Questa è la Settimana del Benessere Sessuale, organizzata in tutta Italia dalla Federazione Italiana Sessuologia Scientifica con il patrocinio del Ministero della Salute. La settimana è cominciata ieri e terminerà il 6 ottobre, con iniziative in tutta Italia. Tra queste, anche quelle di confronto con gli studenti, che scoprono per la prima volta la sessualità nelle sue varie declinazioni. Abbiamo allora voluto intervistare una giovane studentessa del Liceo Classico Anco Marzio di Ostia, Erica Rossini, 16 anni, classe 2001. Il Liceo Anco Marzio fu, tra l’altro, frequentato anche dall’ex Ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Erica è di Acilia, proprio lo stesso quartiere in cui è cresciuta Lorenzin; nella vita oltre a studiare (ama la Filosofia e la Storia) recita anche a teatro a livello professionista, milita nei Collettivi degli studenti medi e intende candidarsi a Rappresentante d’Istituto del proprio liceo. Si dedica dunque alla politica attiva, non solo a scuola ma anche sul territorio, alla pari con i soggetti politici più ‘adulti’, si consideri a questo proposito che diverse formazioni politiche nazionali accettano tesseramenti e voti alle primarie degli under18 e molti esponenti politici di primo piano hanno avanzato l’ipotesi di una maggiore età e di un elettorato attivo e passivo a partire proprio dai 16 anni, diritto acquisito del resto in vari Paesi del mondo: Austria, Argentina, Brasile, Cuba, Ecuador, Isola di Man, nel cantone svizzero di Glarona e in molti Lander tedeschi.
Erica, come viene affrontato l’argomento sessualità nei licei?
Prima di tutto, l’argomento della sessualità nei licei è spesso affrontato, non concettualmente ma pragmaticamente (ossia si nomina qualche contraccettivo, si classificano i più affidabili e si pronunciano sommariamente i rischi principali di un rapporto non protetto per poi terminare ricordando l’esistenza di un consultorio). Ha senso parlare pragmaticamente di come comportarsi durante un rapporto, ma la sessualità non è solo questo, è anche un concetto e una visione di essa che viene portata avanti dalla società: l’aborto, per quanto in sé sia solo un’azione, è l’esempio concreto di quanto appena affermato.
Che opinione hai del tema del diritto all’aborto?
Formalmente l’aborto è legale e le donne non dovrebbero incontrare ostacoli nel voler abortire, nella realtà le difficoltà sono ben maggiori a causa degli obiettori di coscienza, ossia dei medici che si rifiutano di permettere ad una donna di abortire per ragioni religiose o filosofiche (“potenziale umano”). La religione spesso accusa di assassinio la donna con l’intenzione di abortire e il medico che asseconda tale volontà, ma a volte anche chi si masturba o chi usa i contraccettivi compie omicidio e quindi peccato nei confronti di Dio. Esistono quindi ospedali religiosi che impediscono l’aborto ma anche ospedali teoricamente laici in cui però il primario è obiettore di coscienza che lo impediscono. La tesi filosofica portata avanti contro l’aborto è invece la distruzione del potenziale umano nel momento in cui distruggi quella cellula che forse diventerà un bambino e poi un uomo. La reputo la tesi più apprezzabile contraria, ma non per questo concordo in quanto non ritengo si possa danneggiare una certezza di umanità, un’entità che è già una persona per non andare a danneggiare un dubbio. Questo sempre per la ragione secondo cui abortire non è un’azione piacevole da intraprendere e chi lo fa, non lo fa per scelta, quindi nel momento in cui glielo impedisci vai inevitabilmente e inequivocabilmente a danneggiarlo. La cosa più grave è la permissività della legge nei confronti di questi avvenimenti, soprattutto e insieme alla sua approvazione.
Che cosa ne pensi delle tesi antiabortiste che alcuni politici stanno portando avanti, forse con più forza, in questo periodo?
