Tra Anguille e Tarante” è il titolo dell’ultimo disco del M° Ambrogio Sparagna. Il disco, frutto di un pluriennale progetto che il M° Sparagna ha realizzato in collaborazione con l’Orchestra Popolare Italiana (OPI), il Ravenna Festival, il Comune di Comacchio (FE) e le Associazioni di Promozione Sociale (ApS) “Al Batal” e “TemperaMenti”, è stato presentato, in anteprima, a Comacchio all’interno dei generosi spazi dell’Arena di Palazzo Bellini, sulla quale affaccia il Municipio della città, e che, nonostante il puntuale rispetto delle rigorose misure di distanziamento sociale, ha suscitato un notevole interesse da parte della popolazione tanto che i numerosissimi spettatori hanno completamente riempito tutti i posti a sedere disponibili nell’arena.

Un progetto estremamente articolato, in una realtà territoriale unica, e volto al recupero dei canti popolari in dialetto di Comacchio; vengono infatti esplorati i “sapori” e le bellezze di questo idioma molto antico.

I Dialetti, per definizione, sono “lingue confinate” in una toponomastica dai contorni ben definiti che hanno la medesima valenza, quasi organolettica, a prescindere dalla latitudine in cui vengono parlati nello “stivale”.

Al di fuori di questi “confini idiomatici”, i dialetti, risultano ostici alla comprensione dei più ma, non di meno, incarnano una loro musicalità intrinseca.

Far convivere, amalgamare, o se preferite, “impastare”, come ha fatto Ambrogio, sonorità tipicamente mediterranee con la musicalità idiomatica del dialetto di Comacchio di certo non è un mero ed effimero esercizio di stile, al contrario, un esperimento dal risultato non scontato che, invece, ha prodotto sapori inattesi ed emozioni del tutto nuove.

Comacchio, come la definì Ludovico Ariosto nell’”Orlando furioso” «… e la città ch’in mezzo alle piscose paludi, del Po teme ambe le foci, dove abitan le genti disiose che ‘l mar si turbi e sieno i venti atroci», sviluppa il suo territorio nel cuore del Parco del Delta del Po, la porzione sud-orientale del territorio della Provincia di Ferrara. Nota per la bellezza selvaggia delle sue valli e soprattutto, per la secolare tradizione dell’allevamento delle anguille che proprio in questa zona palustre hanno trovato il loro habitat naturale. L’Anguilla nasce nel mar dei Sargassi, successivamente attraversa l’Oceano Atlantico per approdare nelle acque calme e calde del Delta del Po; qui risiede per una quindicina d’anni, prima di intraprendere, a ritroso, lo stesso itinerario e tornare nel mar dei Sargassi per accoppiarsi e morire.

In un certo senso, l’incontro di Sparagna con i Cantori di Comacchio, è una metafora che racchiude in sé il senso più intimo della migrazione delle Anguille.

Ambrogio, infatti, ha fatto “migrare” le ritmate sonorità tipiche del Mediterraneo conducendole sino nel cuore delle valli per farle “marinare” con il Dialetto “delle Anguille di Comacchio”.

Il risultato dell’incontro ha sortito un caleidoscopio ricco di sfumature sin qui sconosciute; se paragonassimo, con un’associazione per nulla ardita, il concerto ad un incontro conviviale, potremmo sicuramente dire, e senza tema di smentita alcuna, che ogni “pietanza-canzone” servita al concerto ha regalato al “palato-orecchio” sensazioni sempre diverse, intriganti e stimolanti sino a quello che, a mio personalissimo parere, è il piatto forte: “Al Bruvàtt”, ossia la ricetta per la preparazione dell’anguilla, recitata da Filippa Cusinatti.

I Cantori ed i Narratori di Comacchio, con la loro voce, hanno assecondato, in maniera superba, l’incedere cromatico sia dell’Organetto di Ambrogio, sia degli altri strumenti di Erasmo Treglia, Clara Graziano, Alessia Salvucci e Raffaello Simeoni componenti dell’Orchestra Popolare Italiana (OPI).

Le voci dialettali di PierMichele Mezzogori, Marinella Carli Ballola, Mariella Tomasi, Elisa Cavallari, solo per menzionare alcuni dei Cantori di Comacchio, dal palco, che dando le spalle al canale che conduce al Complesso architettonico dei “Trepponti realizzato nel 1634 dall’architetto Luca Danesisi, si sono alternate a quella di Anna Rita Colaianni ed alle danze di Francesca Trenta e Clara Graziano.

Un Concerto-Laboratorio con cui il M° Ambrogio Sparagna è riuscito ad unire tradizioni sì così profondamente diverse ma che, a ben guardare, in realtà ci uniscono e definiscono come forse nessuno poteva, sin qui, immaginare.

Il CD “Tra Anguille e Tarante” è acquistabile direttamente dal sito di Finisterre e sarà disponibile, a breve, anche nei principali music-store on-line sia in formato fisico che digitale.

Michela Cossidente

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