Recognizing Ignaz Semmelweis and Handwashing

Today’s Doodle recognizes Hungarian physician Dr. Ignaz Semmelweis, widely attributed as the first person to discover the medical benefits of handwashing. On this day in 1847, Semmelweis was appointed Chief Resident in the maternity clinic of the Vienna General Hospital, where he deduced and demonstrated that requiring doctors to disinfect their hands vastly reduced the transmission of disease.

Born in Buda (now Budapest), Hungary on July 1st, 1818, Ignaz Semmelweis went on to obtain a doctorate from the University of Vienna and master’s degree in midwifery. When he began his tenure at the Vienna General Hospital in the mid 19th century, a mysterious and poorly understood infection known as “childbed fever” was leading to high mortality rates in new mothers in maternity wards across Europe.

Semmelweis was dedicated to finding the cause. After a thorough investigation, he deduced that the doctors were transmitting infectious material from earlier operations and autopsies to susceptible mothers through their hands. He immediately instituted a requirement that all medical staff wash their hands in between patient examinations, and as a result, infection rates in his division began to plummet.

Unfortunately, many of Semmelweis’ peers initially viewed his ideas with skepticism. Decades later, his hygienic recommendations were validated by the widespread acceptance of the “germ theory of disease.”

Today, Semmelweis is widely remembered as “the father of infection control,” credited with revolutionizing not just obstetrics, but the medical field itself, informing generations beyond his own that handwashing is one of the most effective ways to prevent the spread of diseases.

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Say, “Hey Google, help me wash my hands” to your smart display, smart speaker, or phone (Android and iOS) in the U.S., and the Google Assistant will sing you a tune for the WHO-recommend handwashing time frame.

Print out the poster below to remind yourself and those living with you of proper handwashing technique:

 

 

 

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Ignác Fülöp Semmelweis (Buda, 1º luglio 1818 – Döbling, 13 agosto 1865) è stato un medico ungherese.

Svolse i suoi studi di medicina presso l’università di Pest e a Vienna. Per i suoi importanti contributi allo studio delle trasmissioni batteriche da contatto e alla prevenzione della febbre puerperale, è noto anche come il salvatore delle madri. Semmelweis nel 1847 scoprì che, nelle cliniche ostetriche, l’alta incidenza di febbre puerperale poteva essere drasticamente ridotta mediante la disinfezione delle mani.

Nel 2013 l’UNESCO ha deciso di inserire alcuni documenti sulla scoperta di Semmelweis nel registro della Memoria del mondo. Dal 1969 l’università di Budapest, che all’epoca della sua morte si chiamava Reale Università ungherese di Scienza, è stata rinominata Università Semmelweis in suo onore.

Biografia

La formazione

Ignác Semmelweis nacque nel vecchio quartiere commerciale Tabán di Buda, allora divisa da Pest. Quinto di nove figli del droghiere József Semmelweis e Terézia Müller. Il padre, grazie alle proprie qualità personali ed al matrimonio (Terézia era figlia di un facoltoso produttore di carrozze), raggiunse ricchezze tali da assicurare un’esistenza agiata e dignitosa alla sua famiglia. Ignác fu iscritto al Ginnasio cattolico all’età di undici anni e fu uno studente industrioso e capace, anche se non imparò mai in maniera corretta la lingua ungherese (la sua parlata per tutta la vita avrebbe avuto una chiara inflessione regionale tedesca).

Nel 1837, all’età di diciannove anni, si iscrisse alla facoltà di legge all’Università di Vienna: suo padre voleva che diventasse giudice militare. Cominciò a studiare, ma un giorno ebbe occasione di accompagnare un amico, studente in medicina ad una dissezione in sala anatomica: la Scuola anatomo-patologica di Vienna a quell’epoca era nel suo momento magico. Nei giorni successivi seguì ancora il suo amico alle lezioni di medicina, finché capì qual era la sua passione. Cambiò così facoltà e si iscrisse a Medicina, alla famosa Scuola Medica Viennese, dove lavoravano tre eminenti medici che avranno grande influenza nella sua vita: Karl von Rokitansky, titolare della cattedra di Anatomia patologica, Josef Škoda, clinico leader della Scuola che stava dando grande impulso alla pratica dell’auscultazione e della percussione ed infine Ferdinand von Hebra, celebre dermatologo, in quel tempo allievo degli altri due e che diventerà il più devoto amico di Ignác.

Si laureò nel 1844, con una breve tesi sulla “Vita delle piante”. Affascinato dalla ricerca che veniva fatta in Anatomia patologica, fece domanda per un posto di assistente di Jakob Kolletschka, un discepolo di Rokitansky, ma la sua domanda venne respinta. Chiese allora di diventare assistente di Joseph Škoda, ma questi aveva già promesso il lavoro ad un altro medico. Fu così che il giovane Ignác si rivolse all’ostetricia, che a quel tempo non occupava un posto di prestigio nella gerarchia accademica della medicina europea. Iniziò così a frequentare la clinica di ostetricia, ma ottenne anche da Rokitansky il permesso di dissezionare i cadaveri delle donne morte per malattie e operazioni ginecologiche, imparando così i nuovi metodi di osservazione e di analisi. Nel 1846 divenne dottore in chirurgia ed ostetricia.

