L’acquisizione delle case Armellini, le così dette “case di sabbia”, da parte del Comune di Roma sembra avvolta da una misteriosa nebbia fatta di incertezze e di “non detti”. Dall’ultima commissione capitolina congiunta bilancio e patrimonio, è calato il sipario sulla vicenda. C’è una trattativa in corso fra Armellini e Comune di Roma che però è ancora in mare aperto perché fra l’offerta del Comune di Roma e la richiesta degli Armellini c’è un abisso. C’è un ente terzo, l’Agenzia delle Entrate, che dovrebbe effettuare una perizia, della durata di almeno 3 mesi, sull’effettivo valore immobiliare delle palazzine oramai in avanzato stato di deterioramento. A seguito della sentenza del TAR, che condanna il Comune di Roma considerandolo a tutti gli effetti un occupante senza titolo, c’è un rinvio degli sfratti di circa un anno. In questo periodo di definizione della vicenda, il Comune di Roma continua a versare alla famiglia Armellini quasi 600 € ad alloggio. In tutto questo manca completamente un piano di manutenzione degli stabili fortemente danneggiati. Lo diciamo con chiarezza, l’Amministrazione sta prendendo tempo per far passare la notte arrivando alle elezioni del 2021. Inoltre, manca completamente un piano di manutenzione degli stabili fortemente danneggiati che non possono resistere ancora a lungo. A questa situazione si aggiunge il fatto che, viste le modifiche interne che molti appartamenti hanno subito e che saranno certificate dalla Agenzia delle entrate, gli Armellini chiederanno conto al Comune di Roma delle eventuali difformità. Il conduttore, in questo caso il Comune di Roma, è solitamente l’unico responsabile degli abusi edilizi commessi su un immobile concesso in locazione, a meno che non sia accertato il coinvolgimento del proprietario. Lo ha affermato il Tar Lazio con la sentenza 1742/2015. I tempi probabilmente si allungheranno e si arriverà alla scadenza naturale del mandato della Giunta Raggi scaricando sulle spalle di chi salirà in Capidoglio nel 2021 l’onere di gestire la vicenda Armellini. Sciatteria o furbizia della Giunta a 5 Stelle? Non proprio. Il M5S, nonostante fiumi di dichiarazioni, si è sempre mostrato estremamente generoso nel fare importanti regali agli imprenditori privati. L’Assessora Vivarelli, politiche abitative e patrimonio del Comune di Roma, è stata fin troppo chiara: “edilizia sociale e housing sociale fanno parte degli obbiettivi di Reinventiamo Roma”. Tradotto, visto che non si è speso un euro per realizzare case popolari e per interventi di manutenzione su quelle esistenti, si aprono le porte agli interventi dei privati in cambio di risorse pubbliche e aumenti di cubature. Ed è questa la logica, relativamente alla vicenda Armellini, che più ci preoccupa e ci insospettisce sul futuro. Per superare i famigerati “Residence” è arrivato il bando “Sassat” e cioè la richiesta ai privati di mettere a disposizione immobili per alloggiare le famiglie. Un primo bando è andato deserto mentre il secondo, fatto dopo la proroga dei Residence, vede protagonista la Romero Immobiliare, cioè Armellini, che mette a disposizione su compenso circa 600 appartamenti rispetto ai 650 richiesti nel bando. Ovviamente i 600 appartamenti sono tutti ad Ostia e potrebbero addirittura essere quelli che il Comune potrebbe/vorrebbe acquistare. Tradotto su 1200 appartamenti, 600 sarebbero venduti al Comune di Roma dagli Armellini ed altri 600 sarebbero affittati dagli Armellini al Comune di Roma. Il tutto senza oneri per i privati, che a questo punto nemmeno si preoccupano più delle manutenzioni degli stabili vista la vicenda in corso, magari con aumenti di cubature da realizzare come premio. Come al solito, si continua a riempire le tasche dei privati con soldi pubblici, si continua a speculare sulla povera gente che avrebbe diritto a delle case popolari regolarmente assegnate piuttosto che vivere in questa condizione di perenne incertezza, si continua di emergenza in emergenza a trasferire potere all’imprenditoria del cemento, addirittura chiedendone la disponibilità, piuttosto che mettere in campo una seria proposta di edilizia popolare pubblica per far si che i soldi spesi dai cittadini rimangano ai cittadini in termini di patrimonio pubblico e di servizi offerti. Per questo chiediamo chiarezza relativamente alla vicenda Armellini, è inaccettabile che si continui ad ingrassare con risorse pubbliche gli squali del cemento che già tanti danni hanno fatto a Roma e ai romani. Ci consola e ci rassicura la presenza dell’Unione Inquilini, sempre dalla parte dei più deboli, che sta seguendo la vicenda con attenzione.
Marco Possanzini, Segretario Sinistra Italiana X Municipio