Il Presepe allestito nel salone delle colonne del MUCIV, Museo delle Civiltà al civico 8 di Piazza Marconi all’EUR, è un’installazione di una bellezza assoluta. “Il Presepe di un Re nel sogno di un pastore” occupa una superficie di circa 60 metri quadrati e si sviluppa con un’altezza di circa 4 metri; di fatto, riempie, per la quasi totalità il generosissimo spazio offerto dal salone le cui colonne, più che delimitarlo, lo abbracciano e, quasi, lo “proteggono”. Due sono gli artefici principali che hanno reso possibile la realizzazione di quest’opera d’arte: il primo è il Maestro Preseparo Nicola Maciariello il secondo il Maestro Restauratore del MUCIV Nicolò Giacalone.

I canoni con i quali è stato realizzato “Il Presepe di un Re nel sogno di un pastore” sono una commistione tra quelli “dettati” da Carlo III di Borbone re di Spagna (VII come re di Napoli e Sicilia e I come duca di Parma), e successivamente ulteriormente dettagliati dal figlio Ferdinando I di Borbone re delle Due Sicilie (già IV come re di Napoli e III come re di Sicilia) ed i canoni più tradizionali della costruzione del Presepe Napoletano. Suddiviso in tre “quadri” principali che possono essere sinteticamente riassunti, partendo dalla sinistra dell’osservatore, con i Pastori, o più in generale con il volgo, al centro la rappresentazione della Natività vera e propria, mentre, a destra, trova posto la parte conviviale e la distrazione dalle cose sacre.

Il M° Maciariello, ai nostri microfoni, ha spiegato l’immane mole di lavoro che si è resa necessaria per realizzare sia l’infrastruttura che la suggestiva ambientazione: circa 6 mesi di lavoro, quasi ininterrotto per installare la stupefacente architettura. Realizzata principalmente utilizzando poliuretano espanso lavorato, modellato, plasmato e sagomato sino ad ottenerne le forme desiderate. Per le ambientazioni “urbanistiche” Nicola Maciariello ha tratto spunto, ed ispirazione, dalla struttura delle abitazioni tipiche del paese di Riardo e di altri agglomerati urbanistici limitrofi del casertano. L’effetto finale è di un realismo quasi disarmante. È riuscito, infatti, ad inserire, con maestria, nel contesto del presepe le strutture edilizie senza che quest’ultime appesantiscano, dal punto di vista architettonico, la struttura, anzi, al contrario, conferiscono alla stessa un’eleganza armoniosa ed ariosa.

Il Maestro Nicolò Giacalone ci ha illustrato la storia delle figure esposte: sono state realizzate, tutte, a partire dalla metà del 1700 sino alla fine del 1800. La collezione, che comprende circa 1000 figure tutte diverse ed originali, è stata acquistata, ed assemblata, per allestire una Mostra di Etnografia italiana in occasione del primo cinquantenario dell’unità d’Italia nel 1911 dall’etnologo Lamberto Loria.

Uno sforzo considerevole sia dal punto di vista documentale e di ricerca tanto dal punto di vista economico: basti pensare che nel 1909, per acquisire alcune delle figure, furono pagate sino a 3500 Lire (circa 14 mila Euro attuali).

Gli autori delle figure, di una bellezza che oserei definire commovente, usavano firmare le loro opere, sulla “pettiglia”, (sul petto, sotto gli abiti) o sulla schiena e questo ha aiutato i restauratori, ed i ricercatori del MUCIV, a datare con estrema precisione l’anno della loro realizzazione.

Uno dei particolari che carpisce l’attenzione è l’abbigliamento delle figure: va tenuto presente che, storicamente, nella loro realizzazione era impiegato l’intero nucleo famigliare. Il marito, tipicamente, si occupava della realizzazione della testa in terracotta, gli occhi, in vetro, le mani ed i piedi, in legno, scolpiti da altri membri maschi dello stesso nucleo famigliare mentre le donne si occupavano della manifattura, su misura, dei preziosissimi abiti che il più delle volte erano in seta impreziosita da ricami, anche con filati di metallo nobile.

Le figure esposte, per la maggior parte, sono state minuziosamente restaurate, con tecniche all’avanguardia, proprio dal M° Nicolò Giacalone in un lasso di tempo di 12 anni. Un lavoro immane e di una perizia straordinaria che può essere liberamente ammirata in tutta la sua magnificenza sia nelle figure posizionate nel Presepe, che in quelle che gli fanno da contraltare. A questo proposito vale la pena di citarne, a mero titolo esemplificativo, almeno due: una figura maschile seminuda con i fianchi cinti da un “cencio” di una vivacità e realismo impressionanti. La precisione nella realizzazione della muscolatura e dei dettagli anatomici lascia letteralmente senza parole; la seconda, una figura femminile vestita con un abito a dir poco straordinario e con un dettaglio che fa capire con che cura la collezione di figure fu fatta “migrare” dal Museo, al tempo della Seconda Guerra Mondiale, per essere conservata in un luogo al riparo dai bombardamenti che si abbatterono su Roma. Sono gli orecchini in oro che indossa, perfetti in ogni più piccolo dettaglio e che furono tolti alla figura e cuciti all’interno delle vesti prima che venisse riposta al sicuro.

Un Presepe assolutamente ed inequivocabilmente unico, con figure, per la maggior parte, inedite che non può assolutamente essere descritto né verbalmente né, tantomeno, per immagini, siano quest’ultime statiche o ancorché dinamiche. Deve assolutamente essere ammirato in prima persona per riuscire ad “assaporare” appieno la bellezza, la maestosità, la ricchezza di dettagli e la preziosità sia dell’allestimento quanto delle figure. Un Presepe che esprime, e rappresenta, appieno la tradizione Giudaico-Cristiana delle nostre radici religiose; un’opera d’arte da conservare e tramandare. Un allestimento che descrive con dovizia di particolari chi eravamo, cosa eravamo, da dove siamo partiti sino ad approdare ai giorni nostri.

Avevo già avuto l’immenso piacere di godere di un altro allestimento, sempre al MUCIV, e molto simile a questo, esposto nel vastissimo salone d’onore del Museo, ma la maestosità del salone, in qualche maniera, “soffocava” il pur stupendo allestimento. Quest’anno si è deciso, a mio avviso molto intelligentemente, di allestirlo, come detto sopra, nel salone delle colonne. Un luogo assolutamente perfetto per accoglierlo, contenerlo e, non da ultimo, valorizzarlo. Dopo qualche istante in cui ho stazionato estasiata di fronte al Presepe, ho abbassato lo sguardo ed ho notato una serie di panche, sistemate a semicerchio, posizionate davanti ad esso. Mi ha incuriosito la loro allocazione toponomastica in quanto si gode in maniera più compìta dell’opera mantenendo la stazione eretta; mi sono chiesta la ragione di quella sistemazione. L’unica risposta sensata che sono riuscita a darmi è che sono assolutamente necessarie al visitatore perché tanta e tale è la bellezza del Presepe che il visitatore viene immediatamente ed immancabilmente sopraffatto dalla magnificenza di quest’opera e deve sedersi perché, letteralmente, toglie il fiato.

MuCiv – Museo delle Civiltà

Piazza Guglielmo Marconi 8 – 00144 Roma EUR

Tel: (39) 06 5926148 – (39) 06 5910709  – Fax: (39) 06 5911848

WEB: www.museocivilta.beniculturali.it

Trasporti: Metro Linea B (EUR Fermi) – Autobus 30 Express, 170, 671, 703, 707, 714, 762, 765, 791

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Michela Cossidente

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