“8 marzo 3 donne 3 strade”, questa l’iniziativa per la Toponomastica Femminile con cui il Comune di Mirano (VE) ha aderito nel 2012 con una campagna per valorizzare la memoria al femminile.
Ballò, la frazione più a sud del territorio comunale, ha visto la propria piazza intitolata alla prima Donna Ministro della Repubblica Italiana: Tina Anselmi.
La Storia di Tina Anselmi inizia da molto lontano, da giovanissima, quando non ancora diciottenne, fu staffetta partigiana, prosegue poi con l’impegno nel sindacato; prima nella CGIL, e poi, dalla sua fondazione nel 1950, alla CISL. Fu dirigente del sindacato dei tessili e del sindacato degli insegnanti elementari. Fu incaricata nazionale dei giovani nella Democrazia Cristiana. Nel 1963 venne eletta componente del comitato direttivo dell’Unione europea femminile, della quale divenne vicepresidente nello stesso anno. Nel 1959 entrò nel consiglio nazionale dello Scudo Crociato. Fu deputata dal 1968 al 1992, eletta sempre nella circoscrizione Venezia-Treviso. Nel corso del suo lungo mandato parlamentare fece parte delle commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali. Si occupò molto dei problemi della famiglia e della donna: si deve a lei la legge sulle pari opportunità. Per tre volte sottosegretario al ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, dal 29 luglio 1976 fu ministro del lavoro e della previdenza sociale nel governo Andreotti III: un fatto storico, perché l’Anselmi divenne la prima donna ministro in Italia. Dopo quest’esperienza fu anche ministro della sanità nei governi Andreotti IV e V. È fra coloro che elaborarono la riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Nel 1981, nel corso della VIII legislatura, venne nominata presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2 di Licio Gelli.
Una passione autentica, profonda, viscerale per la politica che ebbe modo di definire, in un suo intervento del 2006 con queste parole: “…La Politica la fai per il Paese, la fai per la tua gente, la fai perché cammini; se io con una carità ti do una pagnotta ho tolto la fame ad una persona, Quando io faccio una legge giusta io risolvo il problema di mille persone ….”.
Per Tina Anselmi la politica non era un mestiere ma una missione, concetto ripreso anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rispondendo alle domande degli studenti che ha incontrato al Quirinale lo scorso 4 marzo.
La politica di Tina Anselmi era la politica del confronto e non quella urlata, gridata e denigratoria nei confronti dell’avversario, dell’opposizione. E’ proprio questo suo profondo rispetto per la politica, la sua ostinazione per la “buona” politica che la ha portata ad occupare lo scranno di primo Ministro Donna della Repubblica Italiana.
Nel suo intervento Maria Rosa Pavanello, Sindaca di Mirano, ha ricordato come Tina Anselmi sia “stata una pioniera dello sviluppo della condizione femminile in Italia, certo, ma soprattutto è stata una persona che ci ha lasciato eredità ed esempi preziosi in molti campi. Siamo felici e orgogliosi che un luogo della nostra Città, nella sua regione peraltro, d’ora in poi porterà il suo nome e perpetuerà la sua memoria».
La nipote di Tina Anselmi, Emanuela Guizzon, ha raccontato alcuni momenti della Tina Anselmi privata, aneddoti che hanno permesso al numeroso gruppo di cittadini che si sono assiepati nella Piazza, ed hanno assistito alla cerimonia, di intravvedere la Donna che sottendeva al personaggio pubblico.
Renata Cibin, Presidente del Consiglio Comunale di Mirano, ha sottolineato come in virtù di una deroga prevista, ed in casi eccezionali, si sia potuto intitolare un luogo pubblico ad una persona scomparsa da meno di dieci anni come previsto dalle norme vigenti.
Questa la parte istituzionale della cerimonia; quella “partecipata”, invece, ha visto come protagonisti gli alunni delle classi 1a, 2a e 3a della Scuola Primaria “A. Manzoni“ di Ballò, che coadiuvati dalle loro insegnanti, hanno presentato i lavori preparati, appositamente, per l’occasione: cartelli, poesie e disegni che con la struggente, e disarmante, semplicità tipica del linguaggio dei bambini della loro età, hanno saputo amalgamare in un caleidoscopio “Audio-Visivo” la figura di Tina Anselmi.
Il Parroco di Ballò, Don Luciano Minetto, ha benedetto sia il monumento che la Piazza e subito dopo la Sindaca di Mirano e la nipote di Tina Anselmi hanno sollevato i due Tricolori che sino a quel momento celavano le due lastre, simmetriche, in acciaio “cor-ten” (L’acciaio COR-TEN è stato brevettato dalla United States Steel Corporation nel 1933 come acciaio basso legato con 0,2-0,5% di rame, 0,5-1,5% di cromo e 0,1-0,2% di fosforo, è detto anche acciaio patinato – NdR) con cui sono state realizzate le due “tele” del monumento.
La semplice, ma commovente cerimonia, si è conclusa con l’esecuzione dell’Inno degli Italiani, l’Inno di Mameli, da parte della Corale di San Bartolomeo apostolo diretta dal M. Diego Trevisan.

Michela Cossidente
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