Il senatore Pillon, sostiene determinate tesi che vengono poi portate avanti ai Family Days: l’abolizione dell’aborto e del divorzio e l’abolizione delle unioni civili. Nel primo caso la regressione sta nell’indifferenza di oggi, equivalente a quella di un secolo fa, che non tiene conto minimamente della condizione della donna e tantomeno della sua volontà e in minor parte, non tiene conto neanche di quella dell’uomo per quanto riguarda il divorzio. L’abolizione del divorzio permetterebbe il ritorno della violenza domestica senza possibilità di fuga, quella dell’aborto riporterebbe gli aborti clandestini perché non si può fare a meno di abortire e chi lo fa non lo fa per piacere ma per costrizione dovuta alle circostanze per lo più. La regressione nel secondo caso invece sta nella non accettazione del gusto diverso che non va a creare nessun danno ma solo una liberazione da una repressione inutile e dannosa. Si vive la libertà sessuale come spregiudicatezza, mentre è solo la natura dell’uomo. Un esempio lampante di questo è l’uso del reggiseno, una protesi che fa atrofizzare il muscolo presente all’interno del seno la cui unica funzione dovrebbe essere quella di sostenere, ma ormai è diventata più che altro quella di ingrandire e deformare il seno perché se se ne vede la forma naturale è scabroso secondo la società, però la forma del capezzolo dell’uomo si può vedere senza che nessuno rimanga inorridito o che nessuno venga ritenuto senza pudore.
Cosa ne pensi dei rapporti tra donne e uomini?
La cosa a mio parere peggiore della visione della sessualità che caratterizza questa società, sono i suoi tratti ampiamente imparitari che vedono ancora l’uomo in una situazione privilegiata rispetto alla donna e la donna come sua umile ombra, ma la colpa di ciò appartiene tanto al genere maschile quanto al genere femminile, poiché infatti da un lato il genere maschile porta avanti a suo favore questa mentalità disparitaria, ma il genere femminile non si organizza più per cambiare le cose, accettandole, giustificandole e difendendole lei stessa: la donna difende la stessa tesi di inferiorità femminile portata avanti dalla mentalità maschile generale. Naturalmente, per fortuna, le eccezioni ci sono a queste mentalità da ambo i sessi, ma la mentalità di un secolo fa sta penetrando nella mentalità moderna e la sta caratterizzando sempre di più e sempre sotto più ambiti.
Un’ultima domanda: le relazioni di coppia secondo te come dovrebbero essere vissute?
La relazione di coppia dovrebbe essere lo specchio della libertà che entrambi i partner sentono di poter sfogare tra di loro, perché non si può realmente amare qualcuno che opprime la tua volontà e anche i tuoi desideri, quello è solo esserne succubi. Il concetto che si è diffuso di tradimento, ad esempio, secondo me è scorretto perché prevede una privatizzazione del corpo del partner ed è quindi un riflesso della mania del possesso materiale di un oggetto, riflettere questa possessività materialistica su una persona significa depersonalizzarla e quindi vederla come un oggetto. Il tradimento, secondo me, avviene nel momento in cui non c’è onestà all’interno della coppia, non nel momento in cui uno dei due partner ha dei desideri fisici verso altre persone. L’essere umano è dotato di una mente curiosa, è perfettamente naturale che sia spronato a provare nuove cose, ma questo non significa che possa prendere in giro la persona con cui teoricamente desidera avere un rapporto che sia più che fisico. Ciò che differenzia l’amore dal resto è proprio quella fusione tra il bene intellettuale che è l’amicizia e l’attrazione fisica, di conseguenza il tradimento non consiste nell’attrazione fisica verso persone che non siano il proprio partner perché l’attrazione fisica non è amore. Avrebbe più senso definirsi direttamente quindi coppie aperte, in quanto l’amore va oltre il materialismo subentrato nella mentalità comune.
Intervista di Lorenzo Proia