Le parole della Sindaca di Roma Virginia Raggi scatenano la reazione congiunta del Partito Democratico e di Sinistra Italiana, che si uniscono alla voce di ‘Progetto Duranti’, che nasce per valorizzare la Resistenza nella borgata popolare di Acilia che fu guidata da Lido Duranti, Martire delle Fosse Ardeatine appunto. Da ottobre scorso questo Progetto, guidato e ideato da Lorenzo Proia (pronipote di Lido e nipote del fratello Nello Duranti, unici due graduati della Resistenza di quella che nel dopoguerra fu – non a caso – la borgata più rossa di Roma), ha realizzato un libro scritto da Proia, giovane storico, dal titolo ‘Acilia Partigiana – Eroi venuti dal Popolo’ che è in fase di pubblicazione e che avrà prefazione dell’urbanista Paolo Berdini. Progetto Duranti ha inoltre costretto la politica e le amministrazioni a intervenire su Piazza Capelvenere ad Acilia (chiamata negli anni Settanta ‘la piazza rossa’ e protagonista di un 1° maggio particolarmente vissuto al quale generalmente interveniva anche il Sindaco di Roma, e oggi in un drammatico stato di degrado e abbandono), dove è ricordato il Martire delle Ardeatine Lido Duranti, torturato a Via Tasso e che si rifiutò di fare i nomi dei propri compagni di Acilia salvando decine e decine di famiglie di questa borgata da morte certa per mano dei nazisti. Progetto Duranti, infine, ha lanciato una petizione popolare per ribattezzare Piazza Capelvenere ‘Piazza Fratelli Duranti’, riportando in auge un tentativo del 1982 che vide l’amministrazione Vetere dirottare la richiesta di una ‘Piazza Lido Duranti’ ad Acilia su Spinaceto, dove oggi è ricordato con un Largo; a questa petizione hanno aderito pubblicamente e convintamente in molti, tra cui il dem Roberto Morassut, amico di alcuni eredi dei partigiani Duranti, Berdini appunto, ma anche l’ex Senatore Massimo Cervellini di Sinistra Italiana, che sono stati protagonisti di un Forum per la riqualificazione della Piazza al quale ha partecipato anche la Presidente del X Municipio Giuliana Di Pillo del Movimento 5 Stelle il 25 gennaio scorso. La definizione di “errore” in merito al barbaro eccidio delle Fosse Ardeatine trova la pronta risposta del Consigliere Comunale di Roma Capitale del Partito Democratico Giovanni Zannola, aderente a Progetto Duranti: “Orrore, non errore – afferma Zannola -. Parole diametralmente diverse. Mai sottovalutare linguaggi e gesti quando si tratta di ricordare una storia che ha segnato per sempre la vita della città di Roma. Un inciampo assolutamente sconsiderato quello della Sindaca della Capitale d’Italia, città medaglia d’oro della Resistenza. L’orrore delle Fosse Ardeatine, cara Raggi è un ricordo che ferisce ancora oggi e lo farà anche in futuro, perché ha segnato profondamente la storia del nostro paese caratterizzandosi come l’oltraggio peggiore possibile alla vita ed alla giustizia. Spero di non rileggere un altro errore, questo si, simile!”. La nipote del martire delle Fosse Ardeatine Rossella Duranti rincara la dose: “Orrori Sindaca, non errori. Tra un errore e un orrore, nonostante la semplice vocale, c’è un incolmabile abisso. Errore è ciò che si può rimediare, persino perdonare. Un orrore è il frutto del Male che segna nel profondo la vita di una persona o di una collettività, come le Fosse Ardeatine, l’eccidio indicibile firmato dai nazisti che occuparono Roma, con la complicità dei fascisti. Errore è stato di chi ha eletto Sindaco una poveretta incompetente e presuntuosa.  L’eccidio delle Fosse Ardeatine è stato uno dei tanti orrori, conseguenza della scellerata guerra in cui è stato trascinato il nostro Paese.  