L’emergenza covid-19 può fermare il mondo ma non può fermare l’approvazione “spedita” e disinvolta del PUA, cioè della privatizzazione di fatto del mare di Roma, da parte del Comune di Roma. Senza cittadini, senza associazioni, senza comitati, senza aver previsto la partecipazione via web di tutti i soggetti interessati alla discussione, senza un minimo di confronto pubblico, nonostante le polemiche sollevate in queste settimane, la Commissione Urbanistica si riunirà per esprimere il voto, scommettiamo sarà favorevole, sulla nuova proposta di PUA. Ciò che lascia veramente senza parole è l’atteggiamento della maggioranza M5S che, in un momento drammatico per la città, quando ancora mancano tante, troppe, risposte dal Campidoglio, decide di concentrare gli sforzi per accelerare i pareri delle commissioni sulla proposta di PUA eludendo di fatto la discussione pubblica, per altro garantita dalla delibera 57 del 2006, e qualsiasi forma di confronto, oltretutto possibile solamente nelle commissioni. Meno male che “uno vale uno”. E’ del tutto evidente che questa fretta, ignorando completamente le richieste delle opposizioni che chiedevano di riprendere la discussione al termine dell’emergenza sanitaria, lascia intravedere degli spazi bui su cui va fatta piena luce. l’Amministrazione in carica non solo non ha abbattuto fino ad oggi un centimetro di lungomuro, avendo oltretutto gli strumenti per farlo, ma nemmeno è riuscita a respingere tutte le domande di condono edilizio e sanatoria relative ad opere in muratura realizzate sul demanio marittimo. La Commissione Urbanistica, insieme alla Commissione Trasparenza e Garanzia, dovrebbero spiegarci il perché di questa anomalia piuttosto che premere sull’acceleratore dell’approvazione del PUA. Il nostro timore, circostanziato da fatti emersi anche durante i lavori della prima Commissione Urbanistica capitolina dedicata al PUA e finita in un nulla di fatto in attesa del parere municipale, è relativo al fatto che, non potendo concedere le proroghe delle concessioni demaniali marittime in essere e prevedendo un iter lunghissimo per l’approvazione del PUA e quindi di indizione dei bandi pubblici, l’Amministrazione chiederà delle deroghe agli enti di controllo al fine di prorogare nei fatti le concessioni in essere fino a data da destinarsi. Al netto di questo, liquidare il PUA sottraendolo alla discussione pubblica, per altro sulla scia di una emergenza sanitaria, è un comportamento sciatto, immorale, scorretto, e non rispettoso delle prerogative democratiche dei cittadini.
Marco Possanzini, Segretario Sinistra Italiana X Municipio