La consegna l’8 ottobre durante la serata finale  della XII edizione dell’International Tour Film Festival a Civitavecchia

Arrivato alla sua seconda edizione il “Premio Eccellenze Italiane”, verrà consegnato durante la serata finale dell’8 ottobre della XII edizione dell’International Tour Film Festival a Civitavecchia. Il compito di selezionare i candidati è affidato al celebre coach Luca Papa, non a caso, “il coach delle eccellenze italiane” che porterà sul palco una rosa di suoi candidati di tutto rispetto: Damiano Lestingi atleta olimpico, nuotatore pluripremiato; Simone Facchini e Gioia Abballe campioni del mondo di tango argentino; Gian Andrea Squadrilli fondatore di Italy Food Porn e pioniere dell’Influencer marketing in campo food in Italia.

Chi saranno i vincitori in questo 2023?

Il premio sarà consegnato dallo stesso Luca Papa insieme al Presidente dell’International Tour Film Festival Piero Pacchiarotti, creatore proprio del Premio Eccellenze Italiane.

Come lo stesso Piero Pacchiarotti ha dichiarato: “Sono anni che ho in mente questo premio, dovevo trovare il modo di concretizzarlo e affidarlo alla persona giusta, chi meglio del coach Luca Papa poteva occuparsi della selezione e della consegna del premio, lui rappresenta l’eccellenza italiana più di chiunque altro, ha ogni giorno a che fare con le eccellenze; è il coach di campioni mondiali, sportivi, artisti, direttori della fotografia, attori, performer, chef, lui lavora ogni giorno a stretto contatto con il talento, per questo gli ho chiesto di rappresentare questo premio e lui ha accettato con molta emozione”.

Luca Papa è un coach specializzato in crescita personale e personal branding, ha seguito e segue come coach Simone Facchini e Gioia Abballe Campioni del mondo di tango argentino, Claudia De Luca nazionale italiana e record mondiale di tiro a volo, le due Iene di Italia 1 Billo e Venanzio, lo chef inventore del trapizzino Stefano Callegari, il direttore della fotografia Davide Manca, il coreografo di fama internazionale Michael Fuscaldo, il celebre chirurgo romano Giuseppe Pedullà.

Come lo stesso dichiara: “L’idea del premio è quella di dare spazio all’eccellenza in tutte le sue forme, dare spazio a chi ha reso grande l’Italia nel mondo o ha apportato innovazione nel nostro paese, innovatori, artisti, creativi, sportivi, chef, artigiani, imprenditori digitali, se una cosa è fatta bene può creare eccellenza in ogni campo. Ci teniamo a precisare che non vogliamo avvantaggiare solo chi ha i numeri sui social, nell’ultima edizione tra i premiati c’era chi aveva 1000 follower e chi ne aveva 200.000, oggi c’è la tendenza a dare spazio solo a chi ha i numeri e questo porta a una visione parziale e distopica del mondo, ci sono tanti grandi professionisti che magari non hanno investito per portare il loro personal brand sul web, non vogliamo sfavorirli solo perché non sono esposti mediaticamente, quello che ci interessa è l’eccellenza non i numeri.

Questo è un festival internazionale di cinema, ma Piero il fondatore è italiano, e lui per primo è la prova che noi italiani sappiamo fare grandi cose, lui sognava da tempo che il suo festival avesse questo premio, a dato a me questa responsabilità, e voglio portarla avanti nel miglior modo possibile, voglio far emergere quanta potenzialità c’è nel nostro paese, quanto talento, a volte sprecato, per mancanza di supporto da parte delle istituzioni, ma quello che ho notato di noi italiani e che sappiamo fare tanto con poco, un esempio perfetto è Vittorio De Sica, il primo italiano a vincere gli Oscar con il suo capolavoro “Sciuscià” del 1948, pensate gli americani non si capacitavano di come avesse fatto a realizzare un così gran film dato che l’Italia era da poco uscita dalle macerie della guerra, Vittorio De Sica ha sfruttato ciò che aveva, pellicole scadute e bambini di strada, dal nulla ha creato un capolavoro. La genialità italiana e nel sapersi reinventare, nel saper fare grandi cose con poco, della passione che ci brucia dentro, della nostra creatività che ha affascinato e continua ad ispirare tutto il mondo”.

Ma chi è e come nasce Luca Papa?

Luca Papa ha un percorso decisamente incredibile e multi-sfaccettato. Nasce in un quartiere molto problematico della periferia romana, il Tiburtino Terzo, celebre perché menzionato più volte da Pasolini nel suo romanzo “Ragazzi di vita” (1955). Inizialmente insegue la carriera artistica ottenendo grandi risultati: vince il premio giovani talenti di All Casting Magazine come attore e ballerino; vince il Metro Talent di Danza in Fiera con una sua coreografia; performer per gli Mtv Music Awards di Roma del 2004.

