Dopo le grandi regate del maggio 2012 la Coppa America è tornata in Arsenale. E’ stata una mattina dedicata ai ricordi del Moro di Venezia e al futuro di Luna Rossa, che ieri ha presentato la sua sfida a Palermo.

Venezia e la Coppa America hanno un legame stretto: il ricordo del Moro di Venezia, che mostrava agli avversari il leone dipinto a poppa è indelebile, non sono nella città lagunare.  Era il 1992 quando la Compagnia della Vela ha sfidato il San Diego Yacht Club: il Moro fu la prima sfida “latina” a vincere le regate di selezione, allora Louis Vuitton Cup e resta l’unico ad aver vinto una prova contro il defender. Non solo ricordi, in Sala Modelli si è parlato anche di futuro della Coppa, della prossima edizione che sarà nell’estate australe del 2020/21 a Auckland Nuova Zelanda e dove parteciperà Luna Rossa, alla sua sesta sfida.
Erano presenti i velisti Matteo Plazzi, uno tra i pochi  vincitori italiani del massimo trofeo (era a bordo di BMW Oracle) e Andrea Madaffari, velista e preparatore atletico del Moro di Venezia.  Davide Tagliapietra attuale progettista per il team Luna Rossa ha invece introdotto la tecnica che sarà protagonista a bordo delle barche della prossima edizione: monoscafi foiling di circa 23 metri con velocità di 30 nodi di bolina e 50 in poppa. Prestazioni che solo 15 anni fa sembravano impensabili e ora creano incertezza nello spettacolo. Corrado Scrascia ha rappresentato la Compagnia della Vela. Sette anni dopo l’Act che ha visto l’Arsenale aprirsi allo sport con una manifestazione che tutti i ricordano e che ha riempito le rive del Bacino di San Marco di pubblico la Coppa è tornata “a casa”, un po’ come sta facendo l’arte navale con l’esposizione del Salone Nautico Venezia. Insomma ancora una volta l’Arsenale è stato protagonista, lo scenario ideale per tutto quanto è mare. Sullo sfondo della discussione il tema “uomini contro tecnologia”, ovvero perché sia così forte il ricordo di certe avventure come  quella Moro e forse meno quello di altre, che non erano partite con meno ambizioni. Nuovi ingredienti si affacciano alla scena: velocità soprattutto, tecnologia. Alla ricerca di “nuovi eroi” che sappiano invadere il mondo social la ricetta sembra antica: il valore della competizione con la adeguata comunicazione