L’assistentato e l’illuminante scoperta

Diventato dottore in Chirurgia ed Ostetricia, nel 1846 ottenne anche l’incarico per due anni di assistente effettivo del dottor Johann Klein, che dirigeva la prima divisione della clinica ostetrica all’Ospedale generale di Vienna (Allgemeines Krankenhaus der Stadt Wien), il più moderno ospedale europeo inaugurato nel 1784 dall’imperatore Giuseppe II. All’inizio della sua fondazione la clinica ostetrica dell’Allegemeines era diretta dal dottore Johann Boër. Dotato di un grande senso di umanità per le puerpere, il dottore proibì l’insegnamento sui cadaveri delle donne e ne dissezionava i corpi solo per studiarne le patologie che avevano condotto al decesso. Durante i trent’anni della sua direzione la mortalità delle partorienti si aggirava intorno all’1%. Tutto questo cambiò quando nel 1823 la clinica fu affidata a Klein, i cui assistenti avevano l’obbligo di eseguire fino a 15-16 autopsie al giorno per poi direttamente procedere alle visite interne delle partorienti. Klein nel 1834 aveva fondato una seconda divisione di maternità usata solamente per il tirocinio delle ostetriche. Fin dall’inizio del suo assistentato, il giovane medico ungherese dedicò tutte le sue energie al lavoro in corsia e a continue dissezioni, ossessionato dall’elevato numero di decessi delle partorienti per febbre puerperale e soprattutto assillato dalla sconcertante rilevazione che il numero delle morti era di molto superiore nella clinica di Klein che non nella seconda divisione diretta dal dottor Bartch, dove a far partorire le donne erano le ostetriche.

La ricerca

A quell’epoca una terribile malattia caratterizzata da dolore, malessere generale e febbre elevata, conosciuta come “febbre puerperale” decimava letteralmente le puerpere ricoverate negli ospedali viennesi, così come in altri ospedali europei ed americani. Le cause venivano attribuite alle più fantasiose ipotesi:

  • i fluidi prodotti dall’utero e bloccati al suo interno, ristagnando, sarebbero andati incontro a putrefazione che diffondendosi nell’organismo ne avrebbe determinato la morte,
  • l’utero ingrossato dalla gravidanza avrebbe compresso e bloccato l’intestino provocando al suo interno il ristagno delle feci il cui imputridimento, attraverso il sistema venoso, avrebbe determinato la malattia mortale,
  • gas velenosi presenti nell’aria sarebbero stati inalati dalle donne provocando nelle stesse il blocco dei flussi uterini con conseguente putrefazione degli stessi.

Semmelweis era ossessionato da queste morti così frequenti e continuava a praticare autopsie sui cadaveri delle donne riscontrando quadri anatomo-patologici sempre uguali. Ma la cosa che più lo disorientava era la constatazione che nel Padiglione II dello stesso ospedale, gestito non da medici ma esclusivamente da ostetriche, la mortalità per febbre puerperale era dieci volte più bassa. Il turbamento creato da questo problema aumentava la minuziosità che metteva nelle sue ricerche.

La sua prima ipotesi fu l’aria mefitica delle città che, essendo in piena rivoluzione industriale, non era molto salubre. Raccolse così dati sulla mortalità delle puerpere per febbre in città, in campagna ed in ospedale. La mortalità era maggiore in ospedale, quindi l’ipotesi non trovò conferma. La sua seconda ipotesi fu che le puerpere morissero di autosuggestione a causa del prete della cappella dell’ospedale che, per dare l’estrema unzione, passava scampanellando per i corridoi. Costrinse quindi il parroco a non usare più la campanella, ma le morti rimasero costanti. Infine ebbe l’intuizione che risolse il problema.

L’intuizione

Nel suo libro del 1861, Semmelweis dimostra la correlazione esistente tra l’introduzione, nel 1823, dell’anatomia patologica nella clinica viennese (prima linea grigia verticale) e l’aumento delle morti per febbre puerperale. La seconda linea grigia verticale marca l’introduzione del lavaggio delle mani con soluzione di cloruro di calce (ipoclorito di calcio). La curva blu mostra la statistica dell’ostetricia di Dublino, priva di anatomia patologica nel periodo 1784-1849.

Durante l’assenza di Semmelweis tra il primo ed il secondo periodo contrattuale, un suo collega ed amico, Jakob Kolletschka, era morto a seguito di una breve malattia. Semmelweis ebbe la possibilità di studiarne la cartella clinica e fu colpito da due elementi:

  • l’autopsia praticata sul cadavere evidenziava lesioni simili a quelle che si riscontravano sulle donne morte per febbre puerperale;
  • Kolletschka solo qualche giorno prima si era ferito nel corso di una autopsia praticata sul cadavere di una di queste mamme.

