Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, ha partecipato questa mattina alla cerimonia di chiusura dell’Anno Accademico 2017/2018 che si è svolta presso Palazzo Salviati, sede del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD), alla presenza del Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, dei Capi delle Forze Armate, del Comandante della Guardia di Finanza, del Presidente del CASD e di numerose autorità civili, religiose e militari, nonché numerosi familiari dei frequentatori italiani e stranieri della 69^Sessione dello IASD e del 20° corso ISSMI “Il momento della consegna dei diplomi davanti alla famiglie è un elemento di novità rispetto al passato che sottolinea l’importanza per i frequentatori di far parte di un sistema integrato e complesso che pone al centro la componente umana” così il Generale Graziano all’apertura del suo discorso. All’inizio del suo intervento il Capo di SMD ha messo in luce le importanti attività svolte all’interno del CASD, massimo organismo interforze nel campo della formazione avanzata, degli studi e delle ricerche riguardanti la Difesa e la Sicurezza nazionale ed internazionale, “non vi è dubbio che il centro delle attività svolte in seno al CASD siano le proiezioni internazionali, con uno sguardo all’evoluzione interna, ai nuovi rapporti di genere, alla tutela del personale e ai rapporti interministeriali e intermodulari” “nel tempo, il mondo, le sfide internazionali sono cambiate con progressione costante e decennale, i rapporti tra la NATO, l’UE, e le organizzazioni internazionali, che si stanno sempre di più saldando, sono completamente diversi da quelli del passato”.  “Anche le Forze Armate italiane hanno cominciato un percorso di sviluppo e di crescita nel contesto internazionale, da cui il Paese ha tratto prestigio anche per la competenza professionale di grande profilo che si è riusciti a creare e che ci ha portato a comprendere quanto siano importanti gli stretti legami di conoscenza e di fiducia a livello internazionale”. Il Generale Graziano si è poi rivolto ai frequentatori descrivendo l’attuale contesto in cui saranno chiamati ad operare “Le nuove sfide sono mutevoli, si chiamano terrorismo internazionale, migrazione incontrollata, traffico illegale, ma tutto nasce dall’instabilità di alcuni paesi in crisi, che non sono più in grado di garantire la propria sicurezza e che hanno bisogno di stabilità. Da questa esigenza nasce il disegno di sicurezza che guarda a sud, che l’Italia ha portato avanti e porta con vigore, senza dimenticare i due archi di crisi”. Nel confronto internazionale ad ogni livello, sia culturale, tecnico, militare, il CASD è un fulcro importante di scambio di attività di pensiero e proposte “ed è evidente che quanto noi stiamo disegnando a livello politico, tecnico-diplomatico ed economico, dovrà essere attuato da voi e da quanti vi succederanno in un disegno di grande respiro”. L’importanza della cerimonia odierna deriva anche dalla presenza di singoli rappresentanti delle componenti delle Forze Armate e non solo, e quindi del sistema di sicurezza del Paese che si occupa di difesa avanzata e di sicurezza interna. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa ha poi fatto una disanima sui mutamenti in seno agli organismi internazionali, come l’Unione Europea e la NATO, principalmente per ciò che concerne il nuovo concetto di sicurezza – l’ Europa l’ha definito nella Global Strategy e anche la NATO sta rivedendo la sua strategia-. “In questo contesto l’Italia si è fatta promotore del centro per il sud, Hub for the South, quindi di un centro di attenzione che guarda a sud verso quelle aree da cui provengono le minacce, anche nel tentativo importante di creare un ponte tra missioni della NATO e dell’Europa, ed anche per le iniziative bilaterali”. “Dobbiamo considerare inoltre che molte missioni di oggi si svolgono in un ambito di Coalition of Willing come la maggiore missione in corso che l’Italia svolge in Iraq e non in Siria dove sono presenti  altri Paesi.  Questo è il mondo in cui dovrete operare, in cui dovete dimostrare di conoscere e di saper operare a livello delle altre componenti dello stato e di partecipare attivamente alla trasformazione dello strumento Militare – il nuovo strumento militare dovrà essere un modello stabile e flessibile nel lunghissimo periodo, in grado di reagire a tutte le dinamiche odierne e di assorbire i cambiamenti con stabilità”. “Sarà infine un lungo percorso interforze irrinunciabile, portato avanti già da altri paesi, e che dovrà guidare le nostre trasformazioni interne nell’interesse della nazione, eliminando le duplicazioni ed intervenendo per ottimizzare lo strumento, sfida che vi impegnerà nei prossimi anni. Spero diventiate a vostra volta fulcri di cultura Militare e spirito militare, il ruolo di consiglieri militare nel sistema paese è essenziale per la crescita della nazione”.