Ma non è tutto collabora con due luxury brand moda (Fendi e Armani) guida l’allestimento di un importante evento per Fendi,  a Giorgio Armani rimane quasi per due anni,  lascia il campo della moda per inseguire il suo obiettivo di diventare regista e la Rai inizia a seguirlo sin dalle sue prime regie:

In RAI è celebre una sua intervista dal titolo Istantanee di un talento che potete trovare su Youtube;  il suo cortometraggio “Full Moon” viene presentato in Rai, Rai 3 realizza un documentario sul suo lavoro tra crescita personale e arte.

La chiave di svolta della sua vita è rappresentata dal suo primo film “Rivoluzion”, un lavoro sperimentale, Papa lo definisce il suo più grande fallimento e la sua più grande rivoluzione, il film dopo circa 2 anni di lavoro e più di 30 persone coinvolte non trova una distribuzione.

Luca Papa ha un crollo psico-fisico, finisce in ospedale, con una sospetta leucemia, ricoverato d’urgenza e in isolamento per sette giorni. Ed è proprio il forzato isolamento che gli dà la possibilità di fermare i pensieri e di comprendere quali sono i veri valori della vita. Da questo evento inizia il suo nuovo percorso spirituale.

Uscito dall’ospedale decide di cambiare vita, lascia l’Italia e insieme alla moglie si trasferisce alle Canarie dove vive per un anno; poi a Barcellona per sei mesi. Inizia a formarsi come coach a Montecarlo, poi fa un percorso di coaching di un mese a Londra, in seguito prende una laurea in teologia, si certifica social media specialist e inizia a studiare counseling in un’università americana, una formazione molto eterogenea.

Insieme alla moglie Serena Ansidoni laureata in psicologia, crea un metodo di crescita personale unico, che viene ufficializzato nel 2014 dal Governo delle Canarie a Tenerife dove gli viene assegnata una residenza di ricerca di un anno nel centro IES María Pérez Trujillo.

Luca Papa per differenziare la sua tipologia di coaching decide di sfruttare le sue conoscenze sul branding acquisite nella moda e portarle nel coaching, decide di creare un nuovo lavoro fondendo due professioni, il branding strategist e il coaching, crea così la figura del brand coach.

Luca Papa sostiene che: ”Oggi con l’avvento dei social ogni persona diventa un brand, tutti vogliamo comunicare, tutti scegliamo un immagine di profilo, condividiamo le nostre foto e i nostri pensieri, e tutti siamo esposti ai pericoli dei social diventandone dipendenti. Quando riceviamo un like, un commento, il nostro cervello lo interpreta come una ricompensa e rilascia una “scarica” di dopamina. Ciò ci spinge a continuare a postare e passare ore e ore sui social per ottenere nuove interazioni. Sono convinto che un giorno ci saranno degli avvisi con scritto “i social nuocciono gravemente alla salute”. O sfrutti i social a vantaggio del tuo lavoro o sarai inevitabilmente sfruttato dai social, i social non sono gratis, il prodotto sei tu, la tua privacy, i tuoi interessi, la tua vita personale, il tuo tempo, questi centri di raccolta dati possono manipolare ogni cosa, acquisti, politica, fede, possono esporre i giovani a grandi problemi psicologici.  Questi luoghi virtuali hanno lo scopo di prendere il tempo prezioso della tua vita. I social sono un ottimo strumento di lavoro, un grande strumento per fare network, ma le persone si incontrano nella vita reale, i veri follower non sono i numeri ma i rapporti che crei nel mondo reale. Per me la persona viene prima del brand, il mio obiettivo è quello di aiutare le persone a sviluppare il loro potenziale e sfruttare le dinamiche del mondo digitale a vantaggio del proprio brand. io oltre che accompagnare queste grandi eccellenze al loro obiettivo, ho a cuore che siano in pace, voglio che capiscano l’importanza della vita, del gustare il loro tempo in famiglia, del dare amore al prossimo, della fede, del trattare con rispetto il proprio corpo, della disciplina di cui sono un grande praticante e sostenitore.”

Sono profondamente convinto che gustarsi il viaggio è molto più importante dell’obiettivo, ho seguito grandi personaggi e ho visto che, se la tua vita è totalmente concentrata solo sull’obiettivo, una volta raggiunto si è perso tutto il resto. Ad oggi grazie a Dio abbiamo un grande team di professionisti a cui appoggiarci per le varie problematiche. Tra cui una psicoterapeuta, una psicologa, una psichiatra, un’arte terapeuta, un recovery coach esperto in dipendenza. Abbiamo dato un nome al nostro team e al nostro metodo, si chiama Open Mind all’interno del nostro metodo ci sono 5 aree di ricerca: coaching, digital, heart, wild, creatività, il nostro motto è: “Per aprire la mente, devi prima aprire il cuore”.

Non contento di tutto ciò, nel 2024 pubblicherà il suo primo libro, di cui Papa non vuole ancora spoilerare il titolo, sappiamo soltanto che il libro parlerà di come ha creato il suo lavoro di Personal Branding Coach, della sua vita, dei suoi fallimenti che lui considera importantissimi, il libro più che un manuale di strategie sul personal branding sarà una guida di crescita personale, un manuale per trovare la propria vocazione e avere un orientamento sul come sfruttare il web senza lasciarsi sfruttare.

Ogni persona è unica e deve fare di tutto per trovare la propria unicità (cit. Luca Papa).

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