Sono guerrieri e santi, ballerine col tutù e cavalieri con l’armatura, porcospini e tartarughe, omini di ferro con teste di uova, cavalli, basiliche romane e tanti altri soggetti, tutti… arrugginiti dal tempo e dall’oblìo, i personaggi che l’artista romano Cesare Lauri crea da vecchi ferri arrugginiti, lame di trattori e falciatrici, molle di vecchie poltrone, tondelli, catene, griglie di chiusini, pale, forconi e zappe e con vecchi materiali ferrosi i cui il suo “sguardo d’artista” vede qualcosa di più di un rifiuto buono solo per la spazzatura.

Abbiamo apprezzato molto il lavoro di questo artista, l’ultimo dei romantici, che raccoglie materiale freddo, ormai “morto” e destinato alla discarica, che invece, con la sua visione e il suo lavoro di raccolta, pulizia, piegatura, saldatura, diventa materiale “vivo”, e l’altro valore aggiunto che è l’eco sostenibilità delle sue opere d’arte.

Considerato poi che “La Pecora Nera”, la scultura di Cesare Lauri scelta per la locandina della mostra, è sparita misteriosamente, segno inequivocabile che le opere di Cesare Lauri vanno a ruba!

La mostra “Ruggini” è visitabile nel Parco Regionale dell’Appia Antica, 42, nell’ex cartiera latina, sala Nagasawa, fino al 22 dicembre.

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Manuela Minelli

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