I pasticci di Leonardo” (Giovane Holden Editore), l’ultimo romanzo di Simona Bertocchi uscito lo scorso maggio e giunto ormai alla terza edizione, non è solo un libro, ma è anche una realtà commerciale. Simona Bertocchi da vent’anni lavora nel campo del turismo e scrive da dieci, pubblicando otto libri, tra cui quattro romanzi storici. Questo suo ultimo esce il 2 maggio, 500 anni esatti dalla morte di Leonardo da Vinci.

“I pasticci di Leonardo” racconta con una trama originalissima e ricca di pathos, un Leonardo da Vinci assolutamente sconosciuto, in una ricostruzione che ha impegnato l’autrice in lunghi studi bibliografici negli archivi di Stato e nelle biblioteche. La trama è appassionante perché, nei salti temporali che arrivano ai nostri giorni, si snoda anche un giallo, una “storia nella storia”, quella di Ascanio Righi e Sara Paddington. Il primo è un pasticcere di Vinci, imprenditore pragmatico che vuole creare e commercializzare una linea di pasticceria rinascimentale, perchè la ricercatrice Sara Paddington nel corso di un trasloco trova un taccuino ingiallito, con i fogli ridotti a un sottile velo, con appunti di ricette scritte dallo stesso Leonardo che, oltre ad essere il grande artista e inventore geniale che tutti conosciamo, era anche un alchimista, figlio illegittimo di Caterina, cuoca e pasticcera apprezzatissima proprio per le curiose ricette che sembra avessero poteri taumaturgici, e che somministrava ai clienti della sua locanda “La buca dei golosi”. Coadiuvati dalle signore Bastogi, due anziane e strambe sorelle, storiche del Rinascimento, Ascanio e Sara cercheranno di risolvere una serie di fitti misteri. Ad esempio quale collegamento ha il taccuino di Leonardo con l’antico sultanato di Bayezid II. E, soprattutto, quali sono i veri poteri dei pasticci del Maestro. Così per amore della verità, Sara Paddington si troverà coinvolta in avventure rocambolesche che la porteranno anche in Oriente e il romanzo si tinge di giallo, tra morti misteriose, furti di documenti e spionaggio industriale.

Il romanzo è diviso in capitoli, ognuno dei quali ha il nome di un “pasticcio” che caratterizza i personaggi di quel capitolo ma, soprattutto, i periodi storici, in un risultato che combina abilmente alchimia, profumi, sapori ed emozioni. Nel “Vento del Moro” l’uva fragola, che è uno degli ingredienti principali, rappresenta il periodo milanese di Leonardo alla corte del Moro. O come “Neve di latte”, composto principalmente di latte e  melissa, che è il primo esperimento di gelato di Leonardo, poiché all’epoca era difficilissimo gelare e i dolci erano solo cremosi, così il genio di Vinci, in una visita alle ghiacciaie dei dogi di Venezia ha l’illuminazione e crea probabilmente il primo gelato della storia, che racconta la fuga da Milano invasa dai francesi e il suo cavallo di bronzo fatto a pezzi dagli invasori e ricoperto di neve. Un altro dolcissimo esempio sono le “Nuvole di Caterina”, che rievocano l’infanzia di Leonardo, il ricordo della madre Caterina, il cui profumo richiama l’odore intenso della lavanda.

La parte che racconta di un Leonardo affetto da schizofrenia, certamente generata dalla sofferenza per l’abbandono del padre Piero da Vinci, notaio appartenente alla nobiltà toscana a cui non fu permesso di sposare la popolana Caterina, di un artista inviso ai potenti per la sua originalità artistica e disobbedienza alle regole imposte dagli stessi, della sua lunga e sincera amicizia con Lorenzo il Magnifico, della sua probabile omosessualità e dell’innegabile genialità, non è mai romanzata, è Storia. Eretico, falsario, esoterista, spia, pittore, scienziato, architetto, su Leonardo da Vinci se ne sono dette e scritte molte. Nel disporre le proprie volontà, il genio toscano indicò nel giovane Francesco Melzi l’erede del suo tesoro più prezioso: tutti et ciascheduno li libri che possiede, ossia decine di migliaia di fogli con appunti manoscritti e disegni sugli argomenti più disparati, accumulati nel corso di un’intera vita.

Inizia così la storia dei codici di Leonardo che nel corso dei secoli si disperdono in tutto il mondo, tra cui anche il curioso taccuino con le ricette dei dolci.

E sull’esempio di genialità del personaggio principale del suo romanzo, l’autrice Simona Bertocchi ha un’illuminazione. Propone così alla Fugar, azienda dolciaria che da più di quarant’anni opera nel settore producendo dolci, pasticcini, gelati e biscotti per un’ élite di consumatori e che ha pasticcerie e gelaterie ubicate in varie parti del mondo, di creare dolci e gelati sulla base delle ricette originali di Leonardo da Vinci e con gli ingredienti dell’epoca, quando ancora il cioccolato non era giunto a noi. Dopo le prime e comprensibili perplessità i vertici della Fugar accolgono l’idea, dando vita e commercializzando “I pasticci di Leonardo” in Italia e anche nel mondo. Biscottini, gelati e torte, vengono sempre offerti gratuitamente al pubblico che affolla le numerose presentazioni del libro in ogni città d’Italia, che diventano quindi vere e proprie esperienze “sensoriali” assai golose. Simona Bertocchi con “I pasticci di Leonardo” proprio in questi giorni è volata a Seattle, per portare la cultura e il gusto tutti italiani oltreoceano.

 Per saperne di più:

https://www.fugar.it

https://www.simonabertocchi.it

 https://www.facebook.com/simonabertocchiscrittrice/

Maniela Minelli

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