Correva l’anno 2018, ed era esattamente il 22 Aprile, quando abbiamo letto un articolo di Repubblica che riportava la seguente intercettazione della Dda : “Come? Ha fatto l’accordo con la Motta, ora lo chiamo e lo cancello, lo mando fuori dall’associazione “. A parlare era il re degli “stabilimentari” Renato Papagni e si riferiva ad una disputa per le forniture di gelati confezionati che, a quanto sembra, negli stabilimenti sul mare di Roma dovevano solamente essere Algida. Abbiamo appreso in queste ore di una disponibilità, guarda caso proprio dell’Algida, di fornire gratuitamente nel 2020 i chioschi sponsorizzati da posizionare sulle spiagge libere di Ostia Ponente. L’ amministrazione, che ha demolito i chioschi precedenti perchè definiti illegali, non dice nulla a riguardo. Silenzio tombale, tutti zitti come nella migliore tradizione. Eppure sono previste a breve iniziative di lancio, sponsorizzate Algida, proprio per aprire la strada a questa ipotesi dei chioschi “brandizzati”. La cosa grave è che tutto questo accadrebbe senza un bando, senza quindi quella procedura pubblica, trasparente, legale, aperta a tutti i concorrenti, capace di definire non solo come geometricamente debbono essere i chioschi ma anche che servizi devono poter garantire e in che termini la spiaggia libera può essere gestita a vantaggio esclusivo dei cittadini. Siamo su demanio marittimo e senza un bando ad evidenza pubblica non si può decidere arbitrariamente nulla. Chiediamo alla Presidente di smentire categoricamente questa ipotesi di utilizzo arbitrario dei chioschi Algida in quanto è doveroso procedere con un bando ad evidenza pubblica a cui tutti possano liberamente partecipare, chiediamo inoltre a questa Giunta di delucidare i cittadini sul progetto di gestione delle spiagge libere che intendono presentare alla città perchè è del tutto evidente che non basta pensare di posizionare un chiosco bar poi quello che succede succede, è necessaria una idea complessiva, formalizzata dettagliatamente nel bando, in grado di far capire una volta e per tutte cosa intende fare questa amministrazione per le spiagge libere del mare di Roma evitando quanto accaduto in passato. Stupisce poi che questa amministrazione, nonostante non sia stato liberato un centimetro di spiaggia libera in più rispetto alla condizione odierna, pensi al posizionamento dei chioschi sulle spiagge libere. Non ci avevano detto che il limite imposto dalla legge per fare i bandi e cioè avere il 50% di spiagge libere rispetto a quelle in concessione non era stato raggiunto ? Sul mare di Roma di furbi e furbastri, di “amici” di “amici”, ce ne stanno fin troppi. Per gestire le spiagge libere non si possono accettare scorciatoie o furbate, regole certe, anzi certissime, a garanzia esclusiva dei cittadini, e bandi ad evidenza pubblica. A pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca, e lo diceva uno che la sapeva lunga.