Roberta ha una vita normale e soddisfacente; un marito produttore cinematografico, una figlia avuta in gioventù che vive all’estero e un lavoro stimolante all’università, grazie al quale combina la didattica all’esperienza sul campo, che la porta spesso tra i ghiacciai del mondo a studiarne l’evoluzione. Eppure, quella tranquillità, quella lentezza e pazienza che i suoi studi le impongono nell’osservazione della natura, all’improvviso le vanno stretti; basta una chiacchierata durante una première cinematografica con Valeria, moglie dello scenografo del film protagonista della serata, per infonderle il dubbio che tutto il suo mondo di “fermi immagine” necessiti di una sferzata di energia e di slancio. Valeria alias Yolanda Hastings, infatti, è regista di film “sperimentali” e “femministi” per adulti; a deciderne la sceneggiatura, le locations e il/gli attori sono esclusivamente le donne protagoniste dei suoi film, senza differenza di età, occupazione o conformazione fisica, accomunate dal volersi risvegliare dal torpore delle proprie vite, rigenerarsi o dar vita a nuovi sé. È per Roberta un’occasione impossibile da rifiutare.

Inizia così una duplice percezione di Roberta, che da stimata professionista, moglie e madre, al diventare virale del film, si trasforma agli occhi degli altri in donna di dubbia moralità, dai gusti sessuali discutibili, professionista non più (o non solo) della glaciologia, avvezza più all’appagamento dei suoi piaceri sessuali che all’accudimento dei suoi cari. In un’epoca così attenta alla privacy, la dimensione privata, tuttavia, non esiste più.

Ma Roberta non si sente di giustificarsi, di motivare le sue scelte, confidarsi o confrontarsi con qualcuno; è se stessa, e questo, nel bene e nel male, la rende felice. Nel romanzo non parla mai, è spettatrice dei molti giudizi su di lei e delle azioni che gli altri, al suo “nuovo essere”, si sentono in diritto di fare. Le è stato sottratto il controllo sulla sua vita e sulla sua soggettività; il suo essere si scioglie, nella molteplicità delle voci narranti del romanzo, in mille rivoli, così come, in natura, sta accadendo ai ghiacciai.

Ne Lo scioglimento dei ghiacci è l’essere una donna pienamente libera nelle scelte, incurante delle conseguenze sociali che probabilmente la aspettano, ad essere il fulcro di una narrazione. Senza alcun fraintendimento, il romanzo condanna una società profondamente maschilista, che ghettizza chi non ha comportamenti conformi al comune pensare dell’essere donna.

In un’epoca fatta di schieramenti opposti, tra revenge porn, femminicidi e adesioni a movimenti contro la violenza di genere, la scelta di una donna, di Roberta, è una scelta per se stessa, senza bisogno di connotazioni d’alcun genere, giustificazioni o mortificazioni, dettata da quel bisogno di vivere semplicemente con un’aria costantemente agitata.

Valerio Cruciani (Roma, 1977), scrittore, poeta e sceneggiatore, insegna presso un liceo della Capitale e collabora come docente di poesia e sceneggiatura con la scuola di scrittura Yo Quiero Escribir di Carmen Posadas (Premio Planeta 1998).
In Spagna, dove ha vissuto per quasi un decennio, ha pubblicato quattro romanzi; in Italia, ha pubblicato la raccolta di poesie Box(e). La scatola dei pugni con la casa editrice Ensemble, libro segnalato, tra gli altri, dal Premio “Mario Luzi“.

Ha curato l’antologia di poesia contemporanea El hombre que fue jueves, pubblicata in Spagna nel 2020, ed è l’autore del podcast “Violante“. Lo scioglimento dei ghiacci è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.
La sua pagina web è http://valeriocruciani.wordpress.com

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Lo scioglimento dei ghiacci

Valerio Cruciani

Ensemble – Collana Echos

2020

189 pg.

15 €

ISBN 9788868817084