Venerdì 5 Agosto alle ore 17.00 presso il Padiglione Nazionale Grenada alla 59esima Biennale di Venezia Arte sarà ospitata una conversazione con Alessio Serpetti, noto artista di fama internazionale, che davanti a un pubblico di esperti parlerà delle sue ricerche sulla natura umana e sul mito.

La produzione dell’artista risulta strettamente legata al pensiero dell’intellettuale martinicano Èdouard Glissant – punto di partenza della poetica approfondita dal Padiglione Nazionale – nel disvelamento della “favola” come sintesi di elementi e simboli interculturali. Il linguaggio estetico del Maestro che si connota di metafore, arcani, esoterismo e magia, attinti da quel bagaglio esploso dall’Europa di fine Ottocento e da lui rivisitato, delinea un viaggio verso una produzione misterica e iniziatica fatta di silenzi e meditazione, di templi ed are, al fine di rinvenire tracce di sacro, vocazioni metafisiche, sentimenti cosmici e ricerca di Assoluto.

Alessio Serpetti, Il Crepuscolo della ragione

Alessio Serpetti, Lo Specchio dei sogni infranti

La Nascita della Fiaba, grafite, matite grasse e carboncino bianco su cartone ruvido verde-grigio, 67 x 80 cm. 2022

 

Pure grafite e matite grasse su carta delineano quindi composizioni allegoriche a carattere onirico e surreale.

Come lo stesso Serpetti dichiara: «Mi riallaccio alla grande tradizione della grafica simbolista, in particolare ai famosi “neri” di Odilon Redon, ma anche alle atmosfere “notturne” di certa Pittura del Seicento incline ad esaltare i contrasti luministici. La mia inclinazione a tradurre i valori chiaroscurali in una pittura dalla qualità grafica mi porta a prediligere un’elegante monocromia a carboncino e grafite, impiegata per ottenere effetti suggestivi, decisamente più lirici e intimistici. Del resto, come scriveva Paul Valéry, «..Ma come mai il bianco e il nero vanno talvolta più in profondità nell’animo della pittura e, come mai, rubando dal giorno le sole differenze di luminosità, un’opera ridotta a luce e ombra ci commuove, ci rende pensierosi più profondamente di quanto non faccia tutto il registro dei colori, non so bene spiegarmi».

Le opere del Maestro, sono presenti in collezioni pubbliche e private italiane ed estere, nonché pubblicate in cataloghi archiviati nella Biblioteca Thomas J. Watson del Metropolitan Museum of Art di New York, inoltre sono state oggetto di studio in volumi scientifici adottati nel 2012 dal Dipartimento di Storia dell’Arte Moderna dell’Università di Roma “La Sapienza”.

L’appuntamento con il Maestro, ad ingresso libero, sarà presso il Giardino Bianco Art Space in via G. Garibaldi 1814 in zona Castello (Venezia).

Note biografiche

Alessio Serpetti (Roma, 1975) manifesta precocemente la passione per il disegno e a soli nove anni inizia a studiare tecniche grafiche e pittoriche con Carlo Marcantonio dapprima presso l’Accademia Prenestina del Cimento, poi alla Scuola d’Arte “Casa Romana”. Dopo la Maturità artistica consegue il Diploma Accademico di Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma e inaugura il suggestivo ciclo delle “Vedute di scena”, che presenta in Personali a Tarquinia (Museo Etruscopolis, 2010). Successivamente orienta la sua ricerca verso un simbolismo onirico e surreale avviando la raffinata collezione “L’Arte del Sogno”, che presenta nelle Personali di Vicenza (Palazzo Valmarana Braga, 2015), Bologna (Galleria Wikiarte, 2015), Spoleto (Palazzo Leonetti Luparini, 2016). Si dedica poi all’incisione (acquaforte) per delineare poetiche visioni tra classico ed allegorico che include nella raccolta dei “Notturni arcani”, con cui vince nel 2017 il Premio della 5°a Biennale dell’Incisione Contemporanea “Città di Bassano del Grappa”. Nel 2019 tiene Personali a Bassano del Grappa (Museo Civico) e a Sesto Fiorentino (La Soffitta – Spazio delle Arti, ove le sue opere “dialogano” con incisioni dei Maestri del Simbolismo storico europeo di fine Ottocento). Partecipa alla Biennale di Venezia – Architettura (2021, evento collaterale), alle Biennali di Chianciano (2011), Roma (2012), Londra (2013), Barcellona (2015), alla Triennale di Roma (2011 e 2017).

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