“Sono nato nella natura […] sono nato in una nuvola […] ho quattro nature […] spazio alla natura. La natura è un’aquila bianca. Spazio-dada alla natura-dada”
Jean (Hans) Arp, Configurazione Strasburgo, 1931

È stata presentata oggi alla stampa la mostra La natura di Arp a cura di Catherine Craft, organizzata dal Nasher Sculpture Center di Dallas, allestita negli spazi espositivi della Collezione Peggy Guggenheim dal 13 aprile al 2 settembre, 2019. 

La direttrice Karole P. B. Vail ha salutato i giornalisti e gli ospiti presenti, introducendo al pubblico l’esposizione e ringraziando la curatrice e il Nasher Sculpture Center, prima sede espositiva della mostra lo scorso settembre, per questo prezioso omaggio a Jean (Hans) Arp, artista chiave all’interno della collezione di Peggy Guggenheim. Infatti sua è la prima opera acquistata dalla mecenate, Testa e conchiglia del 1933, punto di partenza per quella che sarebbe stata una delle più grandi collezioni d’arte del Novecento. “In un anno molto speciale per il museo” ha dichiarato la Vail “in cui ricordiamo non solo i 40 anni dalla scomparsa di Peggy Guggenheim, ma anche i 70 anni dalla sua prima mostra di scultura contemporanea organizzata a Palazzo Venier dei Leoni, in cui vennero esposte due opere di Arp, Testa e conchiglia appunto e Corona di germogli I, 1936, ci sembra oggi doveroso celebrare uno degli artisti più influenti del XX secolo, la cui amicizia con Peggy durò decenni”. “Non riesco a immaginare luogo migliore per poter presentare questa mostra se non qui, alla Collezione Peggy Guggenheim” ha poi proseguito la curatrice Craft. “Come Peggy, anche i coniugi Patsy e Raymond Nasher hanno dato inizio alla propria collezione con un bronzo di Arp, Torso con germogli del 1961. Non è dunque un caso che sia stato proprio l’artista franco-tedesco, i cui lavori costituiscono un esempio di apertura e rifiuto dei dogmi, a dare il là a queste due preziosissime collezioni d’arte”. Una carriera durata oltre sessant’anni, spiega la curatrice, in cui Arp realizza un corpus di opere di notevole influenza in un’ampia gamma di materiali e formati. Fondatore del movimento Dada e pioniere dell’astrazione, sviluppa un linguaggio di forme organiche e curvilinee che si muovono con fluidità tra astrazione e rappresentazione, diventando un punto di riferimento per generazioni d’artisti. ”Il titolo della mostra” spiega la Craft “riflette, in parte, il ruolo particolare svolto dalla natura nell’opera dell’artista. In un mondo sconvolto dalla prima guerra mondiale, fare arte secondo la tradizione e soprattutto a imitazione della natura è per Arp moralmente inaccettabile. La sua ricerca creativa si orienta, perciò, verso strategie che riflettono i processi della natura, dalla crescita alla gravità, dal decadimento al caso”. E ancora la mostra sembra riflettere la natura dello stesso artista. Nato a Strasburgo, in Alsazia, quando la regione è politicamente contesa tra Francia e Germania, tra i fattori scatenanti la guerra, Arp oppone un rifiuto irremovibile al militarismo come al nazionalismo e si dedica a esplorare in maniera continuativa e con grande energia le pratiche artistiche che caratterizzano il mondo dell’arte internazionale. “Le sue opere dimostrano che non dovremmo mai dare per scontato un mondo in cui non solo gli artisti ma tutti noi attraversiamo in continuazione i confini, di qualsiasi natura essi siano” sostiene la curatrice. “I suoi lavori sono un esempio di vitalità, ingegnosità e gioia, nonostante le difficoltà vissute, e sono un incoraggiamento alla fede nella creatività umana a dispetto di un’altrettanta inclinazione umana alla stupidità. Un tratto questo che Arp ha sempre voluto sottolineare attraverso il suo fare arte”.

La mostra La natura di Arp porta a Palazzo Venier dei Leoni oltre 70 opere, tra sculture in gesso, legno, bronzo e pietra, rilievi in legno dipinto, collage, disegni, tessuti e libri illustrati, provenienti da importanti musei statunitensi ed europei, fondazioni e collezioni private. Tra le opere più significative spicca Pianta-martello (Forme terrestri), del 1916, proveniente dal Gemeentemuseum Den Haag, Paesi Bassi, tra i primi rilievi del periodo Dada. Sono poi esposte tutte e tre le composizioni multiparte risalenti ai primi anni ’30, innovative rivisitazioni della forma scultorea che rifiutavano il piedistallo e incoraggiavano lo spettatore a interagire con gli elementi mobili: Scultura da perdere nella foresta (Scultura di tre forme), 1932 dalla Tate Modern, Londra, Due pensieri su un ombelico (Scultura di tre forme), 1932, dal Musée d’Art Moderne et Contemporain, Strasburgo, e Tre oggetti fastidiosi su un volto, 1930 dal Museum Jorn, Silkeborg. Degno di nota anche un gruppo di opere realizzate in collaborazione con la moglie, l’artista Sophie Taeuber-Arp, tra cui la scultura in legno Scultura coniugale, 1937, dallo Stiftung Arp, Berlino/Rolandswerth.

La mostra è accompagnata da un ricco catalogo con un saggio principale della curatrice della mostra, Catherine Craft, e contributi di studiosi di Arp affermati ed emergenti: Lewis Kachur, professore di Storia dell’arte presso la Kean University, New Jersey; Walburga Krupp, ricercatrice associata alla Zürcher Hochschule der Künste di Zurigo; Tessa Paneth-Pollak, assistente di Storia dell’arte presso la Michigan State University.

Numerosissime sono le attività collaterali che il museo propone in occasione della mostra, sempre gratuite. Il programma completo dei Public Programs è disponibile sul sito del museo e in cartella stampa. Inoltre, tutti i giorni alle 15.30 vengono organizzate visite guidate gratuite alla mostra previo acquisto del biglietto d’ingresso. Gli “Amici” del museo entrano sempre gratis.

La natura di Arp gode del sostegno del National Endowment for the Arts e Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura, con un ulteriore supporto da Nancy A. Nasher and David J. Haemisegger, Charlene and Tom Marsh, and the Ruthie and Jay Pack Family Foundation.

Il programma espositivo della Collezione Peggy Guggenheim è supportato dal Comitato Consultivo del museo. I progetti educativi correlati all’esposizione sono realizzati grazie alla Fondazione Araldi Guinetti, Vaduz. Le mostre della Collezione Peggy Guggenheim sono realizzate con il sostegno degli Institutional Patrons – EFG e Lavazza, e le aziende del gruppo Guggenheim Intrapresæ.

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