L’arte di Gilles Roux, Sergio Viscardi, Teresa di Sario, Thomas Mai, Francesca Trusso e Vincenzo Sangiorgio da domani fino a martedì 17 presso la Galleria Area Contesa Arte

Amore vedessi com’è bello il cielo a via Margutta questa sera…a guardarlo adesso non sembra vero che sia lo stesso cielo…dei bombardamenti, dei pittori, dei giovani poeti e dei loro amori consumati di nascosto in un caffè…” cantava Luca Barbarossa al trentaseiesimo Festival di Sanremo.

Via Margutta è una delle più affascinanti, magiche e pittoresche vie di Roma, è la strada che fin dal 1600 è stata ritrovo di pittori, scultori, poeti, musicisti ed artigiani e che ha visto passare e fermarsi il gotha degli artisti di ogni parte del mondo, da Pietro Paolo Rubens, Nicolas Poussin, Jusepe de Ribera, Gaspar van Wittel e Pablo Picasso (che soggiornò al numero 53/b, negli Studi Patrizi), Novella Parigini che lì abitava insieme ai suoi quadri graffianti e ai suoi numerosi gatti, e poi Gentilini, Maccari, Fazzini, Montanarini, Severini, Guttuso, Burri, Mafai, Mastroianni, e da moltissimi altri ancora. Nelle sale dell’Associazione artistica internazionale, dove nell’Ottocento si svolgevano gli eventi più mondani, sono passati musicisti, poeti, scrittori, da Richard Wagner e Franz Liszt a Giacomo Puccini e Pietro Mascagni, da Emile Zola a Gabriele d’Annunzio che fu uno dei più assidui frequentatori dell’Associazione insieme a Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir, Elsa Morante, Moravia e Sibilla Aleramo, Giorgio De Chirico. Una targa ricorda che in questa via hanno vissuto Federico Fellini e Giulietta Masina e Anna Magnani. E come dimenticare il film Vacanze Romane che ospitò Audrey Hepburn in una delle soffitte delle case cinquecentesche?

E sarà proprio in via Margutta, al civico 90, che da domani (sabato 7, n.d.r.) e fino a martedì 17, la Galleria Internazionale Area Contesa Arte mette in scena per la prima volta una mostra all’avanguardia intitolata “Personalissima”, ovvero un evento che comprende le personali di sei artisti, Gilles Roux, Sergio Viscardi, Teresa di Sario, Thomas Mai, Francesca Trusso e Vincenzo Sangiorgio. Due noti critici d’arte, il Principe Alfio Borghese e il Maestro Internazionale di Spatola Stratigrafica, Mario Salvo, faranno un intervento critico live sulle opere degli artisti. Ad orcestrare il tutto, la gallerista Teresa Maria Zurlo e sua sorella Tina e, inoltre, come ogni evento che si rispetti, anche questo avrà una madrina, l’attrice Adriana Russo e un padrino, il fotografo di scena Marco Bonanni. Ad arricchire ancor di più il vernissage degli artisti, una di loro, Teresa di Sario, danzerà, mentre la scrittrice Manuela Minelli illustrerà al pubblico il suo libro “Il Tempo è un’invenzione della mente” che si sposa perfettamente con le opere dell’artista francese Gilles RouxLa forma del tempo”, ispirate a concetti di tempo non convenzionale, creando così paesaggi e atmosfere oniriche e fiabesche in cui chi guarda si perde e, perdendosi, ritrova sé stesso. Colori e matite pastello, a creare castelli, colline, villaggi, laghi e montagne su sfondi nerissimi sono la tecnica più usata dall’artista Gilles Roux, peraltro anche decoratore e disegnatore soprattutto in Francia, ma anche in Italia.

 

 

Del tutto differente l’espressione artistica di Sergio Viscardi, in arte SerGiotto, scultore e pittore che gioca con l’arte, proponendo opere tridimensionali che “fuoriescono” dal quadro, come prolungamento del pensiero che vuole colpire chi guarda. ama sperimentare e “giocare” con diversi materiali, legno, gesso, cartone, oggetti vari, banconote persino, realizzando opere assai originali, spesso di denuncia verso una società corrotta e schiavo del consumismo. Artista poliedrico e assai prolifico, per i suoi quadri usa tecniche varie, dal classico colore ad olio ai pastelli e altro, aggiungendo alle sue tele tagli o spessore materico, talvolta usando entrambi, crea dialoghi tra immaginazione ed emotività, articolando la sua produzione artistica in una multivisione di contenuti ed elementi simbolici. Per SerGiotto l’arte contemporanea concettuale è pura espressione dell’anima,  senza la quale – afferma – non sarebbe arte. Nello spazio di Contesa Arte l’artista romano propone una serie di opere facenti parte della serie “Ipotesi tridimensionale“, coinvolgendo l’osservatore in modo diretto e deciso, anche  per mezzo del  forte impatto emotivo della sintesi concettuale, espressa tramite gruppi figurativi di immagini dall’intensa connotazione  metaforica. La riflessione sulla vana frenesia della società moderna, spesso egoista e crudele e sulla condizione umana, attanagliata dalla solitudine e ingannata dalla falsa vanagloria delle ambizioni terrene, colpisce l’osservatore in modo immediato, grazie alla combinazione tra acceso cromatismo e proiezione spaziale.

Degustazione di cioccolata di Modica per i presenti.

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Manuela Minelli

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