Quando si parla di dissesto idrogeologico nel nostro territorio si entra nel porto delle nebbie. I dati diffusi all’inizio del 2019 dall’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, non lasciano spazio a dubbi: Ostia, Acilia, Malafede, Infernetto e Ponte Galeria sono le zone della Capitale a maggior rischio idraulico. Dopo pochi mesi dallo studio pubblicato dall’ISPRA arriva la nuova mappatura delle aree a rischio allagamento contenuta nel PAI, (Piano Assetto Idrogeologico) redatto dall’Autorità di Bacino, che riduce il rischio allagamenti e declassa il rischio in alcune aree considerate invece dal precedente studio ad alto rischio. Tra le aree declassate, stranamente, diverse sono quelle dove insistono imponenti progetti residenziali e commerciali. Un esempio per tutti il mega centro commerciale Esselunga all’Infernetto. C’è qualcosa che non quadra, c’è qualcosa che non torna, anche perchè nessuna opera di mitigazione del rischio allagamenti è stata fino ad oggi realizzata. Un recente studio presentato dall’Università degli Studi Roma Tre prevede 130 interventi, da realizzarsi in un decennio, al fine di mitigare il rischio allagamenti fermo restando l’attuale livello di edificazione senza cioè prevedere nuove costruzioni. La ridefinizione del rischio di allagamento prevista dall’Autorità di Bacino, apre inesorabilmente le porte alle autorizzazioni, ad oggi sospese a causa proprio dell’elevato rischio di allagamenti, al fine di realizzare costruzioni ed opere impermeabilizzanti. C’è da dire che i 130 interventi promossi dall’Università Roma Tre avrebbero effetto pari a zero se venisse versato altro cemento rispetto a quello esistente. In tutto questo l’Amministrazione municipale e capitolina tace, non prende posizione ma si limita a prendere atto. No, non è possibile continuare su questa ambigua china del “decido di non decidere” così non mi prendo responsabilità. Per rompere gli indugi e le timidezze del Municipio abbiamo presentato un documento, redatto insieme ad Elisabetta Capurso che si occupa da anni di questo tema essendo stata per altro colpita più volte da allagamenti. Chiediamo al Municipio, alla luce dei recenti studi dell’ISPRA, di essere informati si criteri su cui si basa il modello di simulazione adottato dall’Autorità di Bacino e di chiarire con nettezza che, in virtù del “principio di precauzione” e della responsabilità di questa amministrazione relativamente alla salute dei cittadini, non verranno concesse/ rilasciate autorizzazioni a cementificare nelle aree del Municipio X considerate, prima del declassamento, a rischio allagamento. Non vogliamo che accada di nuovo che si chiudano gli occhi. E’ già successo ad Ostia Antica quando nessuno è intervenuto per fermare il cantiere dell’ecomostro in cemento armato a ridosso del Castello di Giulio II, salvo poi correre a danni fatti. Abbiamo chiesto inoltre di intervenire con immediatezza al fine di rendere i canali di bonifica liberi da ostruzioni e arbusti con particolare attenzione alla rete di canali di bonifica del quartiere Stagni, Saline, Infernetto e all’influente L del Canale Palocco ad oggi invaso da vegetazione che impedisce il regolare deflusso delle acque. Denunceremo gli enti competenti per la manutenzione del Canale Palocco e di tutta la rete di bonifica, così come gli enti preposti alla garanzia della pubblica e privata incolumità, nel caso in cui ci saranno incidenti riconducibili ad allagamenti intervenuti a causa della scarsa manutenzione della rete drenante.
Marco Possanzini, Segretario Sinistra Italiana X Municipio