Domenica 25 novembre, per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Zètema Progetto Cultura regalerà a tutte le donne la MIC.

Basterà essere residenti o studenti a Roma e recarsi in uno dei 3 musei civici coinvolti: Galleria d’Arte Moderna di Roma, Museo Napoleonico, Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina. Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, rappresenta il momento più importante dell’anno per parlare, informare e sensibilizzare su questo grave problema che riguarda tutti i Paesi del mondo tra i quali, purtroppo, anche l’Italia. Zètema Progetto Cultura, nella persona della sua Presidente Francesca Jacobone, vuole dare un piccolo segno della propria vicinanza alle donne in questa giornata così significativa, puntando proprio sul suo ruolo fondamentale nella promozione culturale: tutte le donne residenti o studenti a roma che si recheranno il 25 novembre presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma, il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina o il Museo Napoleonico, riceveranno in omaggio la MIC Card, la carta destinata a chi vive o studia a Roma e che consente l’ingresso illimitato per 12 mesi nei Musei Civici e nei siti storico artistici e archeologici della Sovrintendenza. Per maggiori informazioni www.museiincomuneroma.it<http://www.museiincomuneroma.it>

Un’iniziativa, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, che intende agevolare le visite dei Musei di Roma Capitale per il pubblico femminile, coinvolgendolo nei racconti che riguardano le tante immagini di donne che ammiriamo come opere d’arte nelle stanze dei musei. Un’ottima occasione per percorrere itinerari culturali che abbiano come trait d’union figure femminili. Cominciamo dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma, che da sempre predilige esposizioni e incontri culturali con al centro le artiste, dove il 25 novembre sarà visitabile l’installazione “Ritagli di donne” dell’artista Benedetta Montini, che utilizza collage con ritagli di donne presi da vecchie fotografie, ed è stata appositamente realizzata in occasione di questa importante giornata con il sostegno di Secondo Cuore Onlus, la cui missione è aiutare le donne offrendo loro un sostegno dal punto di vista chirurgico, psicologico e legale. Inoltre, nella mostra in corso “Roma città Moderna. Da Nathan al Sessantotto” ospita le opere di alcune artiste, come Mimì Quilici Buzzacchi. Notissima per la sua opera incisoria e in particolare la xilografia, l’artista ha attraversato il Novecento lavorando incessantemente in un confronto continuo con i protagonisti della cultura del suo tempo. Negli  anni Trenta ha partecipato assiduamente alle più importanti rassegne espositive nazionali e internazionali,  tra cui le Biennali veneziane e le Quadriennali di Roma. Presenti anche le opere di Esther Epifani e Eva Quajotto e di Benedetta, un’artista di cui si conosce ancora poco, come delle sue colleghe futuriste, che è stata guida dei membri del futurismo e alla quale si deve la diffusione del movimento oltreoceano. Innumerevoli infine le immagini femminili presenti nelle opere in mostra, tra le quali la bellissima Il dubbio di Giacomo Balla e la Bagnante di Marino Marini. Il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina, raccontando la straordinaria avventura della Repubblica Romana, mette in luce anche il ruolo importante giocato dalle donne nei fatti del 1849. In particolare tratteggia le figure di due donne, Colomba Antonietti e Cristina Trivulzio di Belgiojoso che, di estrazione sociale diversissima – figlia di un umile fornaio di Bastia Umbra la prima, nobildonna appartenente ad una delle famiglie più ricche ed importanti di Milano la seconda – non esitarono a spendersi in prima persona nelle tumultuose vicende della primavera-estate del ’49. Nella Roma cinta d’assedio dall’esercito francese, esse divennero infatti le figure emblematiche da una parte della donna combattente – Colomba, che volle imbracciare il fucile e combattere in prima linea accanto al marito, l’ufficiale Luigi Porzi, sui bastioni del Gianicolo, dove lasciò la sua giovane vita di poco più che ventenne colpita al fianco da una palla di cannone – e dall’altra della donna infermiera – Cristina Trivulzio, ideatrice di un innovativo sistema di soccorso ai feriti articolato in “ambulanze” (rete di ospedali e postazioni di primo soccorso spesso a ridosso dei luoghi degli scontri) e gestito pressoché interamente da donne. A queste si affianca poi la figura della donna scrittrice e giornalista, l’americana Margaret Fuller, che ebbe il merito di raccontare al mondo il barbaro bombardamento dei francesi su Roma, i suoi monumenti e la popolazione civile inerme. Al Museo Napoleonico molti personaggi femminili attendono di essere scoperti o riscoperti. Come una delle sorelle di Napoleone, Paolina Bonaparte, che, grazie al suo matrimonio con Camillo Borghese, poteva vantare il rango di principessa romana, o come la nipote di Napoleone Charlotte Bonaparte (1802-1839), amante dell’arte, animatrice di salotti intellettuali e artista a sua volta, che ha espresso una cultura aperta e cosmopolita alimentata da una fitta rete di scambi e relazioni con personalità della vita artistica e culturale degli anni della Restaurazione. Al Museo Napoleonico è conservato un importante nucleo di album di Charlotte, che contengono suoi disegni, acquerelli, incisioni, oltre ad opere del marito Napoleone Luigi e dei tanti artisti che la principessa Bonaparte incontrò in Francia, in Italia – a Roma e a Firenze – e nel corso dei suoi numerosi viaggi, in Germania, Belgio, Inghilterra e Stati Uniti. Una donna intelligente, colta e una principessa protagonista dei difficili anni della diaspora e dell’esilio dei Bonaparte, consapevole della propria appartenenza alla famiglia imperiale ma anche nutrita da legami con personaggi, artisti e intellettuali che ne arricchiscono i tratti culturali e umani.