Gli fu chiaro che la febbre puerperale e la morte del professor Kolletschka erano la stessa cosa dal punto di vista patologico perché entrambe presentavano gli stessi cambiamenti anatomici. Se nel caso del professor Kolletschka i cambiamenti nella sepsi derivavano dall’inoculazione di particelle cadaveriche allora la febbre puerperale doveva avere origine dalla stessa fonte. Ciò fu sufficiente a Semmelweis per giungere ad un’ipotesi, straordinaria per l’epoca: la febbre puerperale è una malattia che viene trasferita da un corpo all’altro a seguito del contatto che i medici e gli studenti presenti in reparto hanno prima con le donne decedute (su cui praticano autopsia) ed immediatamente dopo con le partorienti che vanno a visitare in corsia.

Era una teoria sconvolgente per i tempi. Per dimostrarla il giovane Semmelweis mise in atto una banale disposizione: tutti coloro che entravano nel Padiglione I sarebbero stati obbligati a lavarsi le mani con una soluzione di cloruro di calce (ipoclorito di calcio). A questo aggiunse la disposizione che per tutte le partorienti si cambiassero le lenzuola sporche con altre pulite. I fatti gli diedero immediatamente ragione. Era il maggio 1847.

La conferma della teoria

Effetto della disinfezione sul numero di microbi presenti sulle mani: senza lavaggio (A), a seguito di lavaggio con sapone (B), a seguito di disinfezione con alcool (C).

Nell’anno 1846, su circa 4.000 puerpere ricoverate presso il Padiglione I, ne erano morte 459 (pari all’11%) per febbre puerperale. Nel 1847, dopo l’adozione del lavaggio delle mani con cloruro di calce, su 3.490 pazienti ne morirono 176 (pari al 5%) e l’anno successivo la percentuale si attesterà intorno all’1%, la stessa da sempre del Padiglione II.

Questi dati avrebbero potuto suscitare se non entusiasmo almeno interesse o curiosità, invece gli attirarono gelosia, invidia e risentimenti vari. Il suo direttore, Johann Klein, che sosteneva con forza la necessità per gli studenti di praticare molte autopsie, trovava irritanti le iniziative di questo straniero ungherese, per giunta nazionalista (partecipò con entusiasmo ai moti del 1848) e che si arrogava il diritto di emanare disposizioni che non gli competevano, offensive per il personale (l’obbligo di lavarsi le mani) ed onerose per le pazienti (cambio delle lenzuola) e non gli fece rinnovare il contratto. L’appoggio di alcuni amici – Josef Škoda, Ferdinand von Hebra, del suo vecchio maestro e grande patologo Rokitansky – servì solo in parte ad aiutarlo a diffondere le nuove teorie, osteggiate dal mondo medico che per principio rifiutava di ammettere che i medici stessi potessero essere degli “untori”. Uno dei suoi più accaniti oppositori fu Rudolf Virchow, considerato il padre dell’istologia moderna.

Ricovero in manicomio e morte

A causa del rifiuto dei medici e della Scuola viennese circa la sua teoria, Semmelweis si lasciò schiacciare sempre di più da complessi d’inferiorità e spirito di persecuzione. Ci vorranno molti anni prima che la scoperta di Semmelweis venga accettata e applicata in modo generalizzato, la dimostrazione della contaminazione batterica fu data da Pasteur solo nel 1864. Prima di allora, le scoperte di Semmelweis vennero screditate e le morti ripresero ad essere ingenti. Il dottor Semmelweis venne licenziato dall’ospedale di Vienna, nonostante i positivi risultati, per aver dato disposizioni senza averne l’autorità.

Tornato in Ungheria applicò lo stesso metodo all’ospedale di San Rocco a Pest, ottenendo anche qui un abbassamento significativo dei nuovi casi di febbre puerperale. Fu proprio in Ungheria che nel 1861, scrisse il suo testo storico, Eziologia, concetto e profilassi della febbre puerperale. Purtroppo la comunità scientifica dell’epoca gli si scagliò contro e Semmelweis finì per essere ricoverato in manicomio. Morì per infezione setticemica contratta durante un intervento chirurgico.

Riconoscimento postumo

Professori della Facoltà di Medicina di Pest,1863. Semmelweis è il quarto in piedi da sinistra con le braccia incrociate

I lavori del 1879 di Louis Pasteur e del 1883 di Joseph Lister avrebbero dimostrato la grandezza delle intuizioni di Semmelweis. Mettendo fine ad uno dei più grandi esempi di pregiudizio nei confronti di un uomo geniale, la città di Budapest nel 1894 gli eresse un monumento tombale e poi nel 1906 una statua, che successivamente sarebbe stata collocata davanti all’ospedale San Rocco, e infine gli intitolò la Clinica Ostetrica dell’Università.

Già durante le più accese polemiche contro Semmelweis, l’amico Ferdinand von Hebra si era esposto in suo favore, pubblicando numerosi lavori sulle sue straordinarie scoperte ed attirandosi per questo non poche né trascurabili inimicizie. Sono sue le parole: “Quando qualcuno scriverà la storia degli errori umani ne troverà pochi più gravi di quello commesso dalla scienza nei confronti di Semmelweis.”

Source: Wikipedia

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