La storia l’abbiamo studiata tutti, più o meno volentieri, quando in giovane età, sui banchi di scuola, ascoltavamo le spiegazioni di quegli eventi che, parendoci lontani, polverosi e stantii, avevano portato l’allora giovane Italia in guerra, la Prima Guerra Mondiale, la Grande Guerra.

A raccontarla, la Grande Guerra, anche semplicemente utilizzando esclusivamente fredde cifre, ci si rende conto immediatamente che fu una tragedia, umana, sociale ed economica, di proporzioni sino ad allora inimmaginabili.

Dal 24 maggio 1915, data ufficiale dell’entrata in Guerra dell’Italia, sino al 4 Novembre 1918, termine delle ostilità sancite il 3 Novembre con la firma dell’armistizio fra le parti, nella villa del conte Vettor Giusti del Giardino, comunemente conosciuta come Villa Giusti, situata nella zona Sud-Ovest di Padova, vi fu una svolta storica epocale.

Il 4 novembre, nato come “Festa della Vittoria” (semplicemente “la Vittoria”, per antonomasia) è con il tempo divenuta il “Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate“.

A cento anni esatti dalla conclusione degli eventi che hanno, di fatto, cancellato intere generazioni di Italiani, il Paese ha reso omaggio al sacrificio di tutti quei giovani che si sono immolati, sino al sacrificio estremo, con tre cerimonie, semplici e molto partecipate, nei luoghi simbolo della Grande Guerra: l’Altare della Patria, il Sacrario di Redipuglia e Trieste.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dal Ministro della Difesa On. Elisabetta Trenta e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Gen. C.A. Claudio Graziano, ha deposto una corona di alloro davanti al sacello del Milite Ignoto in una mattinata grigia, quasi anche il cielo, plumbeo, volesse sottolineare la tragedia della Guerra. Il sorvolo della nostra Pattuglia Acrobatica Nazionale, le Frecce Tricolori, che hanno steso un lungo Tricolore sul cielo di Roma, ha chiuso la cerimonia di commemorazione al Vittoriano.

A metà mattinata, il Capo dello Stato, il Ministro della Difesa ed il Capo di Stato Maggiore della Difesa, hanno raggiunto il Sacrario di Redipuglia. L’imponente scalinata di 22 gradoni, realizzata in pietra del Carso, si inerpica sul fianco del Monte Sei Busi, raccoglie le spoglie mortali di oltre 100.000 Soldati, noti ed ignoti, caduti sulle pietraie del Carso, sull’Isonzo e sul Piave.

In ogni gradone è posta la parola “PRESENTE” che si ripete, sempre uguale a se stessa, quasi come un’eco all’unisono, di tutti i Soldati sepolti. Al centro del primo gradone c’è una sepoltura diversa da tutte le altre. Si tratta della tomba che accoglie le spoglie dell’unica Donna che riposa nel Sacrario, la Crocerossina Margherita Kaiser Parodi, decorata di Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

La deposizione della Corona di Alloro da parte del Presidente Mattarella, è stata seguita dalla “Preghiera per la Patria”, recitata da Don Sigismondo Schiavone, Cappellano Militare della Brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli.

Subito dopo, il Ten. Col. Gianfranco Paglia, Medaglia d’Oro al Valor Militare, ha dato lettura, in un denso silenzio, carico di rispetto e commozione, della motivazione del conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare al Milite Ignoto.

Le autorità, al termine della cerimonia si sono spostate a Trieste dove, in Piazza Unità d’Italia, erano schierati militari di Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza; con loro 12 rappresentanze straniere.

La manifestazione di Trieste e stata caratterizzata da diversi momenti dedicati alla ricostruzione di alcuni dei fatti più significativi avvenuti cento anni fa, come la rievocazione dello sbarco nel 1918 di Bersaglieri e Carabinieri trasferiti dell’allora Regia Marina (oggi da Nave San Marco) o la consegna del Tricolore da parte di una delegazione di donne triestine al nuovo governatore. In chiusura, l’Inno nazionale intonato dal trio di tenori Il Volo, le 21 salve di cannone da Riva del Mandracchio e il sorvolo delle Frecce Tricolori hanno concluso la cerimonia.

Michela Cossidente

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