incudine.

Due voci diverse ma accomunate per l’amore per la musica popolare; Giorgio Onorato, accompagnato come di consuetudine da Fabrizio Masci, quando ha guadagnato il palco è stato accolto da un fragoroso applauso, e con la simpatia che lo contraddistingue, ha aperto il concerto eseguendo tre fra i più significativi brani della tradizione popolare, e popolana, della canzone romana.

L’orchestra Popolare Italiana (OPI), diretta da Ambrogio ha accompagnato la voce di Mario Incudine che ha viaggiato per la sua terra natìa, la Sicilia, proponendoci una selezione di brani che hanno ben inquadrato il sentimento popolare degli autoctoni. Brani che raccontano la storia vissuta, e per come è stata percepita, dal volgo. Brani, ancorché in dialetto, che non necessitano di traduzione tanta e tale è l’espressività di Mario nell’esecuzione. Brani che raccontano di poesie e di amore sin dai tempi di Ferdinando II.

I brani proposti da Mario durante il concerto, sono una selezione di brani contenuti nel suo ultimo disco “D’acqua e di rosi”.

Ambrogio, con il suo inseparabile organetto, ha avuto il compito di traghettare, e sostenere, questo passaggio generazionale; ad onor del vero va ricordato che è da più di un decennio che Ambrogio collabora con Onorato ed Incudine, ma con questo concerto si ha avuto la netta sensazione della consacrazione definitiva dell’inizio di un nuovo corso della canzone, e della musica, popolare affidata ad una grande voce, e ad un esecutore d’eccezione quale è Mario Incudine. Mario, per usare le sue parole, fa da cassa di risonanza, da megafono, da amplificatore ai poeti, e ai tanti che nella poesia ritrovano se stessi. Durante l’esecuzione di “Contro la luna”, quasi a riprova di questo, Mario si è avvicinato ad una delle componenti dell’OPI, la virtuosa del tamburello, quanto bella, Alessia Salvucci, e come se le stesse regalando una serenata d’altri tempi, ha eseguito alcune frasi del brano di fronte a lei.

Oltre alle straordinarie doti interpretative, Mario ha dato anche prova del suo essere istrionico, intrattenendo il pubblico che ha completamente occupato la sala Petrassi dell’Auditorium, con racconti che in qualche modo anticipavano i brani che stavano per essere eseguiti.

Il Coro Popolare, magistralmente diretto come di consuetudine da Anna Rita Colaianni, oltre che dare voce, colore e profondità alle esecuzioni nelle quali è intervenuto, per l’occasione si è prestato a fare da quinta naturale, interpretando visivamente due momenti canori molto intensi che hanno commosso la platea.

In prima fila anche la figlia dello scrittore Andrea Camilleri al quale Mario ha reso omaggio interpretando un brano tratto da uno dei suoi romanzi.

Oltre cento minuti di musica, di poesia, di emozioni e di sensazioni che hanno coinvolto ed appassionato il pubblico; un concerto questo del M° Sparagna, che prosegue sul solco della ricerca e della valorizzazione delle nostre radici.

Due interpreti ispirati, e dal forte impatto emotivo, che con Sparagna creano un connubio di cui, francamente, se ne sentiva il bisogno e ben lungi dal dissolversi.

Il prossimo appuntamento all’Auditorium Parco della Musica di Roma con il M° Ambrogio Sparagna è per il concerto “La Chiarastella” del 4 e 5 Gennaio 2019.

Michela Cossidente

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