Roma, città Medaglia d’Oro alla Resistenza, non merita una Sindaca così superficiale. L‘Italia non merita il Governo 5 Stelle–Lega che, anche e soprattutto sui temi dell’antifascismo, della libertà e dei diritti, sta trascinando il nostro Paese verso una deriva autoritaria evidente e  pericolosa. Molti giovani e giovanissimi non hanno contezza di quegli anni di guerra e della Resistenza al nemico nazi-fascista, delle uccisioni di massa che vi furono, delle rappresaglie anche di donne, vecchi, bambini, tanti ebrei e rom. Difficile che se ne parli sui banchi di scuola. Forse qualcosa di  questa memoria, come un filo rosso, può arrivare dal tramandare in modo orale quel periodo. Ma è inammissibile che l’eccidio delle Fosse Ardeatine venga confuso e pasticciato dalla Sindaca  Virginia Raggi, che avrebbe il dovere di rappresentare al meglio la memoria antifascista e proprio  nel mese in cui ricorre quel terribile eccidio del 24 marzo 1944, di difendere: la democrazia e la  libertà.  La storia ci insegna. La memoria ci accompagna. Il presente è insieme passato e futuro”. Marco Possanzini, Segretario di Sinistra Italiana nel X Municipio ed esponente di spicco di Progetto Duranti afferma poi: “Roma, città medaglia d’oro per la Resistenza, non merita una Sindaca che si permette di definire ‘errore’ la strage delle Fosse Ardeatine. C’è un clima di imperante revisionismo storico, le vittime  trasformate in carnefici e i carnefici in vittime o, viste le dichiarazioni della Sindaca, in quelli che hanno commesso degli errori. Tutto questo è inaccettabile, la Sindaca dovrebbe scusarsi con la città per l’affermazione profondamente infelice. E irrispettosa nei confronti della storia e del sacrificio di chi ha combattuto per la nostra libertà contro la tirannia nazista e fascista”. “Definire l’eccidio delle Fosse Ardeatine ‘errore’ piuttosto che ‘orrore’ – conclude Lorenzo Proia, responsabile di Progetto Duranti – potrebbe sembrare ai più disattenti, e oggigiorno ce ne sono sin troppi nel nostro Paese, una semplice svista di formulazione grammaticale. Credo invece ci sia dietro qualcosa di più profondo: una disattenzione della politica, anche nella nostra città, una mancanza potremmo dire del giusto rispetto che si dovrebbe dare ai nostri martiri, come i giovani che furono massacrati alle Ardeatine. Al mio prozio Lido Duranti venne recisa la testa dal corpo, come a molti altri, in modalità barbare e disumane, cinque alla volta fatti morire senza alcuna pietà. Libri come quello di Alessandro Portelli (sulla base sia delle sentenze sia della storiografia) possono illuminare, se letti e invito la Sindaca a farlo, sul fatto che le Fosse Ardeatine non furono affatto una legittima reazione ‘lievemente spropositata’ nel numero delle vittime, come vorrebbe un certo revisionismo imperante e reazionario. No! Quell’Eccidio non fu affatto una ‘legittima rappresaglia’ ma venne condotto in modo crudele: non vennero cercati gli attentatori e gli ‘ostaggi’ non erano minimamente coinvolti con gli attentatori di Via Rasella e, inoltre, non erano stati già prima dichiarati ostaggi. Fu un puro e semplice omicidio, un errore dunque? Tutt’altro. La sua Sindaca è ignoranza. Arriveremo di questo passo a definire errore anche Auschwitz? O Mathausen? Furono sviste, errori, superficialità o puro e semplice abominio? La nostra società si basa sul rifiuto a quell’orrore, sul suo superamento radicale. È incompiuta, se abbiamo Sindaci come lei, ma non perirà malgrado questo”.