30 anni fa, a Palermo, faceva molto caldo quel 19 Luglio quando alle 16:59 la mafia uccise barbaramente con un attentato dinamitardo il Giudice Paolo Borsellino, sotto casa della madre in Via D’Amelio, assieme agli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina.

A Mirano, Comune della Città Metropolitana di Venezia, questo 19 Luglio fa caldo come a Palermo 30 anni fa ma, nonostante la canicola, l’Amministrazione Comunale ha voluto commemorare la memoria del Giudice in Piazzetta Nella e Paolo Errera.

Una cerimonia semplice, ma molto sentita e partecipata dalla cittadinanza, iniziata proprio alle 16:59 con un minuto di silenzio concluso da un lungo applauso da parte dei tantissimi presenti.

Il Sindaco Tiziano Baggio, alla presenza dell’intera Amministrazione Comunale, di due rappresentanti della locale Stazione dell’Arma dei Carabinieri, del Comandante della Compagnia di Mirano della Guardia di Finanza, Cap. Luca Augelli, del Comandante, Michele Cittadin, e del Vice Comandante, Stefano Sorato, del Consorzio della Polizia Municipale dell’Unione dei Comuni del Miranese, ha ricordato, nel suo intervento come la mafia colpisca senza alcuna pietà: “Serviva anche procurare ad una madre il più grande dolore che una madre possa avere: perdere il proprio figlio, serviva essere crudeli fino all’estremo” – ed ha poi proseguito – “nonostante i tanti anni passati ha sempre un forte significato ritrovarsi in questa piazza che il Comune di Mirano ha voluto dedicare alle vittime della mafia. Lo ha voluto fare piantando degli alberi perché gli alberi sono simbolo di vita e longevità. Come diceva il Mahatma Gandhi, l’uomo che fece della non violenza il suo stile di vita, gli alberi si fanno carico di sopportare ogni tipo di intemperia e ci regalano l’ombra”.

Baggio ha poi proseguito, nel suo discorso, rimarcando come “abbiamo voluto ribadire il nostro impegno confermando l’adesione del Comune di Mirano ad Avviso Pubblico, l’associazione degli Enti Locali e delle Regioni contro le mafie e la corruzione” rimarcando come l’Amministrazione Comunale abbia istituito “ un Assessorato alle Politiche per Mirano Città della Pace, della Legalità, del Dialogo, dei Diritti, delle Pari Opportunità e dell’Integrazione

A seguire l’Assessora alle politiche per l’istruzione, per la cultura, per le attività sportive; per Mirano Città della pace, della legalità, del dialogo, dei diritti, delle pari opportunità, dell’integrazione, Maria Francesca Di Raimondo, miranese di adozione, ma siciliana di nascita, che proprio per questo nel suo toccante intervento ha ricordato come “quando Paolo Borsellino viene barbaramente assassinato assieme alla sua scorta, 57 giorni dopo Falcone, ho quasi 16 anni e vivo a Modica, in provincia di Ragusa, che è, per chi non lo sapesse, tradizionalmente la Provincia meno infiltrata da un punto di vista mafioso di tutta l’isola dove c’è un buon tenore di vita e dove proprio la vita scorre in modo assolutamente normale e nonostante tutto la mafia c’è, anche senza spargimento di sangue, anche se non si vede, anche se non se ne parla, tanto meno a scuola” evidenziando come “la mafia non è un mostro sconosciuto purtroppo, la mafia ha il volto di persone come noi ma con un senso civico declinato all’opposto, piegato al proprio tornaconto personale. La mafia, prima ancora di fenomeno criminale, è un fenomeno culturale. Non ho vissuto un’adolescenza normale, adesso posso dirlo, non è normale a sedici anni provare rabbia nei confronti della propria comunità che dovrebbe dimostrarsi coesa, fare scudo e che, invece, continua a sonnecchiare rinunciando al proprio ruolo di argine democratico perché questo dovrebbe essere

A seguire l’intervento del Sindaco di Spresiano (TV), Paolo Galeano, che è anche il Coordinatore Regionale di “Avviso Pubblico”, un’Associazione nata nel 1996 per riunire gli Amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica, che ha sottolineato, con forza, come “un momento come oggi, quello della memoria, non è retorica. Non lo è il 25 Aprile, non lo è il 4 Novembre quando si parla di guerre, lo abbiamo toccato con mano questi mesi dopo che appunto alle porte di casa è scoppiata un’altra guerra quando pensavamo che queste cose fossero confinate a parti del Mondo molto lontane da noi, non è retorica parlare di memoria in termini di mafia, oggi, neanche in Veneto perché” indicando l’Assessora Di Raimondo, “quello si è un tema che tocca la Sicilia ma tocca in maniera profonda, ed i numeri lo dicono in maniera inequivocabile, anche la nostra Regione. Se ne parla con un po’ di ritrosia, con un po’ di timidezza ma non c’è più l’infiltrazione mafiosa, anche in Veneto si parla di radicamento in maniera chiara” rimarcando come anche il Veneto sia diventato “una delle lavatrici d’Italia per attività direttamente connesse al riciclaggio, appunto, di risorse che derivano dai traffici mafiosi, dal mercato mafioso”. Il Sindaco Galeano ha poi ricordato come “il Procuratore della repubblica di Venezia (dott. Bruno) Cherchi, ha detto della parole lapidarie, chiare, inequivocabili sul fatto che la mafia non si combatte con i convegni, con le idee, la mafia si combatte” indicando i rappresentanti delle Forze dell’Ordine alla sua sinistra “con le risorse umane ed economiche: e quindi è compito dello Stato dare queste risorse alla cittadinanza, alla sua comunità, al Paese, per far sì che questo cancro venga ostacolato e fermato” ed ha concluso il suo intervento ricordando come “la differenza la fa il senso pubblico, lo spirito pubblico, quello che viene incardinato dagli amministratori, dai dipendenti, e da ciascuno dei cittadini nel voler connotare la propria comunità in maniera diversa; ecco, queste occasioni servono proprio a questo: per costruire comunità con una cultura differente”.

La commemorazione si è conclusa con il Sindaco Baggio che ha ribadito come “noi siamo l’espressione della Democrazia, siamo espressione della voglia di essere della voglia di esserci, andiamo a votare perché vogliamo affermare dei valori esattamente come lo stiamo facendo adesso e chiedo che in ultima sia da dedicare un applauso a chi figurativamente, per tanti anni, ha lavorato con il Giudice Borsellino e quindi i rappresentanti della Polizia Municipale e delle Forze dell’Ordine”. A seguire la stretta di mano, da parte del Sindaco Baggio, ad ognuno dei rappresentati delle Forze dell’Ordine presenti alla cerimonia per sottolineare, in maniera plastica, l’apprezzamento dell’Amministrazione Comunale, e per estensione di tutta la cittadinanza, per l’abnegazione con la quale svolgono, quotidianamente, il loro lavoro affinché le mafie non trovino mai terreno fertile per insinuarsi nel tessuto socio-culturale ed economico del territorio comunale.

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Michela Cossidente

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