Rivolgo a ciascuno di voi un benvenuto al Quirinale.

Un saluto al Sottosegretario Giorgetti, ai Presidenti delle Commissioni parlamentari presenti, al Presidente Malagò che ringrazio per il suo intervento, così come al Presidente Čeferin, e al Commissario Fabbricini.

Un saluto alla rappresentante della FIFA, a Sara Gama, e alla Nazionale femminile. Complimenti! Aver conquistato la partecipazione ai mondiali è un gran successo e richiede, ancora una volta, un ringraziamento allo sport femminile.

Le parole che ha detto Sara Gama sono interessanti. Mi rendo conto dei sacrifici e anche delle sottovalutazioni. I sacrifici resteranno, perché lo sport, come tutti voi sapete, comporta sacrifici per poter essere adeguatamente in forma; ma le sottovalutazioni sono ormai del tutto scomparse: e questo è un gran risultato accanto a quello dei Mondiali che avete conquistato.

Un saluto con molta simpatia ai rappresentanti del calcio a cinque, del pitt soccer, alla Lega Calcio e alle Associazioni, con gli auguri per la loro attività, agli allenatori, e a quanti con loro collaborano giorno per giorno nella preparazione del campionato e degli incontri internazionali, agli arbitri. Se talvolta è inevitabile essere destinatari di qualche contestazione, possiamo però dire che, per l’Italia, i nostri arbitri sono un vanto della comunità internazionale del calcio.

Un saluto molto sentito ai partner di questi centoventi anni che introducono in questo evento una preziosa dose di sensibilità sociale. E, del resto, il calcio tante volte è stato disponibile a impegnarsi e a motivarsi per attività e iniziative di solidarietà.

Un saluto agli sponsor che sono interpreti del legame degli italiani con il mondo del calcio e che attestano che la storia del calcio italiano è importante, di grande prestigio, accompagnata dal sostegno e dall’affetto dei nostri concittadini.

Centoventi anni sono tanti; l’affetto e il sostegno sono cresciuti nel corso dei decenni. Questa è una condizione che viene testimoniata e rappresentata dalle maglie e dalle coppe dei grandi successi della nostra Nazionale.

Naturalmente questa condizione fa del calcio un fenomeno nazionale e questo comporta delle responsabilità. Dino Zoff e Giorgio Chiellini hanno sottolineato, con parole efficacissime, la responsabilità che ha il mondo del calcio e chi lo interpreta. Ciò richiede di raccogliere un concetto che ho sentito qualche volta esprimere al Presidente Malagò: quello di voler bene allo sport e al calcio. Il voler bene al calcio significa avere anche l’attenzione agli aggiornamenti da ricercare e applicare necessariamente nel corso del tempo.

Il Presidente della Uefa poc’anzi ha esortato l’Italia a dotarsi di stadi moderni: è una buona raccomandazione anche per motivi di efficienza e di sicurezza. Ma vorrei aggiungere una sottolineatura per quanto riguarda i vivai: che non siano ambiti per ricercare guadagni finanziari futuri ma siano luoghi in cui si facciano emergere giovani talenti e si diffonda lo sport fra tutti i ragazzi.

Questo mi fa pensare ad un’altra considerazione, se posso, un’esortazione: quella di cercare e individuare costantemente il punto di equilibrio tra interessi economici e sport perché i primi non prevalgano rischiando di soverchiare l’aspetto sportivo che è – e deve restare – prevalente.

So che questo riguarda più la Lega che la Federazione, così come riguarda la Lega un’altra considerazione: quella che le Società maturino un rapporto adeguato con le tifoserie che conferiscono entusiasmo ma non devono mai rischiare di far smarrire il senso dello sport, della sana competizione sportiva. Anche perché il calcio non può mai comprendere aspetti di ordine pubblico.

Vi sono delle grandi considerazioni che noto dalle parole di Dino Zoff e Giorgio Chiellini e io credo, anche dalle parole del Presidente Malagò e del Commissario Fabbricini, che vi sia l’esigenza del calcio di valorizzare la sua storia come sta facendo oggi.

Vedo qui alcuni precedenti Presidenti della Federazione e vorrei anch’io ricordare Artemio Franchi che aveva la capacità di dedicare la pienezza del suo impegno al calcio e al Palio di Siena.

È stata ricordata poc’anzi la presenza dei Presidenti della Repubblica Pertini e Napolitano, nel 1982 nel 2006, alle finali vittoriose di Madrid e di Berlino. Mi auguro che il mio successore, nel 2022, possa avere la stessa opportunità, la stessa sorte, e credo che ciò sia possibile a giudicare dall’ottimo calcio messo in mostra ieri sera dalla Nazionale.

Vorrei rivolgere a Mancini e a tutti i calciatori della Nazionale i complimenti per l’incontro di ieri e la fiducia nel futuro.

Io mi accontento e sono ben lieto di poter rinnovare i complimenti di Pertini a Dino Zoff e agli altri campioni dell’82, e quelli di Giorgio Napolitano (non c’è Cannavaro, anche se c’è la sua maglia, mi sembra) a Gigi Buffon e a tutti gli altri campioni del 2006. Buffon è stato il successore – come capitano – di Cannavaro prima di passare la consegna a Chiellini in questi ultimi tempi.

Ecco, questa è una storia importante. Non ricordo chi fosse il capitano della Nazionale degli Europei del’68 – che ho seguito allora rigorosamente in bianco e nero in tv, con pari attenzione dei Mondiali successivi – ma faccio anche a loro i complimenti.

Questa punteggiatura di successi nella storia del calcio italiano è ciò che in fondo rende significativa questa celebrazione. Centoventi anni sono tanti, sono in sé un evento importante, ma celebrarli sul ricordo di questi successi e sulla prospettiva di altri successi è quello che rende questo incontro una festa.

Grazie per la vostra presenza.

Non posso concludere però senza rivolgere un pensiero alle ragazze dalla Pallavolo femminile di cui poc’anzi ha parlato il Presidente Malagò: stanno conducendo uno strepitoso Mondiale e a loro va – essendo quella del calcio un’unica realtà, indivisa dei tanti sport – il nostro augurio e sostegno per queste ultime partite.

Grazie per quanto avete fatto. Grazie per la responsabilità – che sapete interpretare – della fiducia degli italiani.