La gestione disinvolta degli arenili liberi, la tolleranza con cui si è permesso ad alcuni gestori di trasformare di fatto le spiagge libere in tratti di arenile in “simil concessione” trova oggi la ferma condanna della Magistratura contabile. Aldo Papalini, Paolo Cafaggi e Stefano Nuti, dovranno restituire al Comune di Roma la somma di 100 mila euro per “grave sciatteria e cattiva gestione” degli arenili liberi sul Mare di Roma. Ben otto spiagge libere attrezzate avevano perso la loro natura “libera” per trasformarsi pian piano, di fatto, in spiagge in “simil concessione”, una specie di “stabilimentini”, dove i vizi dei concessionari balneari erano riprodotti in scala da alcuni gestori delle spiagge libere. La compiacenza dei funzionari pubblici che hanno proceduto fuori dal perimetro normativo, chiudendo gli occhi su quanto avveniva sistematicamente, è oramai dimostrata in ogni aspetto. Assegnazione a titolo gratuito di tratti di spiaggia libera, addirittura distorcendo l’iter corretto per la formalizzazione delle convenzioni, è un’altro degli aspetti emersi dall’inchiesta contabile. Su quelle spiagge c’erano fortissimi interessi e su quei bandi aveva messo gli occhi anche la criminalità organizzata. Questa sentenza contabile rende parzialmente giustizia al Mare e alle Spiagge di Roma perchè c’è ancora molto tessuto marcio da rimuovere. La potente e vasta rete di interessi che circolano sul Mare di Roma, ancora oggi, è tutt’altro che sconfitta. E’ stucchevole sentire dalla Giunta Municipale a 5 stelle e dal leader in pectore del M5S nel X, Paolo Ferrara, commenti “entusiastici” che non hanno motivo di esistere. Primo perchè gli abusi edilizi sul demanio marittimo che avevano promesso e ripromesso di abbattere godono ancora di ottima salute. Lo stesso dicasi per il “lungomuro”, ancora in piedi, e per alcune revoche di concessioni, promesse e mai nei fatti promosse: esempio eclatante è la concessione delle Dune di Renato Papagni, ancora saldamente in mano al potentissimo concessionario. C’è poi il tema dell’abbandono delle spiagge libere targato M5S, addirittura mediaticamente “coperto” dallo scoppiettante annuncio della spiaggia artificiale a Ponte Marconi. Sono anni che, nonostante le promesse, non riescono a recuperare il 50% di arenili liberi rispetto a quelli in concessione al fine di promuovere i bandi per i servizi. L’alternativa alla mala gestione delle spiagge libere non può essere la “non” gestione M5S style. L’alternativa alla mala gestione è, semplicemente, la gestione corretta, rispettosa delle regole. Questo vale per tutte le spiagge pubbliche, quindi sia quelle in concessione che quelle libere. Decidere di “non” gestire le spiagge libere è l’ennesimo regalo ai balneari che di fatto vengono legittimati nel loro “operato”. Dedichiamo al Capogruppo M5S in Municipio, Di Giovanni, all’Assessore Alessandro Ieva e al film maker Paolo Ferrara, una frase di Don Milani sperando che la accolgano come monito per le prossime scelte amministrative: “A che serve avere le mani puliste se poi si tengono in tasca?”
Marco Possanzini, Segretario Sinistra Italiana X Municipio